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Tasse, compensazioni F24 2020: le novità in 5 punti

Cambiano le regole per portare in compensazione i crediti fiscali superiori a 5mila euro maturati su imposte sostitutive, imposte sui redditi, addizionali, Irap e Iva

Tasse, compensazioni F24 2020: le novità in 5 punti

Dal 2020 cambiano le regole per la compensazione dei crediti d’imposta. Con l’obiettivo di contrastare il fenomeno delle compensazioni indebite, infatti, il decreto fiscale collegato alla manovra ha introdotto una serie di obblighi.

1) I CREDITI INTERESSATI

Le novità riguardano i crediti d’imposta superiori a 5mila euro maturati nel 2019 su imposte sostitutive, imposte sui redditi, addizionali, Irap e Iva.

2) LA NUOVA PROCEDURA

Da gennaio, per utilizzare questi crediti come compensazione per il pagamento di altri debiti con il modello F24, bisogna seguire questa procedura:

  1. Presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione fiscale da cui emerge il credito (dichiarazione Iva, modello redditi, modello 770, modello 730 o altro); nel 2020 la prima scadenza è il 16 gennaio, ultimo giorno utile per l’Iva e per le ritenute versate dai sostituti d’imposta.
  2. Aspettare 10 giorni dalla data d’invio della dichiarazione.
  3. Presentare il modello F24 con la compensazione esclusivamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate (F24 web o F24 online). Questa prescrizione, finora limitata ai titolari di partita Iva, viene estesa a tutti i contribuenti. In altri termini: non è più consentito usare l’home banking. Rimane comunque la possibilità di delegare la trasmissione dell’F24 a un intermediario (Caf, commercialista o consulente del lavoro).

Attenzione: la soglia di 5mila euro non si riferisce al credito fiscale in sé, ma alla cifra portata in compensazione per pagare altri tributi con il modello F24.

Inoltre, sono escluse dal computo dei 5mila euro le compensazioni orizzontali, cioè quelle dei crediti utilizzati per pagare debiti della stessa imposta (naturalmente, il credito deve essere stato maturato in un periodo d’imposta precedente a quello in cui è emerso il debito).

3) I CREDITI ESCLUSI DALLE NUOVE REGOLE

Al contrario, per le compensazioni inferiori a 5mila euro e per i crediti d’imposta derivanti da agevolazioni (quadro RU della dichiarazione dei redditi) la nuova regola non vale.

Ma non è finita. Bisogna anche tenere d’occhio le date, perché la novità non si applica ai crediti maturati nel periodo d’imposta 2018 relativamente a imposte sui redditi, addizionali, imposte sostitutive e Irap. Di conseguenza, in questi casi i crediti del 2018 potranno essere compensati senza dichiarazione preventiva fino alla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi 2020 (relativa al periodo d’imposta 2019).

Diverso è il caso dei crediti fiscali maturati sull’Iva, per i quali l’obbligo di dichiarazione preventiva è stato introdotto nel 2009 e quindi, ovviamente, vale anche per il periodo d’imposta 2018.

4) IL PROBLEMA DEI TEMPI

Ora, se parliamo dell’Iva i crediti si possono portare in compensazione facilmente, perché le dichiarazioni sono trimestrali o mensili. Ma il termine per la presentazione del modello redditi e della dichiarazione Irap, ad esempio, è il 30 novembre, quindi – considerando i 10 giorni di attesa obbligata – chi si ridurrà all’ultimo potrà compensare solo oltre la prima decade di dicembre.

5) LE SANZIONI

Per i crediti portati in compensazione che risultano inutilizzabili (anche in parte), dal primo marzo 2020 le sanzioni dell’Agenzia delle Entrate seguiranno questo schema:

  • 5% dell’importo se questo non supera i 5mila euro;
  • 250 euro per i crediti superiori a 5mila euro;
  • 1.000 euro per ogni F24 respinto dal Fisco.

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