Il super-franco pesa sull’industria svizzera, che a gennaio fa segnare un indice Pmi a 48,2 punti, il livello più basso da ottobre 2012. Il risultato è inferiore ai 53,6 punti di dicembre, ai 49,2 stimati dagli analisti per il mese scorso e anche alla soglia dei 50 punti, che marca il confine fra crescita e contrazione dell’attività.
“L’outlook è stato chiaramente condizionato dall’abbandono del tasso minimo di cambio da parte della Banca nazionale svizzera – spiega in una nota Credit Suisse –. L’indice Pmi mostra che tre quarti delle aziende elvetiche non erano preparate alla rapida rivalutazione del franco e che solo il 48% di queste si aspetta un indebolimento della valuta nel prossimo anno”.
Intanto, però, il super-franco inizia a rallentare, anche in seguito alle voci di nuovi interventi della Banca centrale. La moneta viene infatti scambiata a 1,0530 contro l’euro, il livello più basso da quando la Banca centrale è intervenuta il 15 gennaio scorso, dopo aver toccato nelle prime ore di contrattazione un minimo di 1,057.
Il quotidiano Schweiz am Sonntag ha scritto di un nuovo tetto sul cambio deciso informalmente dalla Banca centrale svizzera e fissato a 1,05-1,10.