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Svimez: “Sud si svuota, reddito di cittadinanza non basta”

FIRSTonline

Un Sud sempre più in crisi e lontano anni luce dalle regioni del Centro-Nord. Questa la fotografia del Mezzogiorno fatta da Svimez nel rapporto 2019 pubblicato oggi, 4 novembre.

Una realtà difficile che si traduce in previsioni sul Pil a tinte fosche. Secondo gli studiosi dell’istituto infatti il Prodotto Interno Lordo Italiano crescerà del +0,9% nel 2018, +0,2% nel 2019 e +0,6% nel 2020. Il rialzo è trainato dal Centro-Nord dove si registra una crescita pari a +0,9% nel 2018, al +0,3% nel 2019, al +0,7% nel 2020. Diverse invece le stime sul Sud Italia: del +0,6% nel 2018, -0,2% nel 2019 e +0,2% nel 2020. Quest’anno dunque per il Mezzogiorno sarà stagnazione, mentre la crescita sarà “molto modesta anche nelle aree più sviluppate del Paese”, commenta Svimez.

Parallelamente il gap occupazione tra Sud e Centro-Nord negli ultimi 10 anni è salito dal 19,6% al 21,6%: “ciò comporta che i posti di lavoro da creare per raggiungere i livelli del Centro-Nord sono circa 3 milioni”, si legge nel rapporto. Non solo, “La crescita dell’occupazione nel primo semestre del 2019 riguarda solo il Centro-Nord (+137.000), cui si contrappone il calo nel Mezzogiorno (-27.000)”, viene sottolineato.

Le brutte notizie non finiscono qui. “Dall’inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti, la metà giovani fino a 34 anni, quasi un quinto laureati”. Il rischio a questo punto è quello di andare incontro a una vera e propria “trappola demografica”, ingigantita anche dalla scarsa natalità. In Italia infatti nel 2018 si è raggiunto “un nuovo minimo storico delle nascite”, si ricorda, sottolineando che al Sud sono nati circa 157 mila bambini, 6 mila in meno del 2017. La novità, spiega, è “che il contributo garantito dalle donne straniere non è più sufficiente a compensare la bassa propensione delle italiane a fare figli”.

A risolvere, almeno in parte, tutti i problemi sopra elencanti avrebbe dovuto pensarci il reddito di cittadinanza varato dal governo Lega-M5S. E invece secondo il rapporto Svimez 2019 la misura bandiera del Movimento 5 Stelle ha un “impatto nullo sul mercato del lavoro in quanto la misura, invece di richiamare persone in cerca di occupazione, le sta allontanando dal mercato del lavoro”. Nel dettaglio l’istituto “giudica utile il reddito di cittadinanza”, ma sottolinea che “la povertà non si combatte solo con un contributo monetario”, ma ridefinendo e potenziando le politiche di welfare ed estendendo a tutti in egual misura i diritti di cittadinanza.

Per cercare di risollevare il sud da una crisi che sembra senza fine, Svimez invoca “un piano straordinario per il Mezzogiorno” a doppio binario: nuovi investimenti da un lato, valorizzazione delle risorse già disponibili dall’altro.

“Sono stati accumulati troppi ritardi nell’attuazione del ciclo in corso 2014-2020”, denuncia la Svimez, rilevando che “i pagamenti al Sud sono stati finora pari ad appena il 19,78% del totale. La spesa monitorata del Fondo Sviluppo Coesione, dove confluiscono le risorse finanziarie aggiuntive nazionali destinate al riequilibrio economico e sociale, è pari al 30 giugno 2019 a soli 37,6 miliardi, di cui realmente pagato soltanto 1 miliardo. Ciò dimostra un’evidente incapacità delle Amministrazioni centrali, regionali e locali, a utilizzare pienamente le risorse”.

Sarebbe inoltre opportuno, dicono gli analisti, cercare di sviluppare il più possibile settori di produzione nuovi, come la bioeconomia, che ad oggi vale già tra i 50 e i 60 miliardi di euro solo al Sud. “Nel Mezzogiorno – si legge nel Rapporto – è significativa la crescita delle fonti energetiche rinnovabili. Tra i vari settori dell’economia circolare presenti al Sud, particolare rilievo assume la chimica verde. Dal Mezzogiorno parte una forte domanda di brevetti nel settore della bioeconomia. Le imprese del biotech sono cresciute moltissimo nelle aree meridionali, +61,1%, rispetto a +34,5% su scala nazionale”.

“È la radiografia di una frattura profonda, trascurata in decenni di disinvestimento pubblico nel Mezzogiorno che hanno prodotto, con la sofferenza sociale e l’arretramento produttivo nell’area, un indebolimento dell’Italia nello scenario europeo e la rottura dell’equilibrio demografico. Con l’Italia che si è fermata nei primi mesi del 2019, oggi la Svimez conferma quanto temevo poche settimane fa al mio insediamento, l’eredità pesante di un Sud entrato in recessione”.Questo il commento del ministro per il Sud e la coesione territoriale, Peppe Provenzano. “Ma queste analisi – prosegue – non devono indurre allo scoraggiamento, devono spingere a un impegno ancora maggiore che deve investire l’intero governo, a un’urgenza condivisa.”

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