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SuperSalone del Mobile al via: il design, Milano e l’Italia ripartono

Salone del Mobile Milano

Il SuperSalone che si apre domenica 5 settembre a Milano, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (a Milano amatissimo), ha un’impronta decisamente unica rispetto alle precedenti edizioni poiché quello che Stefano Boeri con il suo team di progettisti ha costruito in Fiera Milano, è qualcosa di completamente diverso.

È un insieme molto armonioso non di grandi stand, ma di proposte, concept e già realizzate, da parte del grande mondo del design non solo italiano, con un ampio e aperto pattern espositivo totalmente green, riciclabile, aperto al pubblico per l’intera durata dell’evento, e dove si potranno effettuare acquisti. E fortemente emozionante e al tempo stesso accogliente, ricco di spunti per cambiare il nostro modo di vivere, lavorare e studiare in nome della nostra salute e di quella del pianeta. Ma attenzione: l’intera design Week- con il suo gigantesco Fuorisalone, centinaia e centinaia di appuntamenti e gli eventi alla Triennale e all’Adi Design Museum, il Museo del Design Italiano da poco inaugurato – si rivelerà il primo e forse unico evento in grado di dare per la prima volta un panorama esaustivo di tutte le componenti che rendono tanto incisivo e influente nel mondo l’Italian style.

Componenti storiche estremamente illustri, tuttora validissime (ci sono prodotti vendutissimi ovunque che hanno 60 e più anni!), componenti industriali di tecnologie uniche (il percorso della Triennale è semplicemente strepitoso), componenti di bellezza unica all’Adi Design Museum, componenti culturali impossibili da cogliere in altri luoghi come la serie di eventi accademici che la super esperta di design, Gilda Bojardi, direttore di Interni Design Factory, da anni organizza con gli esperti mondiali più prestigiosi….

E tutto ciò, insieme alle novità e agli spunti anche divertenti e sempre sorprendenti, dei quali daremo un report sintetico, costituisce il retroterra unico del primato del made in Italy. L’arredo e l’illuminazione chiuderanno – secondo indicazioni riservate – il 2021 con un aumento del fatturato sul 2019 vicino 16 per cento (al netto dalla carenza delle materie prime), l’export nei primi cinque mesi è aumentato del 43,2 per cento sul 2020 ma del 5,7 per cento del 2019 anno d’oro…

Dal mondo imprenditoriale però ci è stato confidato che l’anno dovrebbe chiudersi ancora meglio. E poi che per il prossimo gigantesco Salone del Mobile che riunirà tutti i saloni biennali (Euroluce e Eurocucina) sono attesi oltre i 450mila visitatori….

Quasi il 60 per cento dell’export dell’arredo italiano è costituito da mobili, servizi e complementi di arredo di fascia alta e medio-alta, diretta soprattutto a mercato particolarmente evoluti: Stati Uniti, Francia, Germania, Inghilterra e Svizzera. Mercati che comprano il made in Italy perchè coniuga senz’altro il lusso di un design raffinato, ma perché garantisce una ecocompatibilità che sta diventando sempre più decisiva all’atto delle scelte sul punto vendita. E poiché la quota di fascia Premium è salita dal 30 per cento circa del 2016-2017 all’attuale 56 per cento (a fine 2021 dovrebbe essere del 60 per cento), ne deriva che oggi, per avere l’indicazione precisa di dove la barra del timone della pattuglia di aziende leader del good design italiano sta andando, occorre, ben prima di passare in rassegna le creazioni dei designer, vedere le certificazioni. Sicuri che, come ci racconta un precursore di questo percorso virtuoso (ma redditizio fortunatamente) Alberto Scavolini, brillante CEO di Ernestomeda Spa del Gruppo Scavolini, questa sia una rilevantissima garanzia della vera eccellenza italiana.

“La nostra è tra le prime aziende italiane del settore arredo a ottenere la Certificazione per la Circolarità del Prodotto, attestata dall’ente di certificazione Cosmob – spiega a FIRSTonline – come dimostrano le ulteriori importanti certificazioni ottenute – come quella sul Sistema di Gestione Ambientale (norma UNI EN ISO 14001), in grado di testimoniare l’impegno concreto di Ernestomeda nella riduzione dell’impatto ambientale in termini di prodotti, processi e servizi – e la conformità al requisito LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), che attesta come le cucine Ernestomeda siano conformi agli standard relativi alle basse emissioni di inquinanti indoor (EQ Credit 4.5 “Low emitting materials – Mobili e sedute”) La circolarità del prodotto viene valutata attraverso la misurazione (bilancio materico) delle risorse adoperate per la realizzazione di un prodotto ecosostenibile. In particolare, per Ernestomeda sono stati testati tutti gli arredi”.

Un percorso lungo, ma soprattutto molto impegnativo per un’azienda che fatturerà a fine anno 28,5 milioni di euro. Non solo, Scavolini ha misurato sin nei minimi dettagli delle attività aziendali, il grado di circolarità effettuata che si è attestata ad un livello eccezionale, tra il 97 e il 99 per cento secondo i diversi settori. Occorre tener conto che la produzione di cucine è molto complessa, poiché ogni volta quello che viene consegnato è un sistema integrato di design, tecnologie e servizi, provenienti – come Scavolini sottolinea – da almeno 200 fornitori diretti. La strada intrapresa anni fa dal Ceo di Ernestomeda ha dato risultati decisamente soddisfacenti, il fatturato del 2021 crescerà del 20 per cento sul 2019 e l’export addirittura del 30 per cento.

“Quello che ci preoccupa è la crisi che si è venuta a creare sui mercati mondiali per la carenza di materie prime e semilavorati e l’aumento dei prezzi. L’acciaio introvabile, per esempio, è alla base della produzione di elettrodomestici dei nostri fornitori e stanno diventando difficili da trovare i pannelli nobilitati per i mobili”. Quanto all’alluminio, oggetto di speculazioni colossali, ne stanno facendo incetta le industrie dell’auto –dichiara preoccupato Scavolini-per usarlo al posto dell’acciaio per alleggerire i loro modelli ibridi particolarmente pesanti. Infine una case history in anteprima davvero unica.

Ecosostenibilità e tecnologia, design e innovazione hanno un retroscena che pochi conoscono e che spesso si basa su ricerche e brevetti di una filiera della quale la parte terminale è l’industria blasonata. Di questa filiera poco nota hanno scritto soprattutto i giornali esteri come il prestigioso Wall Street Journal che ha dedicato un ampio servizio ad un laboratorio sito in Brianza, la Fauciglietti Engineeering, titolare di 50 brevetti d’invenzione internazionali, e di circa 500 progetti con decine e decine di premi internazionali, oltre al Compasso d’Oro. In realtà spesso i premi vengono assegnati a prodotti che la Fauciglietti ha ingegnerizzato su richiesta del produttore di mobili e complementi di arredo.

L’approccio della Fauciglietti, di tipo olistico, multidisciplinare e scientifico, implementato dal 1989 da centinaia e centinaia di case history, ha consentito di accumulare una tale quantità di invenzioni e conoscenze – l’azienda investe in R&D il 30 per cento del fatturato – che spesso già possiede una parte delle soluzioni ottimali per i nuovi progetti. Il processo di sviluppo si attiene alle norme ISO9001 e 2000 e si basa su 57 fasi articolate su quattro macro piattaforme: la pianificazione del prodotto, la progettazione preliminare, l’ingegnerizzazione di prodotto e dei processi produttivi e, infine, la loro industrializzazione. L’eccellenza dell’Italian style è anche questo.

Le foto dell’evento:

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Categories: Economia e Imprese