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Sviluppo, Lega attacca il Governo. Dal Lago critica Romani Brambilla e Prestigiacomo

Decreto sviluppo: dalla Lega un invito al governo a cercare di capire di più le esigenze delle piccole e medie imprese. La presidente della commissione Attività produttive della Camera, la leghista Manuela Dal Lago, indica le possibili direttrici, non usa giri di parole e chiama direttamente in causa i ministri Romani, Brambilla e Prestigiacomo colpevoli- a suo dire- di presentare proposte di legge “avulse dai veri interessi del territorio”.

“C’è bisogno di aiutare le nostre imprese a operare e lavorare, ma soprattutto, fin dal prossimo decreto sviluppo, cercare di capire che le piccole imprese sono completamente diverse dalle grandi imprese. In questo Paese dobbiamo smetterla di fare regole uguali per tutti nel momento in cui le situazioni, anche territoriali, sono diverse”, ha detto in aula.

“Dobbiamo capire che nel nostro Paese ciò che può valere per Fiat non può certamente valere per chi finora ha supportato l’economia, come i piccoli artigiani con i loro cinque o dieci dipendenti. Chiediamo quindi con forza al Governo di prevedere differenziazioni tra ciò che riguarda la piccola e ciò che riguarda la grande impresa”
L’esponente del Carroccio dà precisi suggerimenti: “Noi parliamo con le imprese, non è vero che ci chiedono sempre soldi, ma chiedono di poter vivere e di poter lavorare. E ciò significa grande deregulation, un freno alla burocrazia e lasciare libertà alle imprese, permettendo loro di potere utilizzare l’autocertificazione”. Non solo: “Occorre anche che ci siano pagamenti in tempi certi e, quindi, applicare quanto prima la direttiva europea sui ritardi di pagamento e non permettere, come accade, che imprese pubbliche paghino le piccole imprese anche con due anni di ritardo dal momento in cui hanno consegnato i lavori”.

E in quanto presidente della commissione Attività produttive, Dal Lago invia un appello ai ministri Romani, Brambilla e Prestigiacomo: “molto spesso presentano disegni di legge che sono avulsi ed al di fuori dai veri interessi del territorio”, sostiene. E il motivo – secondo lei- sta nel fatto che “. Forse molto spesso ascoltano troppo i loro funzionari e poco i parlamentari, che il territorio lo conoscono, che il territorio lo vivono e che del territorio sentono le problematiche”. Dal Lago si rivolge “in particolare” al Ministro dell’Ambiente: “ riguardo al Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ndr), non si può pensare di applicare regole nuove a tutti. Applichiamo le regole nuove alle grandi imprese, che possono farvi fronte, togliamole alle piccole alle quali invece si creano incombenze ulteriori e difficoltà maggiori”.

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