Il vertice a Palazzo Chigi si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto sulla Tav. Presenti alla riunione il premier Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e il ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli che, a quanto pare, non sono riusciti a mettersi d’accordo. Lo scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle sulla Torino – Lione continua.
I due partiti al Governo infatti sono schierati su posizioni diametralmente opposte, con il Carroccio che non intende a rinunciare all’opera e i pentastellati che invece vorrebbero mantenere la promessa di bloccarla fatta in campagna elettorale.
Al termine dell’incontro il Presidente del Consiglio ha però cercato di tranquillizzare gli animi: “Siamo in dirittura d’arrivo, nel percorso finale, quello politico. Oggi c’è stata la prima riunione politica, abbiamo iniziato l’analisi costi benefici. Domani sera alle 8,30, riunione con i tecnici a oltranza. Credo una scelta entro venerdì”.
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Sullo scontro tra i due partiti al Governo, Conte minimizza: “Rispetto le posizioni della Lega e del M5s – dice – ma sarò garante che queste posizioni pregiudiziali non pesino sul tavolo”.
“Siccome prenderemo la scelta migliore per i cittadini – ha continuato il Premier -, ovviamente il governo non rischia. Mi batterò perché non sia trascurato alcun aspetto per una decisione corretta”. “Posso garantire che prenderemo una decisione per tutelare l’interesse nazionale”, ha concluso.
Parole con le quali Conte ha cercato di stemperare le affermazioni fatte in mattinata dal sottosegretario Stefano Buffagni, che ha detto che il M5S è pronto ad abbandonare il governo pur di bloccare l’alta velocità.
Ricordiamo che il tempo stringe. Se entro lunedì 11 marzo l’Italia non prenderà una decisione sui bandi che la Telt ha messo in stand by su richiesta di Roma, perderemo 300 milioni di contributi europei.
La prossima settimana infatti il consiglio di amministrazione di Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin), il promotore pubblico incaricato da Italia e Francia della realizzazione della sezione transfrontaliera della linea ferroviaria Torino-Lione, dovrà pubblicare i due bandi da 2,3 miliardi di euro necessari per far partire i lavori di scavo nel tunnel di base dopo il rinvio richiesto dall’Italia. Se il nostro Paese continuerà a tergiversare l’Inea, Innovation and Networks Executive Agency dell’Unione Europea ridurrà l’ammontare della contribuzione per la Torino-Lion da 813 a poco più di 500 milioni.
Il presidente del Consiglio ha spiegato che oggi non era possibile prendere una decisione sul bandi Telt: “Pensiamo di decidere prima di lunedì“, ha detto Conte, aggiungendo che in questi giorni “non è prevista alcuna interlocuzione con la Francia” e che al momento il governo non può discutere di un aumento dei fondi europei per la Tav. “”Non possiamo chiederlo ora perché significherebbe essere per il sì alla Tav ed eventualmente chiedere di scontare il prezzo, quindi parliamo già di una fase successiva alla scelta”.
Sulla questione il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, incalza il Governo: “Quella dell’11 marzo è una scelta aut aut: io dico si facciano partire i bandi, altrimenti sarà significativo del fatto che non i 5 stelle, la cui posizione è nota da tempo, ma la Lega non è affidabile per la realizzazione delle infrastrutture e delle grandi opere che servono al Nord del Paese”.
La polemica politica, nel frattempo, non si placa. Ieri sera, 4 marzo, il neo segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti ha affermato: “I bandi non si interrompono e sarebbe criminale ipotizzare di perdere centinaia di milioni di investimenti e migliaia di posti di lavoro“.