L’assottigliarsi del digital divide tra le generazioni
In un’epoca in cui il numero di utenti collegati a Internet sta crescendo in modo esponenziale, gli smartphone e i tablet hanno iniziato progressivamente a rubare spazio ai PC e ai computer portatili, anche se le differenze generazionali continuano a influire molto sulla scelta del dispositivo mobile da parte degli utenti. L’età, infatti, è tra i principali fattori che stanno alla base del “digital divide”, ovvero il divario tra chi ha la possibilità di accedere alle tecnologie digitali e chi non può farlo per una serie di motivi, spesso di natura socioeconomica.
Fino a pochi anni fa le differenze sembravano immense, forse incolmabili, eppure questa sorta di sperequazione tecnologica ha iniziato a restringersi sempre più velocemente e anche le fasce d’età più avanti con gli anni hanno cominciato a esplorare il mondo della rete, con curiosità e con notevole agilità. Basti pensare a Skype, che è entrato a far parte della quotidianità familiare, mettendo in contatto nonni, nipoti e genitori sparsi per tutto il mondo, in modo rapido ed economico.
In poche parole, non sono più solo i giovani e i giovanissimi a pretendere il supporto delle tecnologie di ultima generazione, oggi irrinunciabili per quasi tutti noi. Ciò nonostante, continuano ad esserci delle differenze nel modo in cui i nativi digitali e le generazioni precedenti si servono dei dispositivi mobili per informarsi, divertirsi, imparare e fare acquisti. È interessante sapere quali sono queste differenze per servire a ciascuno il contenuto adatto.
L’indagine di Millward Brown
A questo proposito è di grandissima utilità un’indagine condotta da Millward Brown – società del gruppo WPP (la più grande multinazionale dell’advertising e delle pubbliche relazioni) – specializzata in media e comunicazione e la seconda più grande organizzazione di ricerche e analisi statistiche del mondo dopo Nielsen.
Millward Brown nell’ottobre del 2014 ha condotto un’indagine su un campione di 1018 intervistati residenti negli USA tra i 16 e i 69 anni di età che quotidianamente consumano contenuti su smartphone e/o tablet. L’indagine vuol profilare l’audience in rapporto al tipo di dispositivo utilizzato così da poter ottimizzare il contenuto per il mezzo adatto di distribuzione (che oggi è uno schermo di differenti dimensioni).
Gli analisti di Millward Brown hanno diviso l’audience in tre fasce d’età (base 2015): la millennial generation includendovi i nati dopo il 1980, compresi tra i 18 e i 34 anni; la generazione X, i nati tra il 1965 e il 1980 che sono tra i 35 e i 50 anni; la boomer generation che comprende i nati tra il 1946 e il 1964, oggi compresi tra i 51 e i 69 anni.
Millennials = smartphone
Come è emerso dall’indagine Millward Brown, un fattore di primaria importanza, nel determinare le preferenze delle diverse generazioni, sembra essere la dimensione dello schermo. Le persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni, i cosiddetti “millennials”, preferiscono quello più piccolo dello smartphone, soprattutto perché questo tipo di dispositivo è molto facile da portare con sé. La generazione Y, la cui socializzazione è legata in gran parte alla tecnologia, si affida quindi pesantemente allo smartphone e spesso è definita anche “generazione mobile first”. Questo termine si riferisce alla necessità di creare contenuti direttamente in versione smartphone (e non nella forma più complessa destinata ad altri mezzi), ottimizzando gli spazi informativi e sforzandosi di restare fedeli al motto “less is more”. La semplificazione e la funzionalità sono dunque elementi fondamentali nella progettazione dei contenuti digitali, specie se si considera il tasso di crescita annuale del 25% del traffico web da mobile (in Italia, secondo le previsioni di Cisco, entro il 2018 ci saranno quasi 350 milioni di dispositivi connessi a Internet, con circa il 41% di connessioni mobili e appena un 6% di PC). Attualmente, i dispositivi più in voga tra i giovani sono lo smartphone Android (54%) e l’iPhone (53%), a cui seguono l’iPad (33%), il Windows Phone (20%) e i tablet Android come il Samsung o il Kindle Fire (20%).
Generazione X = tablet
A differenza dei millennial, la generazione X (quella dei nati tra il 1965 e il 1980) sta dimostrando di apprezzare in modo particolare le funzionalità del tablet, permettendone la rapida diffusione a livello aziendale (con l’avvento della filosofia del BYOD, “Bring Your Own Device”, che ha suggerito alle imprese l’idea di sperimentare dispositivi pratici e moderni destinati originariamente a utenti privati). Questa categoria, così come quella degli “over 50”, attribuisce grande importanza alla qualità dell’immagine e alla battitura che deve risultare il più possibile semplice e pratica. Il 55% degli utenti fra i 35 e i 50 anni ha accesso a uno smartphone Android, il 38% a un iPhone, il 31% a un tablet, il 28% a un iPad e solo il 9% a un Windows Phone (quest’ultimo ha dovuto lottare non poco per farsi strada nel mercato, perché inizialmente i suoi principali concorrenti offrivano una gamma molto più accattivante di applicazioni e funzionalità).
Baby boomers = laptop + televisione
Confermando la persistenza del “digital divide” generazionale, i “baby boomer” (nati tra il 1945 e il 1965), che appartengono invece alla generazione “laptop first”, impiegano il PC per svolgere la maggiore parte delle attività. Questa categoria sta però dimostrando una crescente apertura nei confronti delle nuove tecnologie, tant’è che il 50% dei baby boomer possiede uno smartphone Android o nel 37% dei casi un tablet, mentre il 24% utilizza l’iPhone, il 21% l’iPad e l’8% il Windows Phone. È anche la generazione che consuma più televisione: ben il 91% degli intervistati ha individuato nel piccolo schermo il dispositivo preferito.
L’informazione
Le abitudini delle diverse fasce d’età variano anche in base alle attività da effettuare e dipendono in particolar modo dai tempi richiesti: al di sopra dei 5 minuti perfino i più giovani preferiscono il laptop ad altri schermi di dimensioni troppo ridotte. I millennials tendono a utilizzare il computer per visitare blog o per leggere giornali e riviste online, mentre la generazione X, che rispetto alle altre categorie evidenzia un uso più frequente del tablet, sceglie spesso lo smartphone per guardare il meteo e il laptop per informarsi sull’attualità e lo sport o per guardare video su Internet. I baby boomers, che nella maggior parte dei casi prediligono il computer tradizionale, talvolta impiegano anche lo smartphone, ad esempio per controllare le previsioni del tempo. Infine, le tre categorie di utenti sono concordi nella scelta del laptop quando si tratta di effettuare ricerche relative alla salute, che ovviamente richiedono molto tempo a causa della grande serietà e preoccupazione con cui sono affrontate.
L’intrattenimento
Le abitudini delle diverse fasce d’età si differenziano inoltre in base ai possibili canali di intrattenimento, sebbene la fruizione di contenuti video avvenga quasi sempre su schermi di grande dimensione. Moltissimi giovani visitano siti web come YouTube e Netflix (che sembrano adattarsi agevolmente alle dimensioni smartphone e tablet), ma il 77% di loro guarda spesso la televisione. I boomers propendono decisamente per la TV via cavo, pur non essendo del tutto estranei a YouTube, DVD e Netflix. Ancora una volta, la generazione X dimostra di essere la più versatile nell’alternare i dispositivi: il 61% delle persone di età compresa fra i 35 e i 50 anni guarda la TV quasi ogni giorno, solo che il 68% degli uomini visita spesso anche YouTube, contro il 47% della frequenza femminile.
L’e-commerce
Il laptop continua ad essere un punto di riferimento costante nel campo degli acquisti online, perfino tra i giovani, anche se le preferenze degli utenti intervistati da Millward variano ampiamente in base alle diverse categorie di prodotti. Il 31% dei millennials continua ad affidarsi prevalentemente al computer per lo shopping online (soprattutto per i servizi finanziari, l’elettronica e i prodotti di largo consumo), mentre il 23% utilizza lo smartphone e solo il 15% il tablet. Nel 28% dei casi, la seconda fascia d’età utilizza il laptop per fare acquisti di ogni tipo (dalle auto alla telefonia), ma sta cominciando a passare allo smartphone (18%) (per l’elettronica e i beni di largo consumo) e al tablet (24%). Per quanto concerne invece gli ultracinquantenni, la scelta predominante è quella del laptop (31%), contro il 18% del tablet e il 13% dello smartphone (utilizzati generalmente per acquistare beni di largo consumo).
Conclusioni
La panoramica di Millward suggerisce dunque un’attenta riformulazione delle informazioni presenti in rete, che devono essere riproposte in modo pratico e funzionale su dispositivi di ogni tipo. Tuttavia, la praticità di smarphone e tablet non sembra minacciare più di tanto l’adozione dei classici computer nel contesto familiare e aziendale, a causa del livello superiore di comfort che solo i grandi schermi sono in grado di offrire. In ogni caso, per il futuro si prospetta un’inevitabile integrazione e coesistenza di dispositivi di diverso tipo, nonché il progressivo abbattimento delle barriere (di quelle generazionali e auspicabilmente anche di quelle economiche) che tutt’ora impediscono a un’ampia fetta della popolazione mondiale di trarre beneficio dai numerosi vantaggi dello sviluppo tecnologico e digitale.