A spiegare la fame dei mercati per i titoli del debito più attraenti può servire il racconto di quel che è successo ieri a Canberra, quando i rappresentanti del Tesoro australiano hanno esaminato le offerte per i titoli all’asta. Ad aggiudicarsi l’intero lotto di 800 milioni di dollari (534 milioni di euro) è stato un solo compratore, la cui identità non è stata rivelata. Ma questo non è dipeso dall’assenza di domanda: 42 potenziali acquirenti, per un importo quattro volte superiore all’offerta, sono rimasti a bocca asciutta, tanta è la fame per l’offerta dei titoli a 12 anni al rendimento in ascesa al 2,72%. La corsa ai rendimenti dei bond è stata anche all’origine di un brusco calo della Borsa di Sidney, in calo dell’1,3%.
L’Australia è un buon esempio degli umori dei mercati dopo i segnali al rialzo in arrivo dai verbali delle ultime riunioni della Fed e della Bce: in particolare ieri si è avuto la conferma che nella riunione dell’8 giugno, il direttivo di Francoforte ha già discusso l’eliminazione, dal suo messaggio di politica monetaria, dell’impegno di estendere o prolungare il programma di acquisto titoli se necessario. E’ bastato questo segnale, pur temperato dal richiamo alla necessità di “una continua cautela nella comunicazione”, ad innescare il rialzo dei rendimenti di Bund e Btp. Si entra così nel vivo dell’estate, la stagione propizia per le imboscate sui mercati. Il primo test ci sarà oggi pomeriggio, con i dati sul mercato del lavoro Usa, uno degli indicatori più seguiti dalla banca Usa.
DAZI USA SULL’ACCIAIO? LA UE PUNIRÀ IL BOURBON
In questa cornice i mercati si accingono a seguire l’avvio del G20 di Amburgo dove, tra l’altro, è previsto il primo incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump. Intanto l’Unione Europea, dopo aver siglato l’accordo commerciale con il Giappone, ha messo a punto la lista delle ritorsioni contro Washington se verranno alzate le tariffe sull’acciaio. Bruxelles reagirà inasprendo i dazi sul bourbon, il whisky Usa, il succo d’arancia e i latticini.
GIÙ IL GIAPPONE, IL NASDAQ PERDE UN PUNTO
Le novità sui tassi in arrivo dagli Usa e da Francoforte hanno condizionato la seduta asiatica. A Tokyo l’indice Nikkei si avvia a chiudere in ribasso dello 0,6%, deboli anche Seoul e Hong Kong (-0,3%).
Forte ribasso dei listini Usa, condizionati anche dalla frenata dell’occupazione nel settore privato: solo 158 mila nuovi posti a giugno contro una previsione di 185 mila. In calo sia l’indice Dow Jones (-0,7%) che l’S&P500 (-0,9%). Il Nasdaq è arretrato dell’1%. Il rendimento del Treasury Bill a 30 anni è salito a 2,90% da 2,85% del giorno prima, il movimento giornaliero più ampio degli ultimi due mesi. Rendimento del Treasury Bill a 10 anni a 2,38%, massimo delle ultime otto settimane.
FRENA TESLA, CONTROSORPASSO DI GM
Tesla ha lasciato ieri sul terreno il 7% (che si aggiunge al -7,5% della vigilia) dopo che il modello Model S non ha ottenuto il voto più alto in alcuni test condotti dall’Insurance Institute for Highway Safety. La capitalizzazione della società di Elon Musk (50,6 miliardi di dollari) è stata così scavalcata da Gm: (52,6 miliardi).
General Electric, peggior titolo del Dow, ha perduto il 3,80%: la Ue accusa il colosso di aver fornito informazioni falsi in occasione di un deal. Intel ha perso il 2,1%.
PETROLIO ANCORA GIÙ, IN EUROPA SALE SOLO MILANO
Il calo delle scorte americane di petrolio non è stato sufficiente a frenare la discesa del greggio: il Brent è sceso a 47,45 dollari, Wti sotto i 45 dollari. A Piazza Affari in calo Eni (-0,6%): sul titolo ha pesato la notizia che Bernstein ha tagliato drasticamente il target price a 15 euro da 19 euro, mantenendo però la raccomandazione Outperform. Tenaris -0,8%, Saipem -0,3%.
Borse europee in rosso sulla scia dell’apertura negativa di Wall Street. Ancora una volta ha fatto eccezione Milano (+0,66%), indice Ftse Mib a quota 21.084: il rialzo dei rendimenti deprime i mercati europei ma imprime slancio ai bancari sostenendo Piazza Affari in controtendenza. Londra ha perso lo 0,41%, Francoforte è arretrata dello 0,56% e Parigi dello 0,53%. Madrid ha perso lo 0,24%.
I BTP SCHIZZANO AL 2,27%, OGGI I CONCAMBI DEL TESORO
Dalle minute pubblicate oggi è emerso che al meeting dell’8 giugno la Bce ha aperto la porta all’eliminazione, dal suo messaggio di politica monetaria, dell’impegno di estendere o prolungare il programma di acquisto titoli se necessario. La notizia ha avuto un effetto sull’euro, che si è apprezzato dello 0,48% sul dollaro, a 1,14. “Le minute suggeriscono che l’istituto di Francoforte si sta preparando al tapering, ovvero alla riduzione del ritmo di acquisti mensili di asset, sebbene in maniera molto graduale”.
Il secondario italiano ha ampliato il calo in chiusura allineandosi al resto del comparto europeo. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attesta a 171 punti (da 167), massimo da metà giugno. In parallelo, il tasso del decennale è salito a 2,27%,dal 2,16% dell’ultima chiusura. Il trentennale si è spinto fino al 3,41%, anche in questo caso al massimo da inizio giugno.
A pesare sulla carta italiana, anche la terza operazione di concambio da inizio anno. Oggi il Tesoro offre fino a 2 miliardi di euro del Btp febbraio 2033, ritirando quattro Btp e un Ccteu con scadenze comprese tra aprile 2018 e settembre 2019.
Ieri sera il Btp febbraio 2033 scambiava a 136,523, da 139,027 della chiusura di ieri, con un rendimento a 2,851% da 2,687% del finale di seduta di ieri. A zavorrare ulteriormente la carta italiana i collocamenti spagnoli (4,3 miliardi) e francesi (5,5 miliardi a medio e lungo termine).
BANCHE AI MASSIMI DAL MARZO 2016 AL TRAINO DI UNICREDIT
L’aumento dei rendimenti di mercato ha dato un’ulteriore scossa al comparto bancario. L’indice Ftse del settore bancario italiano (+1,8%) si è portato su livelli che non vedeva dal marzo 2016 a 11.723 punti. L’indice Eurostoxx del settore è salito dell’1,3%. Perfino il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto ieri che il sistema bancario italiano sta andando nella giusta direzione.
A favorire il rialzo è infatti anche il cammino del decreto per il salvataggio delle banche venete che si avvia verso il voto di fiducia, dopo l’alzata di scudi del M5S. Inoltre, la soluzione condivisa con le Autorità europee delle crisi di Mps e delle banche venete dovrebbe quanto meno alleggerire la pressione della speculazione sul nostro settore nei prossimi mesi.
A tirare la volata è stata Unicredit che nel finale ha toccato i nuovi massimi degli ultimi 15 mesi a 17,50 euro. Intesa+0,7%, Banco Bpm +3,5%, Ubi +1%.
Buon rialzo anche delle assicurazioni: Generali +2,1%, Unipol+0,8% e UnipolSai +1%. Nel risparmio gestito Banca General ha guadagnato il 2%, Fineco+2%.
Mediobanca ha azzerato le perdite della mattina chiudendo in rialzo a 8,85 euro. Il Cda del gruppo di Piazzetta Cuccia, si è riunito nel pomeriggio di mercoledì per definire i numeri del budget dell’esercizio 2017-18, cominciato ufficialmente l’1 luglio, sulla base del preconsuntivo dell’anno fiscale appena concluso i cui conti sono buoni e in linea con le attese.
Una nota a parte la merita Banca Carige: +0,24% al termine di una seduta in altalena che ha portato il titolo anche a guadagnare il 6% dopo aver messo a segno un rally del 34% nell’ultima settimana dai minimi storici. Ieri la banca ha annunciato di aver ceduto sofferenze per 938 milioni a un prezzo pari al 33%.
È stato ufficialmente avviato il processo di cessione della partecipazione di controllo di Veneto Banca in Banca Intermobiiare.
AUTO: LA FRANCIA VIETERÀ LA BENZINA DAL 2040. LANDI RENZO +10%
Prende corpo un futuro rivoluzionario per l’auto. Dopo l’annuncio di Volvo, che dal 2019 produrrà solo vetture ibride ed elettriche, ieri è stata la Francia a imprimere una svolta al settore: Parigi intende proibire la vendita di auto a benzina e diesel “entro il 2040”. Lo ha affermato il ministro dell’Ambiente francese, Nicolas Hulot, proponendo questo obiettivo anche a livello europeo. La misura, ha aggiunto, prevede “un premio di transizione” non ancora definito.
Il traguardo è senz’altro remoto, ma non troppo, se scatteranno adeguati incentivi ambientali. La novità aiuta a spiegare la vivacità del comparto, uno dei più brillanti del Vecchio Continente. A Milano vola Brembo +4,5% con volumi ben superiori alla media. Fa ancor meglio Landi Renzo (+9,8%), una delle veterane delle alternative alle benzine ed al diesel. Avanza Fiat Chrysler (+0,83%). In ascesa anche Volkswagen (+1,81%).
ENEL SI ALELA CON BERKELEY, MEDIASET TRATTA CON SKY
Positiva Enel (+0,2%). Il gruppo ha siglato un accordo di due anni con Amber Kinetics, una start-up statunitense nata all’università di Berkeley che ha messo a punto un nuovo sistema di stoccaggio dell’energia, Enel testerà la tecnologia per individuare applicazioni commerciali su larga scala.
Sotto pressione le altre utility, che risentono di un clima di irrigidimento del costo del denaro: A2A perde l’1,4%, Terna lo 0,7% e, fuori dal paniere principale, Iren cede 1,3% ed Hera il 2,3%.
Mediaset ha perso lo 0,9% Sarebbe disponibile a cedere i diritti delle partite di Champions League della prossima stagione a Sky ma al momento una trattativa vera e propria non è in corso, ha detto il vicepresidente e AD Pier Silvio Berlusconi. Telecom Italia +0,3%.
Sias guadagna quasi il 2% dopo che ieri il governo italiano ha raggiunto un accordo di principio con le autorità europee per la proroga di alcune concessioni autostradali in cambio di investimenti.