La TAV Torino-Lione va verso la bocciatura. La notizia era nell’aria da settimane, visto che il comitato di sei esperti nominato dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli e guidato dal docente del Politecnico di Milano Marco Ponti è notoriamente e da tempo contrario alla grande opera (cinque componenti su sei hanno già in passato manifestato e motivato la loro contrarietà), ma a dare l’indiscrezione della sua presunta ufficialità è l’agenzia Bloomberg, citando fonti vicine al dossier. L’attesa analisi costi-benefici avrebbe dunque dato, secondo Bloomberg, esito negativo: l’opera, che prevede in particolare il discusso tunnel ferroviario di 57,5 km tra Italia e Francia (6 dei quali sono già stati completati, in territorio francese), non è economicamente sostenibile.
Secondo Bloomberg si tratta dunque di “una grande vittoria per il Movimento 5 Stelle”, da sempre ostile alla realizzazione di un’infrastruttura in buona parte finanziata dall’Ue e che ha già superato, dal 2000 ad oggi, ben sette analisi costi-benefici realizzate da soggetti diversi, tutte con esito positivo. Un recente studio della Bocconi ha persino stimato che il blocco temporaneo o definitivo della tratta transfrontaliera della Torino-Lione porterebbe a una perdita di benefici economici per oltre 20 miliardi di euro, considerando solo i primi 50 anni di vita dell’opera. Toninelli al momento smentisce che “sia stata completata l’analisi costi-benefici sul Tav Torino-Lione. Quando sarà effettivamente portata a termine e sarà stata condivisa con gli interlocutori interessati, sarà naturalmente pubblicata, in ossequio a quel principio di trasparenza che abbiamo sempre osservato”.
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Quello commissionato dal ministro pentastellato è dunque l’ottavo studio costi-benefici: non sorprende che potrebbe (secondo Bloomberg è) il primo a dare esito negativo, visto che lo stesso Toninelli ha spesso ripetuto di essere contrario alla linea ad alta velocità Torino-Lione perché danneggerebbe la comunità locale e costerebbe troppo. In ogni caso, una decisione definitiva del ministero delle Infrastrutture e Trasporti sull’eventualità che i lavori continuino è prevista solo in una fase successiva, dopo una revisione degli oneri amministrativi che comporterebbe bloccare la Tav (che sono stati stimati in due miliardi di euro, oltre ai già citati danni economici). Intanto però a dicembre il ministero ha chiesto a Telt, la società italo-francese che sta costruendo la linea, di posticipare la pubblicazione di nuovi bandi fino al prossimo anno. Il collegamento, che secondo i piani dovrebbe essere operativo nel 2030, costerà in tutto 8,6 miliardi, di cui solo un terzo all’Italia: consentirà di andare da Milano a Parigi in treno in 4 ore e di effettuare su rotaia almeno il 30% del traffico merci, come previsto dagli accordi COP21 di Parigi..