Parola di Janet Yellen: i tassi Usa aumenteranno entro l’anno. Il presidente della Federal Reserve, che ha parlato in pubblico per la prima volta dopo il vertice della Banca centrale di una settimana fa, è stato esplicito: “Ho sempre detto che sarà probabilmente appropriato alzare i tassi dei Fed fund entro l’anno e continuare ad aumentare i tassi a breve a mano a mano che migliora il tasso di occupazione e l’inflazione si avvicina all’obiettivo del 2 per cento”. Il mondo, insomma, non è così malato da non poter tollerare una mossa Usa verso la normalità dei mercati monetari.
Intanto, però, si moltiplicano i segnali negativi: la scintilla dello scandalo Volkswagen ha innescato una violenta crisi del comparto automotive. L’indice europeo di settore ha perso ieri un altro 3,37%, nonostante il rimbalzo della casa di Wolfsburg, a conferma che il dieselgate non si esaurirà con il ribaltone ai vertici di Vw. Dall’industria globale arrivano altri segnali recessivi (vedi Caterpillar a Wall Street).
Stamane, da Tokyo, suona un altro campanello d’allarme: il ritorno della deflazione. L’indice dei prezzi ad agosto segna -0,1%, come non accadeva dall’agosto 2013. E’ più probabile, a questo punto, un’altra iniezione di Qe sulla cui efficacia, però, si cominciano a nutrire dubbi. Debole stamane la Borsa di Tokyo (-0,2%). Poco mossa Hong Kong. In ribasso i prezzi del petrolio e delle materie prime. Il Brent è invariato a 48,12 dollari al barile.
TEMPESTA CATERPILLAR SU WALL STREET
Contrastata Wall Street, che ha chiuso i battenti prima del discorso di Janet Yellen: S&P -0,3%, Dow Jones -0,5%, Nasdaq -0,4%. La Borsa Usa è stata travolta dalla caduta di Caterpillar, uno dei “pesi massimi” dell’industria Usa, in ribasso del 6,4% dopo avere annunciato un profit warning: i ricavi del 2015 ammonteranno a 48 miliardi di dollari, uno in meno rispetto alle precedenti indicazioni, mentre gli utili scenderanno dl 5%. La corporation licenzierà 5mila dipendenti.
Pesanti i riflessi su Cnh Industrial: -5,7%, a 5,78 euro a Piazza Affari, nuovo minimo storico dalla quotazione del 2013.
MILANO LA BORSA PEGGIORE
La vicenda Volkswagen, intanto, si rivela ogni giorno di più un disastro senza limiti per l’industria europea dell’auto. Ma il ribasso si è diffuso un po’ a tutti i settori: Costruzioni -3%, Materie prime -3,4%, Petroliferi -2,8%. A Milano, ieri la Borsa peggiore, l’indice Ftse Mib ha perso il 2,31%, a 20.581 punti. Seguno nell’ordine Madrid e Parigi (-1,93%), Francoforte (-1,92%) e il Ftse 100 londinese (- 1,17%).
SBANDA FIATCHRYSLER. ORA E’ BMW NEL MIRINO
Il bollettino dell’auto è impressionante. A Milano Fiat Chrysler è scesa del 7,5%, terminando l seduta a 11,37 euro, peggior blue chip della giornata. Sotto tiro anche Brembo (-4,5%). Forti perdite anche per gli altri titoli industriali: Finmeccanica -2,9%, StM -3,9%. Giornata da incubo a Francoforte per Daimler (-4,4%) e soprattutto Bmw che ha limitato i danno a- 5,2% dopo avere toccato -9% in mattinata.
A far cadere il titolo sui minimi degli ultimi due anni è un articolo di Autobild in cui si legge che, in una prova su strada, la BMW X3 con motore diesel ha riportato livelli di emissione 11 volte superiori ai limiti massimi stabiliti dalla normativa europea. Il giornale tedesco cita un’indagine del Council on Clean Transportation americani sulle differenze tra i test in laboratorio e quelli reali. BMW ha respinto le accuse e smentisce l’uso di sistemi in grado di riconoscere quanto il motore viene sottoposto a test.
A Parigi Renault ha perso il 2,1%, mentre Peugeot è finita in ribasso del 3,9%.
GALLEGGIA VOLKSWAGEN: OGGI L’INCARICO A MUELLER
In mezzo alle macerie galleggia Volkswagen: dopo le perdite di inizio settimana (-38% in due giorni) il titolo ha chiuso ieri a +0,4%, dopo aver segnato un balzo del 6% in mattinata sull’onda delle dimissioni di Martin Winterkorn, cui andrà, salvo sorprese, una liquidazione di quasi 60 milioni di euro. Oggi il board del gruppo designerà il successore: sembra scontata l’incoronazione di Matthias Mueller, ceo di Porsche, personaggio gradito a Ferdinand PIech, il grande nemico di Winterkorn, che assapora il dolce frutto della vendetta. Ma a caro prezzo, perché lo scandalo si allarga.
Il ministro dei Trasporti tedesco ha annunciato che saranno condotti test “a campione” sulle emissioni di veicoli prodotti da tutte le case automobilistiche: non è difficile prevedere una stagione di controlli più severi e più costosi.
MPS VOLA. ALEXANDRIA APPARTIENE AL PASSATO
La nota lieta di giornata arriva da Monte Paschi: il titolo ha messo a segno un rimbalzo del 6,2%, innescato dalla notizia che la banca ha trovato un accordo con Nomura per chiudere il famigerato contratto Alexandria: MontePaschi paga ai giapponesi “solo” 359 milioni, contro i 799 milioni del prezzo originario pattuito.
L’operazione, chiusa con uno “sconto” di 440 milioni, genererà un impatto negativo una tantum sui conti del 2015 di 88 milioni al netto delle imposte e un incremento del patrimonio tangibile di 257 milioni. I commenti degli analisti sono stati tutti positivi dal momento che questa operazione consente di liberare liquidità e rafforzare gli indici patrimoniali.
In rosso le altre banche, con l’eccezione di Mediobanca (+0,1%). Unicredit è scesa dell’1,5%, Intesa-1,3%. Banco Popolare ha chiuso in calo dello 0,8%. Generali ha perso l’1,5%.
A FONDO MEDIASET E BUZZI. PII’ VICINO L’AUMENTO SAIPEM
Nel resto del listino da segnalare la pesante caduta di Eni (-3,3%). Saipem è in calo dello 0,2% dopo il -4% del giorno precedente. Le voci sempre più insistenti sull’arrivo di un aumento di capitale convincono gli analisti a restare prudenti sul titolo. Canaccord ha confermato il giudizio Sell con target price a 7 euro. Kepler Cheuvreux ha ribadito la raccomandazione Hold con targeta 7,40 euro.
A fondo Mediaset, che ha lasciato sul terreno il 4,7%. Giù anche Buzzi (-5,88%), penalizzata dal downgrade di Morgan Stanley a equalweight da overweight, con prezzo obiettivo che sale a 16,75 da 16,5 euro.