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Tari: frutta 10 miliardi ai Comuni ma la gestione è folle

Uno studio della Banca d’Italia passa sotto la lente la tassa per la raccolta dei rifiuti. E mette in evidenza la sua iniquità: il sistema penalizza le famiglie più povere. Non solo ma l’Unione europea ha sanzionato l’Italia. Ecco perché la tassa andrebbe cambiata e come.

Tari: frutta 10 miliardi ai Comuni ma la gestione è folle

Sanzionati dall’Europa per la gestione di rifiuti, ma i bilanci degli enti locali ogni anno ricevono 10 miliardi di euro dalla Tari. Lo dice uno studio della Banca d’Italia che afferma che la tassa sfavorisce le famiglie più povere.

Lo studio va ancora più nel dettaglio quando sostiene che il tributo pagato ai Comuni non incentiva l’uso responsabile delle risorse ambientali. La notizia potrebbe mettere in moto un meccanismo di revisione del sistema, ma è tutto da vedere.

In realtà andrebbero modificati i parametri di calcolo. Non considerare più la dimensione dell’abitazione ma la produzione dei rifiuti. Una riconfigurazione in chiave tariffaria – dice Banca d’Italia – più aderente allo spirito della benefit taxation.

Gli effetti? Vantaggi non solo di efficienza dell’assetto della finanza locale e di un utilizzo più consapevole delle risorse ambientali, ma in particolare una più equa ripartizione del carico fiscale. Quello che le famiglie vorrebbero.

La Tari incide sui bilanci delle famiglie come una patrimoniale. Effetto perverso di un prelievo che non distingue adeguatamente le famiglie in base alla produzione di rifiuti. Il gettito verso i Comuni è importante, ma l’origine del prelievo non è equo. Anche la composizione sociale dei contribuenti sarebbe da rivedere, dato che circa il 60% dei 10 miliardi viene preso dalle famiglie.

Dal 2016 la Tari è l’unica forma di prelievo sulla proprietà dell’abitazione di residenza con importi suscettibili di aumenti, solo se i Comuni vogliono. La conclusione dello studio guarda alla gestione complessiva dei rifiuti. È una questione di importanza centrale per l’Italia. È noto che la quota smaltita in discarica è molto elevata, rispetto agli standard europei ed internazionali.

La raccolta della spazzatura italiana resta particolarmente onerosa. “I risultati deludenti conseguiti nella gestione dei rifiuti, soprattutto in alcuni grandi centri urbani, hanno pesanti ricadute sulla qualità della vita percepita dai cittadini e sul valore del patrimonio immobiliare”. In definitiva un monito per riformare un sistema.

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