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Taiwan, energia, tassi: un tris che spaventa le borse. Corrono i Btp, scende il petrolio. Spread a 220 punti

Imagoeconomica

Il rally delle Borse si è spento di fronte ai venti della geopolitica. Pesano, nell’ordine: il rischio che Mosca chiuda del tutto il rubinetto del gas alla Germania, mettendo in ginocchio l’economia europea; i numeri deludenti delle industrie europee e americane, che hanno spinto al ribasso le materie prime, petrolio in testa, favorendo il ribasso delle Big Oil (Exxon Mobile -2,8%); le dichiarazioni “falco” di alcuni membri della Fed. Ma, a rendere la situazione potenzialmente esplosiva, è la visita della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, a Taiwan. È probabile che la leader democratica, terza carica di Washington, faccia tappa stanotte nell’isola nonostante Biden abbia ribadito che “non sembra una buona idea”. I mercati asiatici trattengono il respiro nell’attesa della reazione di Pechino: il presidente Xi, indebolito dalla crisi economica, non può lasciare impunita la “provocazione”, a due mesi dal Congresso del partito.

L’indice cinese perde il 2,5%, l’Australia alza i tassi

Le borse registrano così forti ribassi. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen perde il 2,5%. Hang Seng di Hong Kong -2,7%. Nikkei di Tokyo -1,5%. Taiex di Taiwan -2%.

La Bank of Australia ha alzato di 50 punti base i tassi di interesse, portandoli a 1,85%, ma ha anche ammorbidito la guidance su futuri rialzi prevedendo sì un’accelerazione dell’inflazione ma anche un rallentamento dell’economia.

Il future dell’Eurostoxx giù dello 0,5%

Il future dell’indice EuroStoxx 50 perde stamane lo 0,5%.

Ieri il rialzo iniziale si è spento nel corso della seduta. Solo Milano (+0,11%) ha chiuso in terreno positivo.

Ieri a Wall Street è stata una seduta spenta per quanto riguarda i volumi, l’S&P500 ha chiuso in calo dello 0,3%, Nasdaq -0,18%, Dow -0,14%.

Il Btp scende sotto il 3%, Bund a 0,71%

Continua, complice il timore dell’inflazione, il ritorno di interesse sulle obbligazioni. Il rendimento del Treasury Note a dieci anni ha toccato un nuovo minimo da marzo a 2,55%. Il differenziale tra il decennale ed il biennale è di 30 punti base, ai minimi della storia recente. Per trovare una curva così invertita bisogna andare al 2000. I tassi reali sono quasi a zero, sui dieci anni siamo a +5 punti base.

Stesso fenomeno in Europa: il rendimento del Btp, vicino al 4% un mese fa, scende al di sotto del 3%, al 2,86%. Il Bund tratta a +0,71%: a giugno sfiorava il 2%. Lo spread è a 220 punti base.  

Scende il Brent, calano le derrate agricole

Sale il rischio geostrategico, soprattutto a Oriente, ma scendono le materie prime. Indice Bloomberg Commodity -0,8%, dal -1,8% di ieri.

Il petrolio WTI perde lo 0,7% a 93,3 dollari il barile. Brent sotto i cento dollari il barile. Domani si riunirà l’Opec+: non sono previsti aumenti al tetto della produzione.

Lo shock petrolifero dovuto alla guerra in Ucraina, nell’ipotesi di un rialzo permanente del 40% delle quotazioni, “potrebbe causare un declino di circa lo 0,8% del Pil potenziale dell’Eurozona nel medio termine”, si legge in un’anticipazione del Bollettino economico della Bce, che verrà pubblicato giovedì. Italia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia sono i Paesi Ue i cui rating sovrani sono più esposti a uno stop delle forniture di gas russo, avverte l’agenzia Moody’s.

In calo i future delle derrate agricolo trattate a Chicago, dopo che il primo cargo con il mais ucraino è salpato regolarmente dal porto di Odessa: le Nazioni Unite hanno informato che il Razoni raggiungerà il porto di Beirut. Altre sedici navi cariche di cereali dovrebbero partire nelle prossime ore dai porti del Mar Nero.

I conti delle Generali: maxi-lascito di Del Vecchio a Milleri

Sono appena usciti i dati del primo semestre delle Generali, esaminati ieri dal cda. Il Leone ha battuto le attese degli analisti nonostante le svalutazioni sugli investimenti in Russia per 138 milioni di euro. L’utile netto si attesta a 1,4 miliardi di euro, in calo de 9% su anno, ma sopra il consensus degli analisti La compagnia ha avviato il riacquisto di azioni proprie per 500 milioni i euro.

È stato aperto il testamento di Leonardo Del Vecchio, fondatore del colosso dell’occhialeria italo-francese Essilor Luxottica. Ha lasciato 2,15 milioni di azioni, per un valore di 340 milioni di euro, al presidente e ad Francesco Milleri, e 22.000 azioni, pari a 3,5 milioni di euro, al ceo di Delfin, Romolo Bardin. Alla moglie vanno le case.

Leonardo. La controllata statunitense Leonardo DRS ha perfezionato la vendita del business Global Enterprise Solutions a Ses per un importo pari a 450 milioni di dollari.

Intesa Sanpaolo. Alla data del 29 luglio, dall’avvio del programma di buyback, la banca ha acquistato complessivamente 322.814.884 azioni, pari a circa l’1,62% del capitale sociale, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,6865 euro, per un controvalore totale di 544,4 milioni.

Saipem ha firmato un contratto da 300 milioni di euro per lavori di collegamento alla terra ferma di quattro piattaforme petrolifere situate in Sicilia.

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