Non è stata esattamente un’accoglienza trionfale quella che le forze politiche, istituzionali e sociali hanno riservato all’improvvisata proposta sull’Iva lanciata dal premier Giuseppe Conte a Villa Pamphili a conclusione degli Stati generali.
L’idea di Conte tagliare in modo selettivo le aliquote Iva per provare a rilanciare i consumi è piaciuta solo ai suoi sostenitori dei Cinque Stelle e alla Lega di Matteo Salvini. Approvazione condizionata perfino da parte della Confcommercio che teme si possa trattare di una riduzione solo a tempo.
Ma la bocciatura più sonora è stata quella della Banca d’Italia: il Governatore Ignazio Visco, intervenendo all’Accademia dei Lincei, ha detto chiaro e tondo al premier che anzichè di una scorciatoia sull’Iva il Paese ha bisogno di altro e cioè di una riforma complessiva del sistema fiscale, che l’Italia aspetta da anni.
Anche gli industriali non sono stati teneri con Conte e gli hanno mandato a dire che oggi la riduzione dell’Iva “non serve” perchè non è la prima mossa utile a produrre un reale rilancio dell’economia italiana.
Sul piano politico è netta la bocciatura del Pd e di Italia Viva, che preferirebbero il taglio del cuneo fiscale, mentre il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha fatto capire di non gradire e, pur non sconfessando il premier, si appresta a frenare la riduzione dell’Iva che appesantirebbe ancor di più il deficit pubblico e che richiederebbe una nuova autorizzazione del Parlamento con la benedizione delle opposizioni.