Come puntualizzato dal FMI, la politica monetaria appare troppo squilibrata a sostegno di domanda interna e finanziamento del deficit, ma poco attenta al livello dei prezzi, mentre urge un ampio deprezzamento del cambio ufficiale.
Come riportato da Atradius, sarà necessaria una ripresa degli investimenti nei settori non-estrattivi se si vuole ottenere una dinamica sostenuta nel lungo termine, a fronte dell’aumento della disoccupazione e delle difficoltà di turismo locale e industria.
Dall’analisi Atradius, se gli scenari stanno lentamente migliorando per le imprese dell'Eurozona, il primo semestre 2015 segna le difficoltà di Svizzera, Canada e Norvegia, a causa di cambio e calo degli investimenti nel settore energetico.
Nel 2016 il Paese è previsto in espansione di 0,5%, dove il miglioramento dello scenario è stato aiutato dai tagli dei tassi di interesse dalla Banca Centrale verificatisi a più riprese. In lieve recupero i prestiti alle imprese.
Come riportato da Intesa Sanpaolo, per finanziarsi il Paese deve contare su rimesse e finanziamenti di partner e organizzazioni internazionali, mentre si aggrava la vulnerabilità della valuta locale alla dinamiche regionali.
Dallo studio Intesa Sanpaolo, il quadro geopolitico ancora incerto non rappresenta difficoltà al finanziamento del deficit pubblico, mentre le riserve valutarie assicurano un’adeguata copertura del fabbisogno esterno e alle importazioni.
Secondo Intesa Sanpaolo, nel Paese che importa la quasi totalità del proprio fabbisogno energetico, la limitata sofisticazione nella produzione e il basso tasso di risparmio hanno favorito ampi deficit e un’inflazione ancora elevata.
DAL BLOG DI ALESSANDRO FUGNOLI, strategist di Kairos - Secondo Ubs "i grandi movimenti sui cambi non cambiano nulla" perchè i cambi sono meno importanti di una volta per 3 ragioni: la globalizzazione, la maggior importanza dei prezzi di produzione…
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