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Supermercati e discount: gli affari volano con il virus

Cyril Caton on Flickr

Mentre la maggior parte dell’economia sprofonda a causa della pandemia, supermercati e discount prosperano. Secondo l’Osservatorio Gdo dell’Area studi di Mediobanca, fra gennaio e la prima metà di aprile 2020 le vendite sono salite in media del 10%, “con punte del 30% per il confezionato”. L’impennata è dovuta a due fattori in particolare: la chiusura di bar e ristoranti durante il lockdown (ora le attività hanno riaperto, ma sono comunque meno frequentate di prima) e il diffondersi di “atteggiamenti di accumulazione da parte dei consumatori”.

Chi riusciva, stipava la dispensa facendo acquisti su internet, al punte che il canale online “è stato soggetto a una pressione che ha generato strozzature ed episodi di mancata evasione del servizio. Gli incrementi del traffico sul web tra marzo e aprile del 2020 hanno toccato punte del 200% rispetto ai livelli dell’anno precedente”.

L’aumento delle vendite continua anche nella Fase 2: stando ai dati Nielsen, tra lunedì 4 e domenica 24 maggio l’incremento è stato del 6,9%. A livello territoriale, il Nord Est ha registrato gli incrementi più alti su base tendenziale (+9,5%), seguito da Nord Ovest (+6,8%), Sud (+6,5%) e Centro (+5,1%).

“Con l’inizio della fase 2, la Gdo mostra un andamento ancora più positivo rispetto al periodo di fine lockdown – spiega Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia – In particolare, avvertiamo i primi segnali di riequilibrio tra i diversi canali distributivi: torna una crescita graduale degli ipermercati, rallenta quella dei piccoli negozi di prossimità, mentre si riconfermano protagonisti Discount e Specialisti Drug. Anche il canale eCommerce mantiene performance di crescita elevate, affermando sempre di più il suo ruolo nel largo consumo”.

Gli analisti di Mediobanca sostengono che la crisi provocata dal Covid-19 porterà a un ulteriore consolidamento del settore della grande distribuzione: “In generale – scrivono – l’esigenza di finanziare importanti investimenti per allestire nuove modalità di approvvigionamento (logistica) e vendita (piattaforme on-line, home delivery), quella di ampliare il magazzino per garantire la disponibilità degli articoli, e quella di praticare prezzi convenienti (value for money) riassorbendo i rincari della filiera o negoziando migliori condizioni di approvvigionamento, inducono a ritenere che il processo di consolidamento dell’industria italiana della Gdo possa subire un’ulteriore accelerazione ad opera dei soggetti, italiani o stranieri, economicamente e patrimonialmente più solidi”.

Ad oggi, il mercato italiano è meno concentrato rispetto a quello degli altri Paesi europei: il fatturato dei primi tre top retailer rappresenta circa il 42% del mercato rispetto al 61% della Germania, al 59% del Regno Unito e al 56% della Francia. Inoltre, “il più grande operatore italiano è assai arretrato nella classifica dei maggiori retailer internazionali, nelle cui prime posizioni figurano, accanto ai colossi statunitensi, gruppi tedeschi, francesi, olandesi, spagnoli e anche svizzeri”.

Infine, quanto agli ultimi dati storici, Lidl è la catena che ha realizzato la maggiore crescita del fatturato in Italia dal 2014 al 2018, con l’8,8% medio annuo, davanti a Crai (+8,1%). Seguono Eurospin (8%), Agorà (7,9%) e VeGè (7,2%). In posizione intermedia Conad (+3,5%), mentre Supermarkets Italiani (Esselunga) è il primo operatore della Grande Distribuzione con una crescita media del 3%. Coop, Bennet e Auchan hanno subìto nel periodo ridimensionamenti del fatturato, in alcuni casi anche di entità importante.

Esselunga è anche il primo operatore al mondo per vendite per metro quadrato, con 15.794 euro per metro quadro.

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Categories: Economia e Imprese