La Francia non molla: non ha nessuna intenzione di rinunciare alla Tav e nemmeno di perdere i fondi Ue previsti per la realizzazione dell’importante infrastruttura ferroviaria che i Cinque Stelle vorrebbero cancellare, nascondendosi dietro l’ennesima analisi costi-benefici che non sarà pronta prima di Natale.
Nell’incontro di ieri a Parigi, il ministro francese dei Trasporti, Elisabeth Borne, lo ha detto chiaramente al ministro italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. “Lasceremo che l’Italia faccia le sue valutazioni tenendo ben presente la necessità di non perdere i finanziamenti Ue. Abbiamo riaffermato .- ha aggiunto la Borne – la volontà di rispettare i trattati internazionali e credo che sia così anche per l’Italia”.
Al di là del tono diplomatico, la Francia ha fatto capire ieri al ministro grillino che non tollera più ritardi e che vuole andare avanti sia perché crede nell’importanza della Tav sia perché in gioco ci sono 75 milioni di euro al mese che Parigi non ha la benché minima intenzione di perdere.
In realtà la Tav, a sostegno della quale sabato scorso sono scesi in piazza in 40 mila a Torino, continua ad essere terreno di scontro nel Governo italiano tra i Cinque Stelle, che non la vogliono, e la Lega che invece è intenzionata a dare ascolto alle categorie produttive del Nord e perciò a realizzarla. Ieri Toninelli si è arrampicato sugli specchi accreditando la disponibilità della ministra francese a congelare le gare per la realizzazione del tunnel di base, ma questa ipotesi non risulta agli atti. Tanto più che quel tunnel è nei trattati internazionali, è stato votato dal Parlamento italiano e controfirmato dal Presidente della Repubblica.
Ma se le gare d’appalto per il tunnel non cominciano, il ritardo farà perdere 2,5 milioni al giorno, cioè 75 milioni al mese, visto che l’Unione europea ha garantito il finanziamento del 41% delle spese per la realizzazione dell’opera e che per il periodo 2015-2019 sborserà 813 milioni dei circa 2 miliardi del costo totale. Ma, naturalmente, se entro la fine dell’anno prossimo non verranno realizzati lavori per 2 miliardi, Bruxelles taglierà i finanziamenti. A meno che la Ue non conceda, come spera Toninelli, l’ennesimo rinvio. Ma i giochi pirotecnici dei grillini stanno finendo e l’Italia che lavora ha detto con chiarezza che vuole la Tav