“Non possiamo escludere, se ci sono ritardi prolungati, di dover chiedere all’Italia i contributi già versati” per la Tav, oltre al “rischio che, se i fondi non sono impiegati, possano essere allocati ad altri progetti” europei.
L’avvertimento della Commissione europea sulla Tav è chiaro: mentre il Governo continua a litigare – con Salvini favorevole all’opera e i Cinque Stelle che ribadiscono il No, Bruxelles fa sapere che presto potrebbe presentare il conto.
“La attuale analisi costi-benefici” su cui lavora il governo italiano “non è stata richiesta dalla Commissione”, ha detto il portavoce, ricordando che già era stata presentata nel 2015.
“Dobbiamo stare attenti ai ritardi che già ci sono a causa della sospensione degli appalti”, ha continuato il portavoce europeo, facendo leva sugli 813,8 milioni di euro i fondi Ue approvati e stanziati per la Tav. Finora Bruxelles non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte di Roma.
Immediata la replica del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli che, come di consueto sceglie Twitter: “L’analisi costi benefici sulla Tav – afferma – è stata decisa da un Governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione”.
Ospite di Coffee Break su La7, il ministro rincara la dose sul cantiere dell’alta velocità Torino-Lione. “Nel capoluogo piemontese c’è bisogno di una metro 2, non di un buco nella montagna che nasce per trasportare persone e diventi trasporto merci”, ha detto Toninelli. “Chi se ne frega di andare a Lione, lasciatemelo dire”.
Nel frattempo occorre registrare l’ennesimo scivolone di Toninelli, ancora una volta sul Brennero. Dopo i disagi sulla A22, il ministro aveva parlato di “grande mangiatoia delle autostrade”, affermando la necessità di “una gestione totalmente pubblica”. Peccato, che sia già così. “Quando si parla di mangiatoia si dovrebbe sapere che questa è una società pubblica, gestita dal pubblico, controllata dal pubblico e che il pubblico intende possibilmente continuare nella gestione, perché vuole avere una voce in capitolo per quanto riguarda il transito sui propri territori e non essere un mero osservatore di quello che avviene su un corridoio autostradale”. Queste le parole del presidente di Autostrada del Brennero, Luigi Olivieri, in un’intervista al Sole 24 Ore.
Nel dettaglio, l’84% della società è controllata da soci pubblici, tra i quale la Regione Trentino Alto Adige e le Province autonome di Trento e Bolzano. Solo il restante 16% è quindi in mani private.
Autostrada del Brennero, che il 20 febbraio festeggerà 60 anni, “è nata per merito assoluto degli enti locali, i quali hanno voluto realizzare un’autostrada che in quel momento non si pensava di realizzare”, ha aggiunto Oliveri.