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Tap e Soprintendenza: in mostra a Taranto i tesori sottomarini recuperati con gli scavi per il gasdotto

Ultimi giorni per la mostra a Taranto sui tesori ritrovati nel corso degli scavi per il Tap. Pubblicato il catalogo curato da Barbara Davidde Petriaggi

Tap e Soprintendenza: in mostra a Taranto i tesori sottomarini recuperati con gli scavi per il gasdotto

Tesori della Magna Grecia recuperati dagli abissi grazie all’archeologia preventiva. Quali tesori? Durante i lavori per la realizzazione del Tap, il gasdotto transadriatico che porta il gas dall’Azerbaijan, tra le coste albanesi e quelle italiane, a circa 780 metri di profondità, è stato ritrovato un relitto alto-arcaico con tutto il suo carico. Il relitto, riferibile ai primi decenni del VII secolo a.C., portava un carico costituito da ceramiche di manifattura corinzia, in particolare contenitori per il trasporto di derrate alimentari e ceramica fine da mensa.  Immaginarsi lo stupore e la meraviglia di fare emergere un tesoro così interessante, riportato in superficie tra il 2018 e il 2019: nel 2021 la Soprintendenza Nazionale con il sostegno di Tap ha avviato lo studio del sito archeologico sommerso e dei manufatti ritrovati e ha progettato e realizzato il restauro e la valorizzazione del carico, con una mostra e con la pubblicazione del catalogo. La mostra è stata aperta a giugno a Taranto nell’ex convento di Sant’Antonio e si concluderà il 31 dicembre 2023. Siamo dunque agli ultimi giorni. Il catalogo “Recuperati dagli Abissi. Il relitto alto-arcaico del Canale d’Otranto”, curato dalla soprintendente Barbara Davidde Petriaggi è stato presentato in questi giorni a Roma.

Recuperati dagli abissi: in mostra a Taranto i tesori della Magna Grecia

La mostra, in corso a Taranto nell’ex Convento Sant’Antonio fino al 31 dicembre 2023, ricrea le condizioni dell’archeologia subacquea e porta il visitatore negli abissi del Mar Mediterraneo, avvalendosi di tecnologie digitali di stampa 3D, installazioni tattili e di realtà virtuale, ma anche di “narrazioni che completano la suggestiva esposizione dei reperti ceramici” spiega l’introduzione alla mostra. Tra questi figura, oltre a quelli di produzione corinzia recuperati dall’abisso, anche una selezione di reperti, anch’essi corinzi, provenienti da siti archeologici di Taranto e del Salento. In particolare, nel canale d’Otranto sono stati recuperati 49 reperti tra cui 2 anfore da trasporto ripiene di olive; 5 vasi per l’acqua (hydria), 3 vasi per vino ed acqua (oinochoai); una brocca; 10 coppe per bere (skyphoi) e 29 giare pithos. 

Recuperati dagli abissi: oltre alla mostra, il catalogo

Il Tap e la Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo hanno dunque voluto fissare i tesori recuperati in un catalogo che inaugura l’edizione scientifica degli studi relativi al ritrovamento e accoglie saggi dedicati alla storia e all’archeologia delle due sponde del canale d’Otranto, con particolare riferimento alle rotte e ai commerci transmarini in età alto-arcaica. Il catalogo racconta i metodi e gli strumenti utilizzati per l’esplorazione dei siti archeologici sommersi, il recupero dei manufatti archeologici in alto fondale e l’uso delle nuove tecnologie per lo studio e la valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo. Nel suo insieme, il ritrovamento colma un vuoto nella documentazione dei relitti greci di età alto-arcaica attestati fino ad oggi nel Mediterraneo e il suo ritrovamento getta una nuova luce sui flussi di merci che si irradiavano dalla Grecia, Corinto in particolare, verso le coste della Puglia.

I reperti riemersi dal mare e in mostra a Taranto, nel video realizzato dal Soprintendenza nazionale

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