Altra bocciatura per il Governo da Montecitorio. La commissione Finanze della Camera ha dato parere negativo alla retroattività del taglio agli sconti fiscali inserito dall’Esecutivo nel disegno di legge di stabilità. Il via libera al provvedimento è dunque condizionato alla cancellazione di una delle norme più controverse: quella che prevede anche per i redditi del 2012 il tetto di 3mila euro all’ammontare delle spese detraibili e l’applicazione della franchigia da 250 euro su deduzioni e detrazioni d’imposta. La commissione ritiene che l’impatto congiunturale complessivo di queste misure sia difficilmente quantificabile.
Inoltre, nel parere si specifica che il Governo dovrebbe limitare l’intervento sull’Irpef al primo scaglione (aliquota dal 23 al 22% per i redditi fino a 15 mila euro), eliminando la riduzione sul secondo (dal 27 al 26% per i redditi fino a 28 mila euro). Le risorse così recuperate dovrebbero quindi essere destinate alla sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, che dal prossimo luglio – secondo l’attuale versione del ddl – vedrà incrementare la seconda e la terza aliquota rispettivamente dal 10 all’11% e dal 21 al 22%.
Tra le altre osservazioni, la commissione chiede anche di rendere meno generica la formulazione delle agevolazioni sulla produttività. Al Governo si chiede di specificare nel disegno di legge alcune caratteristiche essenziali dell’agevolazione che nascerà dall’accordo tra le parti sociali e che sarà tradotto in un decreto della presidenza del Consiglio entro metà gennaio.
Quanto alla Tobin tax, la commissione – in linea con i rilievi arrivati oggi dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas – chiede di distinguere, a parità di gettito complessivo, l’aliquota applicabile alle compravendite relative ad azioni da quella applicabile alle transazioni di strumenti finanziari derivati.