L’incubo dell’Imu si conclude oggi, almeno per il 2012, ma i sonni dei contribuenti italiani sono già turbati dall’ennesima scadenza fiscale. A gennaio si inizia infatti con la prima rata della Tares, la nuova tassa sui rifiuti che sostituirà Tarsu e Tia (a seconda del prelievo finora scelto dai singoli Comuni). A pagarla non saranno solo i proprietari di immobili, ma tutti coloro che “occupano o detengono locali o aree scoperte”.
Il prelievo sarà più caro rispetto al passato, perché dovrà finanziare interamente il servizio di igiene ambientale e i “servizi indivisibili” come l’illuminazione e la manutenzione delle strade. A questo scopo il Comune applicherà al tributo sui rifiuti una maggiorazione pari a 30 centesimi al metro quadro (elevabile a 40).
In tutto, la Tares costerà ai contribuenti italiani un miliardo di euro l’anno, che lo Stato risparmierà tagliando una somma equivalente agli ex trasferimenti ai Comuni, ora rivoluzionati dalla legge di Stabilità.
La nuova tassa è nata con il decreto salva-Italia. Le basi imponibili e il sistema di riscossione sono stati ritoccati da alcuni emendamenti dei relatori al Ddl di stabilità, che martedì dovrebbe ottenere la fiducia al Senato prima di tornare alla Camera per il via libera definitivo.
La Tares si baserà sulle stesse superfici dichiarate ai fini Tarsu o Tia. Solo quando lo scambio di informazioni effettivo fra Catasto e Comuni sarà attivato assumerà la propria base imponibile effettiva, cioè l’80% della superficie catastale dell’immobile.