Il 67,9% degli svizzeri ha detto sì: è necessario porre un freno ai guadagni smodati dei top manager. Con un referendum storico, tutti i 26 cantoni hanno approvato l’iniziativa proposta da un deputato indipendente, il piccolo imprenditore Thomas Minder, che aveva raccolto le 100mila firme necessarie per chiedere il voto popolare.
Il testo riguarda solo le società svizzere quotate in Borsa e punta a diversi obiettivi: limitare a un anno il mandato dei membri del consiglio d’amministrazione; vietare alcuni tipi di compensi, compresi i bonus milionari quando gli executive lasciano le società; vietare i bonus in caso d’acquisizioni e vendita di parte del business; assegnare agli azionisti (e non gli stessi manager) il potere di decidere sui compensi.
Il risultato del referendum è stato favorito anche da un caso che ha suscitato particolare sdegno in Svizzera. L’ex presidente della casa farmaceutica Novartis, Daniel Vasella, ha guadagnato nel 2011 ben 12 milioni di euro e ora che sta per lasciare l’azienda si apprestava a incassare una buonuscita da 59 milioni di euro in sei anni (purché non fosse andato a lavorare per la concorrenza). Vasella alla fine ha rinunciato, ma non è servito a fermare l’ondata di voti.