Ai cittadini italiani il pagamento del Canone Rai, che sia in bolletta come oggi o con un bollettino a sé come in passato, non va proprio giù. In base ai sondaggi il balzello rappresenta una delle “tasse” più odiate del Bel Paese, al livello addirittura di “mostri” come Tasi e Imu. Ma chiunque voglia guardare il bicchiere mezzo pieno potrà consolarsi dando un occhiata ai prezzi che vengono versati ogni anno all’estero. Un esempio su tutti è la Svizzera dove il canone costa ben 451 franchi (l’equivalente di circa 400 euro) raggiungendo un primato ben poco invidiato in Europa.
Ma a Berna il canone Tv è una cosa seria, talmente seria da essere oggetto di un referendum denominato “No Billag”. Domenica 4 marzo infatti, mentre gli italiani saranno impegnati ad eleggere un nuovo governo (o almeno così si spera), ponendo fine ad una campagna elettorale da incubo, e i tedeschi conosceranno le sorti della Grosse Koalition dopo la determinante consultazione interna della Spd, gli svizzeri saranno chiamati a scegliere se abolire o no il balzello che finanzia la Ssr (Società svizzera di radiotelevisione). Per vincere il Sì dovrà conquistare non una ma ben due maggioranze, la prima tra gli elettori, la seconda nei cantoni, una missione alquanto difficile da realizzare.
Un referendum sul canone Rai sarebbe un sogno per gli italiani che, con ogni probabilità, accorrerebbero in massa alle urne facendo vincere il Sì con percentuali plebiscitarie. Ma gli svizzeri, si sa, sono molto diversi da noi e infatti, in base a un sondaggio effettuato da gfs.bern e commissionato dalla stessa Ssr, il no all’abolizione potrebbe vincere con il 65% dei voti a fronte del 33% cui si ipotizza possa arrivare il Sì.
Dopo aver rifiutato nel 2016 il reddito minimo per tutti, la Svizzera si prepara a rifiutare l’abolizione del balzello sulla Tv pubblica.