Sulla Tav alla fine Giuseppe Conte ha deciso per il sì. A pochi giorni dalla risposta che il governo italiano è tenuto ad inviare a Bruxelles, e dopo che la Francia ha già confermato il suo impegno al progetto, il presidente del Consiglio ha scelto la diretta Facebook per informare gli italiani. “Rappresento un governo – ha detto il premier – appoggiato da due forze politiche che sul punto la pensano in maniera opposta. In gioco ci sono tanti soldi, che sono vostri, e vanno gestiti con la massima attenzione. Vanno gestiti come farebbe un buon padre di famiglia”.
Ma dopo aver frenato sulla Tav per un anno, come si spiega la svolta in positivo? “Sono pervenuti dei fatti nuovi, elementi da tener conto nella risposta che dobbiamo dare” all’Europa “entro venerdì. L’Ue si è detta disponibile ad aumentare lo stanziamento dal 40% al 55%, questo ridurrebbe i costi” per l’Italia”. Ma soprattutto, “non realizzarla – spiega Conte – costerebbe più che farla. La decisione di non realizzare l’opera ci esporrebbe a tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia“.
“A queste condizioni solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale” per fermare la Tav, visto che la ratifica dell’accordo è stata fatta dal Parlamento è la conclusione di Conte.
Tutti elementi, ben inteso, disponibili da lunga data e non da oggi. Tanto che lo fa notare il segretario Pd Nicola Zingaretti:
Nel tam tam della politica, c’è chi vede nell’uscita di Conte un tentativo di smarcarsi dal M5S e giocare la partita con la Lega, favorevole alla Tav, in modo autonomo. E c’è anche chi vede nella posizione di Conte una candidatura a gestire una formazione politica autonoma. Troppo presto per trarre conclusioni, bisognerà vedere le prossime mosse come la relazione in Parlamento sul caso Russia e la trattativa sulle autonomie regionali differenziate. Tutto si giocherà nelle prossime ore, tra mercoledì e giovedì.
E Luigi Di Maio? Anche lui risponde via Facebook e scarica sul Parlamento: “Ho ascoltato attentamente le parole del Presidente Conte, che rispetto. Il Presidente è stato chiaro, ora è il Parlamento a doversi esprimere. Sarà il Parlamento, nella sua centralità e sovranità, che dovrà decidere se un progetto vecchio di circa 30 anni e che sarà pronto tra altri 15, risalente praticamente alla caduta del muro di Berlino, debba essere la priorità di questo Paese”. Ma Di Maio non può non sapere, mentre scrive queste parole, che in Parlamento – se proprio si vuole arrivare alla conta – i numeri danno ragione al “partito”, trasversale quanto si vuole, #siTav: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e il Pd sono tutti favorevoli al progetto.