Alla vigilia della riunione della Fed, Donald Trump è esploso: “È davvero incredibile che in presenza di un dollaro molto forte, senza in pratica traccia di inflazione, con il mondo che vacilla intorno a noi, Parigi che brucia e la Cina che va giù, la Fed pensi a un nuovo aumento dei tassi”.
Rincara la dose Peter Navarro, il consigliere della Casa Bianca che guida l’offensiva sui dazi: “Sono pazzi!”. La furia del Presidente fa da cornice alla nuova zampata dell’Orso che ha fatto precipitare gli indici di tutto le Borse, a partire da quelle Usa, ai minimi da 14 mesi.
IRA DI TRUMP, XI NON PARLA DI RIFORME
Non hanno portato lo sperato ossigeno al mercato nemmeno le parole dell’altro grande: il presidente cinese Xi JingPing ha tenuto poche ore fa il discorso per il 40° anniversario del discorso con cui Deng Xiao Ping diede il via al decollo della Cina. Ma il Presidente non ha anticipato interventi per rilanciare l’economia, in forte frenata o dato nuove indicazioni sulle promesse aperture ai capitali stranieri. Il governo della Cina, ha detto Xi Jinping, intende agire su tre fronti (le tre battaglie): l’ambiente, il contrasto alla povertà, la diminuzione dei rischi economici. Ma nessun cenno alle riforme economiche.
I MERCATI HANNO BRUCIATO 3,4 MILA MILIARDI
In questa cornice oggi è destinata a proseguire la danza dell’Orso.
Deboli i mercati asiatici che hanno seguito a ruota i cali di Wall Street. In forte ribasso l’indice Nikkei a Tokyo (-1,7%). In caduta anche il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen (-1,2%), l’Hang Seng di Hong Kong (-0,9%) e il Kospi di Seoul (-0,5%).
Lo yen, la valuta rifugio dell’area, si rafforza, a 112,5. Il cross dollaro yen è sui minimi dell’ultimo mese.
Seduta amara per Wall Street. Gli indici principali hanno subito perdite superiori al 2%: Dow Jones -2,11%, S&P 500 -2,08%. Il Nasdaq -2,27%. Anche il Russell 2000, l’indice delle Pmi, è entrato in zona recessione, con un calo dai massimi superiore al 20%.
Anche Jeffrey Gundlach, il guru noto come il “re del bond”, ha lanciato via tv l’appello alla Fed perché non tocchi i tassi. L’unico effetto, per ora, è stato un ulteriore ribasso: da settembre le Borse hanno lasciato sul terreno 3.400 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Da segnalare il forte calo di Amazon (-4,5%) in una giornata difficile per l’e-commerce dopo il profitto warning della britannica Asos.
SOTTO TIRO GOLDMAN SACHS E AMERICAN EXPRESS
Sotto tiro anche Goldman Sachs (-2,8%) per la complicità nello scandalo che ha costretto alla resa il governo della Malaysia.
Sono andate male soprattutto le società che gestiscono le carte di credito, strette tra rialzo tassi e discesa dei consumi: American Express -4,4%.
Il Treasury Note a dieci anni (il bond governativo di riferimento) tratta a 2,84% di rendimento, sui minimi degli ultimi tre mesi.
SALE L’ORO, SOFFRE IL PETROLIO. SAIPEM -6,6%
L’oro torna su: stamattina è a 1.248 dollari l’oncia (+0,2%) e ieri ha guadagnato lo 0,5%.
Scende il petrolio: proprio mentre la domanda rischia di indebolirsi, la produzione degli Stati Uniti va a gonfie vele. Il greggio Brent è in prossimità dei minimi dell’ultimo anno e mezzo, a 58,7 dollari il barile, in calo dell’1,4%.
Precipita a Piazza Affari Saipem (-6,6%) dopo il downgrade della concorrente franco-americana Technip da parte di Bofa Merril Lynch. Eni (-1,4%) vende poco più di un terzo di un giacimento situato nel Golfo del Messico a Qatar Petroleum: non ci sono dettagli sulla transazione, che dovrebbe valere intorno agli 800 milioni di euro.
NOMURA PREVEDE IL RINASCIMENTO ITALIANO
Giornata di ribassi anche per i listini europei. Non sono ancora finite le difficoltà per la Manovra, ma l’Italia non figura più al primo posto tra i problemi europei, nonostante i problemi siano tutt’altro che superati. Ma la Brexit e i maggiori costi collegati alla rivolta dei Gilets Jaunes hanno imposto nuove emergenze. Il commissario Pierre Moscovici ha twittato: “Sto lavorando per evitare la bocciatura dell’Italia. E spero di farcela”.
Piazza Affari ha lasciato sul terreno l’1,15%, scendendo a 18.693 punti.
Perdita analoga per Parigi (-1,11%). Il primo ministro francese Edouard Philippe ha confermato in un’intervista a Les Echos che la manovra francese prevede un rapporto deficit/Pil pari al 3,2%. Philippe non ha però quantificato l’effetto sul debito, oggi al 98,7% sul Pil: è probabile possa esser superata la soglia del 100%.
IL QATAR PUNTA A DEUTSCHE BANK
Francoforte -0,83%. Il Qatar starebbe pensando di aumentare la sua partecipazione in Deutsche Bank. È quanto scrive il quotidiano Handelsblatt citando un’intervista al chief executive officer del Qatar Financial Center, Yousef Al-Kaida.
Londra -1,07%. La premier Theresa May ha proposto che il voto in Parlamento sulla Brexit si tenga nella settimana che comincia il 14 gennaio.
LO SPREAD ATTORNO A 270 PUNTI
Italia, perché no? Per molti broker, a questi prezzi, i Btp possono essere un’occasione di medio termine. Nomura continua ad indicare l’Italia come possibile “cigno grigio” per il 2019, il broker giapponese ha confermato ieri di aspettarsi un rinascimento dell’Italia, dopo un 2018 segnato da un eccesso di pessimismo sulla tenuta di conti pubblici: “Un rally dei governativi italiani potrebbe essere la sorpresa del 2019%” si legge in un report. Anche Lorenzo Alfieri, country head di JP Morgan Asset Management ritiene che “l’Italia potrebbe rappresentare una sorpresa positiva per l’intera Europa” assieme a Irlanda e Portogallo.
Il mercato obbligazionario italiano ha così archiviato una seduta tranquilla, in attesa dei dettagli della manovra 2019.
Lo spread Italia-Germania sul tratto a dieci anni è rimasto in area 270 per la maggior parte della giornata. Il rendimento del Btp decennale si è mantenuto per tutta la seduta sotto la soglia di 3% attestandosi nel finale a 2,95% (contro 2,97% di venerdì).
LUSSO SOTTO TIRO. ASOS SUONA L’ALLARME PER L’E-COMMERCE
Bancari deboli in Piazza Affari. L’indice di settore è sceso del 2,2%, appesantito da Intesa Sanpaolo, Ubi, Unicredit e Banco Bpm, con cali tra il 2% e il 2,7%. Tra gli istituti a minore capitalizzazione, Carige lascia sul terreno oltre il 6%.
Sotto tiro il lusso. Moncler cede l’1,45% nonostante Morgan Stanley abbia alzato il giudizio a overweight da equal weight (target a 32,5 euro). Il broker ha promosso a Overweight anche Prada. Scendono invece Salvatore Ferragamo (-1,25%), retrocessa nel report a underweight (target da 18 a 16,5 euro), e Tod’s (-3,3% a 38 euro), che ha segnato nuovi minimi dal 2009. Negli ultimi 12 mesi, -33% ( Underweight, target price tagliato drasticamente a 37 da 55 euro).
A condizionare il settore, il profit warning a sorpresa del gruppo britannico dell’e-commerce di abbigliamento Asos, sotto del 40%. Un segnale sinistro sulle spese prenatalizie che ha colpito tutti i mercati europei. In profondo rosso la tedesca Zalando (-11,7%) e il colosso svedese H&M (-5,8%). A Milano fallisce il tentativo di rimbalzo di Ovs, che chiude invariata. Stefanel perde il 5,7% circa su nuovi minimi storici.
FININVEST COMPRA, BRILLA MEDIASET
A Piazza Affari brilla solo Mediaset, che guadagna il 2% sulla scia del rafforzamento di Fininvest nel capitale e in prospettiva di ulteriori acquisti da parte della holding della famiglia Berlusconi nei prossimi mesi. La capofila del gruppo Berlusconi ha comprato lo 0,90%, portandosi al 41,18%, dal 40,28% precedente, e al 42,8% circa dei diritti di voto. Le operazioni di acquisto da parte della holding della famiglia Berlusconi sono avvenute dal 14 al 30 novembre scorso, a un prezzo compreso fra 2,4639 euro e 2,746 euro.
Telecom Italia -0,7%. Il governo non ha intenzione di rafforzare la quota, poco sotto il 5%, che Cassa Depositi e Prestiti detiene in Telecom Italia. Lo ha detto ieri sera il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio.
In calo Stm (-1,1%) che ha pagato ieri la cedola trimestrale da 0,06 dollari.
Poco mossa Prysmian (-0,3%) nonostante la nuova commessa assegnata dalla statunitense Caldwell Marine International.
NUOVA BATTUTA D’ARRESTO PER ASTALDI
Astaldi – 4,5%. Il gruppo di costruzioni ha presentato istanza per essere autorizzata in via d’urgenza a contrarre un finanziamento pari a 75 milioni di euro, prededucibile, funzionale ad “urgenti necessità dell’attività aziendale”.
Maire Tecnimont (-3,7%) realizzerà un impianto di produzione di fertilizzanti in Russia, valore della commessa 200 milioni di euro.