Nel corso dell’anno sia la Fed che la Bce taglieranno i tassi d’interesse ma non subito. Prima vogliono capire meglio se l’inflazione continuerà a scendere o no e soprattutto vogliono veder chiaro nella dinamica dei salari. Per ora dunque i tassi non si toccano e restano ai massimi: tra 5,25% e 5,50% in America e al 4,5% nell’Eurozona. L’intervento di ieri sera del Presidente della Fed, Jerome Powell, era atteso ma nessuno si aspettava colpi di scena. Tuttavia Powell ha detto che “l’aggiustamento non è lontano” e ha promesso tre tagli, di 25 punti base l’uno, entro l’anno fino a portarli al 4,6%. Non è ancora definita la tempistica ma la riduzione del costo del denaro ci sarà e infatti i mercati finanziari hanno preso bene l’annuncio. Prima di passare dalle promesse ai fatti, Powell ha sostenuto che vuol capire meglio l’andamento dell’inflazione “che non è lineare” mentre ha concesso che per ora, almeno in America, “il mercato del lavoro non è motivo di preoccupazione”.
Meno rassicurante e più incerta invece la Presidente della Bce, Christine Lagarde, che, per tenere a bada i falchi della Bundesbank, è stata costretta a prender ancora tempo sui tagli, anche se il primo arriverà probabilmente a giugno. Lagarde ha riconosciuto che c’è il rischio di abbassare i tassi in ritardo accendendo così le spinte recessive non solo in Germania ma ha dichiarato che, prima di decidere i tagli, vuol vederci chiaro sui salari. Speriamo che non lo faccia troppo tardi.