Si alza la tensione nel governo sul caso Tav. Giovedì pomeriggio il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è di fatto schierato dalla parte del Movimento 5 Stelle: “Non muovendo da nessun pregiudizio ideologico o fattore emotivo – ha detto – ho espresso forti dubbi e perplessità sulla convenienza della Tav e lo ribadisco. Non sono affatto convinto che questo sia un progetto infrastrutturale di cui l’Italia ha bisogno”. Il Premier, tuttavia, assicura che “una crisi di governo è esclusa: sarebbe assurdo”.
LA MINACCIA DI SALVINI
Dopo circa tre ore, però, arriva la reazione di Matteo Salvini, che alza lo scontro nella maggioranza a livelli fin qui mai visti: “Se i Cinque Stelle con il no al Tav vanno fino in fondo – avverte il vicepremier leghista – ci vado anch’io. Se qualcuno mi dice che non servono i treni, non serve aiutare gli imprenditori, gli agricoltori e i pendolari e va fino in fondo, anche io vado fino in fondo, perché l’Italia non può rimanere scollegata dal resto d’Europa. Abbiamo speso dei soldi per scavare chilometri di tunnel sotto una montagna. Nessuno mi farà cambiare idea sulla Tav e nessun ministro della Lega firmerà per bloccare i lavori, spero che nelle prossime ore si riparta, per quel che mi riguarda si fa”.
La bordata è potente da parte del ministro dell’Interno, che però non vuole intestarsi la crisi e conclude dicendo: “Farò di tutto perché il governo non cada”. Il muro contro muro, però, sembra ormai inevitabile.
LA REPLICA DI DI MAIO
Il leader pentastellato, Luigi Di Maio, si dice “sbalordito dalla minaccia di crisi di governo che viene dal ministro Salvini. Questo è un momento in cui ci sono milioni di italiani che aspettano di essere risarciti perché truffati dalle banche, di ricevere il reddito di cittadinanza, di andare in pensione con quota 100. E il ministro Salvini minaccia una crisi di governo? E poi per cosa? Noi stiamo chiedendo soltanto di far avviare al Presidente del consiglio un’interlocuzione con la Francia e con la Commissione alla Tav”. Di Maio però dice anche di non essere disposto a mettere in discussione il No alla Tav: “Per noi i bandi devono essere sospesi. Fa fede l’analisi costi-benefici del ministero delle Infrastrutture, che è negativa”.
Il capogruppo Cinque Stelle al Senato, Patuanelli, taglia corto: “Se c’è l’a Tav non c’è il Governo, se c’è il Governo non c’è la Tav”.
LA CONTROREPLICA DI SALVINI
Salvini non raccoglie la provocazione arrivata dal capo politico grillino: “Io irresponsabile? Di Maio parlava ai suoi”. Poi annuncia: “Oggi non c’è nessun vertice, ne riparliamo lunedì: io sono per fare e non per disfare”.Infine, assicura che “lunedì partiranno i bandi”.
LE POSIZIONI DI FRANCIA E UE
Intanto Conte ha chiesto un confronto con Francia e Ue, perché senza accordo con Parigi e Bruxelles i costi di un No italiano alla Tav sarebbero molto più pesanti. In realtà però la posizione francese e quella europea sono note già da tempo. Proprio ieri la ministra francese per le Infrastrutture ha ribadito che la Francia ha già firmato un trattato con l’Italia, che prevede la realizzazione del tunnel: “Si tratta di un progetto molto importante – ha detto – spero che gli italiani diranno che realizzeranno il tunnel insieme a noi”. La ministra ha poi sottolineato che l’Ue è pronta a finanziare l’opera al 50% e non più al 40%.
Da Bruxelles intanto ripetono che l’Italia rischia di perdere 813 milioni di euro di fondi comunitari se decidesse per uno stop alla Tav. La Commissione non conferma, ma secondo alcune indiscrezioni sarebbe pronta una lettera al nostro governo per sollecitare una decisione sulla Tav.
C’è anche la questione delle ripartizioni dei costi sollevata da Conte perché sfavorevole al nostro Paese. Fonti di Bruxelles ricordano però come questo sia parte integrante dell’accordo tra i due Paesi: l’Italia contribuisce al 58% perché la Francia deve sostenere costi maggiori per attrezzare gli accessi alla tappa ferroviaria nel territorio nazionale rispetto ai costi sostenuti dall’Italia.
LO STUDIO DI PONTI CHE LODA LA TAV
Mentre lo scontro va avanti viene fuori uno studio che imbarazza (e non poco) il Governo, rivelato rivelato da La7 in un servizio di Frediano Finucci. Un’analisi riservata della Commissione Ue dal titolo “The impact of TEN-T completion on growth, jobs and the environment” loda i vantaggi del corridoio del Mediterraneo che comprende anche la Torino Lione.
Lo studio è stato redatto da numerosi ricercatori tra cui spunta a sorpresa anche la società ‘Trt trasporti e territorio’ presieduta da Marco Ponti, cioè il professore che insieme ad altri tecnici ha curato l’analisi costi-benefici commissionata dal ministero delle Infrastrutture che ha bocciato perentoriamente la Tav considerandola “troppo costosa”. Proprio sulla base di questa analisi il ministro Toninelli ha espresso la sua contrarietà all’opera.
“Lo studio” commentano fonti del Mit “ha visto una partecipazione solo marginale della società ‘Trt trasporti e territorio, presieduta dal professor Marco Ponti. Quest’ultimo, peraltro, non solo non ha firmato la ricerca, ma non ne conosce in alcun modo i contenuti”.
“Va precisato – continuano – che si tratta di una analisi riconducibile a quelle di valore aggiunto, fondata sul moltiplicatore keynesiano, metodo che non ha nulla a che fare con la analisi costi benefici effettuata sulla tratta Torino-Lione”.