Nella politica internazionale come nella vita non si può sempre vincere ma non si può nemmeno sempre perdere. E se succede, qualche autocritica è il minimo che si possa pretendere. Tutto il contrario di quanto, con gran faccia tosta, ha fatto in settimana al Question time al Senato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Con noi l’Italia vince” aveva detto ad Atreju la premier Giorgia Meloni e Tajani si è collocato sulla scia, citando una serie di fatto assolutamente minori come presunti successi. Ma è toccato al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, suonare la sveglia e ricordare a Tajani il clamoroso tonfo su Expo 2030 dove l’Italia è arrivata terza su tre e non è stata in grado di raccogliere nemmeno i voti dei partner europei: in tutto ha preso la miseria di 17 voti su un totale di 182. E poi la Bei, ha incalzato Renzi: che senso aveva candidare l’ex ministro Daniele Franco se poi il Governo non è stato capaci di tessere le alleanze giuste per centrare l’obiettivo? E poi via con l’elenco di una serie di altri insuccessi internazionali del Governo Meloni. “Io non vedo un’Italia che vince – ha concluso sferzante Renzi – e l’unica vittoria italiana è quella nella Coppa Davis di tennis, ma stento ad assegnarla al Governo: su questo forse Sinner è meglio di lei”. Che figuraccia per il ministro Tajani: subito giù dal podio.