Finché la barca va, lasciala andare. Il ritornello della vecchia canzone di San Remo illustra bene le decisioni della Fed: i tassi non si toccano né oggi, né per tutto il 2020, è il responso unanime del board della Banca centrale. L’economia cresce ad un ritmo sostenuto ma non si vedono segnali di surriscaldamento. Certo, in caso di perdurante aumento dell’inflazione, la Fed potrebbe intervenire, ma l’ipotesi non è all’orizzonte, al punto che nel comunicato finale è scomparso il termine “incertezza”. Un bel regalo di Natale per le Borse, positive all’avvio di una giornata cruciale, tra le elezioni britanniche e le trattative Usa/Cina per scongiurare l’aumento dei dazi.
SALGONO LE BORSE, MA C’È L’INCOGNITA DAZI
Ieri sera, dopo l’annuncio, Wall Street si è rimessa in marcia. L’S&P500 ha guadagnato lo 0,3%, il Nasdaq lo 0,44%. Dow Jones +0,11%.
Positive stamane le Borse asiatiche, nonostante si avvicini la scadenza dell’aumento delle tariffe (156 miliardi di dollari) sull’import di Pechino. Oggi Donald Trump s’incontrerà con i suoi consiglieri per prendere una decisione. Secondo Reuters i dazi non saranno cancellati. Il Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,3%, l’Hang Seng di Hong Kong dell’1,2%, il Kospi di Seul dell’1,3%. In lieve calo l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen.
Si indebolisce il dollaro. L’euro sale a 1,11405 sulla valuta Usa, ai massimi da cinque settimane in attesa del direttorio della Bce che, previsione generale, non dovrebbe toccare i tassi.
ARAMCO IN VOLO VERSO I 2 MILA MILIARDI DI DOLLARI
Risale il petrolio. Brent a 64 dollari il barile, +0,5%, dal -1% di ieri. Saudi Aramco, ormai il titolo più capitalizzato al mondo, potrebbe arrivare oggi a 2.000 miliardi di dollari di valore: ieri al debutto alla Borsa di Riyadh il titolo ha guadagnato il 10%, il massimo di scostamento concesso dalle regole di quel mercato, a 35,2 riyals, corrispondenti a 1.880 miliardi di dollari di capitalizzazione. Se stamattina il trend fosse lo stesso, la società arriverebbe all’obiettivo fissato dal principe Mohammad Bin Salman, fissato quattro anni fa: 2.000 miliardi di dollari.
L’oro ha chiuso in rialzo dello 0,7% a 1.474 dollari, terzo giorno di guadagno. Aumenta sui mercati la richiesta di metallo giallo per proteggere il risultato positivo raggiunto nel corso di un anno record.
LA UE SCOMMETTE SUL “FUTURO VERDE”
Non sarà la Bce, in occasione del primo direttorio guidato da Christine Lagarde, a rovinare la festa. L’incertezza riguarda semmai l’esito delle elezioni inglesi. Il primo dato arriverà alle 22 (le 23 in Italia). Solo allora si saprà se Boris Johnson avrà ottenuto un margine sufficiente per dare il via alla Brexit oppure se dovrà scendere a patti con i laburisti che chiedono un referendum bis. I leader europei, riuniti a Bruxelles, esamineranno la situazione in tempo reale.
Intanto, i listini europei hanno vissuto una seduta positiva, nell’attesa delle decisioni delle banche centrali. In questo quadro ha trovato ampio spazio il piano per rendere l’Unione europea il primo continente “neutro dal punto di vista climatico” entro il 2050. La presidente Von der Leyen si è impegnata a presentare la prima “legge europea sul clima” entro marzo 2020 con l’obiettivo iniziale di ridurre le emissioni di carbonio almeno del 50% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Fin da subito si aprirà una partita da giocare su più fronti: il fisco, le regole ambientali, il confronto con gli altri continenti.
PIAZZA AFFARI RISALE SOPRA QUOTA 23MILA
Piazza Affari sale dello 0,14% e si consolida oltre quota 23mila, a 23.155 punti.
Positivi gli altri mercati: Francoforte +0,57%, Parigi +0,22%,
Meglio di tutti Madrid (+0,77%), dove brilla la stella di Inditex (+5,24%), ovvero un aumento della capitalizzazione di oltre 4,5 miliardi che segue a ruota l’aumento dei profitti della capogruppo di Zara: 2,7 miliardi nei primi mesi (+12%).
Piatta Londra (+0,03%). La vigilia del voro ha portato un po’ di incertezza. YouGov, la società che ha previsto con esattezza il risultato delle ultime consultazioni due anni fa con un elaborato sondaggio che stima gli esiti in singole circoscrizioni, ha più che dimezzato la maggioranza che Johnson potrebbe conquistare portandola a 28 seggi, dai 68 indicati due settimane fa. I possibili scenari vanno ancora dal trionfo dei conservatori di Johnson a una sospensione del Parlamento senza il controllo di alcun partito.
SPREAD A 154 PUNTI, DECENNALE A 1,21%
Seduta stabile sul secondario italiano, con lo spread fra Btp 10 anni e Bund di pari durata fermo a 154 punti base e il rendimento del decennale italiano a 1,21%.
Sul primario sono stati assegnati Bot annuali con rendimento in calo a -0,191%, in flessione di 6 centesimi rispetto all’asta del mese scorso.
TRACOLLA SAFILO ORFANA DI LVMH
Le crisi aziendali entrano in Piazza Affari. Safilo (-25,47%) sprofonda nel giorno della presentazione del nuovo piano industriale al 2024. La società controllata dal fondo olandese Hal ha annunciato che chiuderà lo stabilimento di Martignacco (700 esuberi) a seguito del drastico calo della produzione causato dalla perdita della licenza con Lvmh. Il Cfo Gerd Graehsler ha spiegato che la società non distribuirà dividendi per i prossimi cinque anni in quanto ritiene di poter creare più valore investendo nella ristrutturazione e nel rilancio dell’azienda che non destinando risorse agli azionisti.
In calo nel made in Italy anche Moncler (-1,9%): Kering ha per ora rinunciato all’acquisto. UBS ha tagliato la raccomandazione da Buy a Neutral, alzando il prezzo obiettivo da 40,0 a 42,0 euro.
NEXI AL TOP, BOFA PROMUOVE TIM
La migliore blue chip ieri è stata Nexi (+3%). Tra i Big in evidenza Enel (+1,3%): Moody’s ha assegnato il rating Baa2 alla controllata spagnola Endesa, con outlook positivo.
Bene tra gli industriali Buzzi (+2%), confermata nella selected list di Kepler, e Pirelli (+1,3%). Fuori dal listino principale brilla Sogefi (+8,15%), in odore delisting.
Tim +0,76%: Bank of America-Merrill Lynch ha alzato il prezzo obiettivo a 0,84 euro, confermando la raccomandazione buy.
In calo Juventus (-1,7%) alla vigilia della conclusione dell’aumento di capitale.
Tra le banche, Unicredit (+0,4%) ha ricevuto la promozione di Banca Akros. Banco Bpm (-0,2%) non potrà scendere sotto la soglia del Common Equity Tier 1 di 9,505%: il requisito minimo è stato fissato dalla sorveglianza della Bce.