E’ guerra commerciale fra Usa e Cina: il Senato a stelle e strisce ha infatti approvato la legge che prevede sanzioni contro il colosso asiatico per la svalutazione dello yuan.
Il basso valore della moneta nazionale cinese ha danneggiato l’economia statunitense facendo salire a livelli massimi le importazioni di prodotti cinesi in tutto il mondo, e provocando di conseguenza la crisi di diverse fabbriche americane, costringendole a pesanti licenziamenti. e in molti casi anche alla chiusura dell’attività.
Dura la reazione di Pechino che minaccia una “guerra commerciale”. A sostenerlo è un portavoce del ministero degli Esteri cinese, secondo cui il provvedimento è “un grave strappo alle regole del Wto” e comunque “non potrà risolvere i problemi dell’economia e della disoccupazione americane”. “Il Senato americano – scrive l’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua – ha fabbricato una bomba a scoppio ritardato in grado di scatenare una guerra commerciale tra le due prime economie mondiali. Come avvenuto in precedenza, il Senato ha scelto il cattivo rimedio per cercare di guarire la malattia economica cronica americana”.
La legge intanto è passata con 63 voti a favore e 35 contrari: i senatori americani hanno espresso il loro malcontento per le relazioni commerciali tra Washington e Pechino. L’iter potrebbe però bloccarsi alla Camera, dove i repubblicani temono che un’azione unilaterale contro la Cina possa scatenare ripercussioni negative per il Paese. Anche l’amministrazione Obama, secondo voci vicine alla Casa Bianca, preferirebbe una persuasione diplomatica alle sanzioni.
La legge, più stringente rispetto a precedenti proposte, penalizzerebbe le esportazioni cinesi consentendo al governo Usa di imporre dei diritti di compensazione. Si tratterebbe in sostanza di imposte in aggiunta ai dazi doganali, che renderebbero i prodotti cinesi meno competitivi in America.