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Superdollaro, petrolio e rischio Russia: i driver della settimana finanziaria

Il dollaro supererà l’asticella di 1,20 sull’euro? E quali saranno le conseguenze sui prezzi del petrolio e sul rischio di collasso della Russia? – Le Borse cinesi festeggiano l’integrazione elettronica tra la piattaforma di Hong Kong e quella di Shangai – Pioggia di trimestrali delle utiliites e delle banche italiane ma tutti attendono i conti di Mps

Superdollaro, petrolio e rischio Russia: i driver della settimana finanziaria

Aria di festa nelle Borse cinesi. Stamani è stato annunciato che l’integrazione elettronica tra Hong Kong (+1,9%) e Shanghai (+0,7%) prenderà il via lunedì 17 novembre. Da quel giorno si potrà comprare e vendere azioni cinesi dalla piattaforma della ex colonia e viceversa. Meno euforia sugli altri listini: rallenta Tokyo (-0,6%) dopo il lungo rally, mentre il dollaro s’indebolisce: 114,11 sullo yen, 1,2460 contro l’euro. Intanto è in corso a Pechino l’incontro tra Xi Jingping e il premier giapponese Abe, il primo dopo la crisi scoppiata per il controllo delle isole Daoyu (o Shinkaku) contese tra i due colossi asiatici.

IN MANO AL SUPERDOLLARO PETROLIO E EMERGENTI

Il dollaro abbatterà l’asticella di 1,20 nei confronti dell’euro? E quali conseguenze avrà la rivalutazione della valuta Usa sulle commodities, petrolio in testa? Sono le domande chiave in avvio di una settimana dominata dalla geopolitica. Prende corpo il rischio collasso della Russia, alle prese con la svalutazione del rublo e il tonfo delle quotazioni del greggio, che sta complicando i conti di molti Emergenti (-2,8% il paniere Msci).

Arretra la Borsa di Mosca, sotto la scure del calo del rublo (-30% da inizio anno). Sotto il livello di gennaio anche la Borsa nigeriana (-3,7% in settimana). Una situazione di incertezza che domina la marcia di avvicinamento al vertice Opec del 27 novembre. 

BENE WALL STREET, MILANO AZZERA I GUADAGNI DEL 2014

Si riparte in Occidente dopo una settimana a due velocità. Bene le Borse Usa: nuovi record per S&P (+0,7% in settimana) e Dow Jones; trimestrali che, nel caso di due terzi delle società del paniere principale, hanno battuto le stime. Sul fronte macro il tasso di disoccupazione è sceso al 5,8% (dal 5,9%) ma la crescita dei posti di lavoro è risultata inferiore alle previsioni, smorzando le preoccupazioni sull’aumento dei tassi.

In Europa, invece, l’indice Eurostoxx 600 è arretrato in settimana dello 0,6%. La Borsa di Parigi è scesa a dello 0,8%, Francoforte -0,9%, Madrid -1,3%. Nella settimana l’indice EuroStoxx50, che raggruppa le principali 50 blue chip europee, è sceso dell’1,5%. A Milano l’indice FtseMib ha perso il 3,48% nelle ultime cinque sedute: la performance da inizio anno si è ridotta quasi a zero (+0,6%). 

BCE, NUOVE TRAPPOLE DI WEIDMANN. VENERDI’ IL PIL ITALIANO 

L’Europa resta alle prese con indicatori economici deludenti. Riflettori accesi sui dati dell’inflazione di giovedì, giorno di uscita del bollettino mensile della Bce e dell’aggiornamento del rating della Spagna da parte di S&P. Ancora più importanti gli appuntamenti di venerdì quando saranno comunicati i dati preliminari del pil di Italia, Francia e Germania del terzo trimestre. Sul fronte finanziario Mario Draghi è riuscito per ora a neutralizzare l’offensiva dei falchi della Bce ma la situazione resta tesa. Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha detto venerdì che”l’intenzione di Mario Draghi di aumentare di almeno mille miliardi il bilancio della Bce “non è un obiettivo ma una semplice ipotesi”. 

AL VIA LE ASTE DEL TESORO. TENSIONE SUI BONOS 

In questa cornice scatta stamane il secondo acquisto settimanale di covered bond secondo i piani della banca centrale. L’attenzione sarà concentrata sui Bonos spagnoli, dopo il test del referendum (contestato da Madrid) sull’indipendenza della Catalogna. Intanto prendono il via le aste del Tesoro di metà mese. Mercoledì saranno offerti 6,5 miliardi di Bot a 12 mesi contro 7,15 miliardi di titoli in scadenza. Stasera saranno annunciati i dati sull’offerta dei titoli a medio-lungo termine di giovedì 13. 

MPS , IN VISTA UNA TRIMESTRALE IN PROFONDO ROSSO

Entro oggi dovranno pervenire a Francoforte i piani di rafforzamento del patrimonio per i 13 istituti europei in “carenza di patrimonio”, reduci per lo più da due settimane turbolente. E’ il caso delle banche greche: la National Bank of Greece, la Piraeus Bank e l’ Eurobank Ergasias hanno perduto il 9% nelle ultime cinque sedute, contribuendo a fare di Atene la Borsa peggiore con un calo del 5,4%. Tra le quattro banche italiane coinvolte due sono in pratica già promosse: Bpm si limiterà a presentare alla Bce i provvedimenti già presi (rimozione degli add-on e cessione di una quota di Anima), al pari della Popolare di Vicenza (conversione di un convertibile). 

Carige ha già inviato il suo piano per colmare il buco di 814 milioni: un aumento di capitale per 650 milioni (tra i sottoscrittori potrebbero spuntare Andrea Bonomi e la famiglia Malacalza) e la cessione di alcuni asset. Ma l’attenzione è concentrata su Monte Paschi di Siena. Il varo dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi più la conferma di cessioni per 220 milioni ha già ribaltato la situazione borsistica del titolo che ha recuperato il 9,7% contro il -39,2% della settimana precedente.

In settimana, però, ci sarà un altro appuntamento chiave per la banca di Siena: il cda di mercoledì che dovrà approvare una trimestrale che si annuncia molto delicata. Gli analisti si attendono un passivo attorno ad un miliardo a causa di svalutazioni ed accantonamenti legati all’Aqr: secondo il Focus di Bloomberg il rosso dovrebbe aggirarsi sui 929 milioni; Kepler Chevreux parla di 721 milioni per il trimestre e di 1,074 miliardi per i nove mesi. “Ci aspettiamo – scrive impietoso il broker – che il tentativo di ristrutturazione sia di nuovo ad un punto morto”. Difficile, insomma, che Mps possa restare autonoma.

BANCHE E NON SOLO: L’ORA DEI CONTI PER I BIG

Le banche italiane più importanti hanno concentrato i conti in un solo giorno: martedì 11, quando si riuniranno i consigli di amministrazione di Intesa San Paolo, Unicredit ed Ubi. Sempre martedì 11 si terrà il cda di Enel. Oggi, lunedì 10, ad inaugurare il tour de force saranno Gtech e Fincantieri. In programma, tra gli altri cda: mercoledì 12 MontePaschi , Beni Stabili, Cattolica ( a picco venerdì -17,43% a causa dell’aumento di capitale a forte sconto). 

Autogrill +2,3% venerdì grazie alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea che ha confermato la validità di un provvedimento del governo spagnolo, contestato dalla Commissione Ue, che concede benefici fiscali alle società che fanno investimenti all’estero. Autogrill ne ha beneficiato attraverso la controllata Autogrill Espana. 

In settimana usciranno i dati di Vodafone, Telefonica, Vivendi.

RAI WAY, SI RIVEDE UNA MATRICOLA

Giovedì 13 novembre si chiuderà anche l’Ipo di Rai Way. Il book del titolo risulta già interamente coperto sul prezzo minimo della forchetta di valorizzazione della società: cioè a 2,95 euro per azione (3,50 il massimo della forchetta) per una valorizzazione di 902 milioni (952 milioni il massimo). L’offerta globale riguarda 83 milioni di azioni, pari al 30,5% di Rai Way, ed è rivolta per il 90% a investitori istituzionali e per il restante 10% (8,3 milioni di titoli) al pubblico indistinto e ai dipendenti. Con la greenshoe l’offerta salirà al 34,93%. 

ACCADDE IERI: LA SETTIMANA NERA DI SNAM

Venerdì i settori più colpiti dalle vendite sono stati bancari (Stoxx europeo del settore -1,4%, quello italiano -2,16%). Delusi ieri dalle parole di Mario Draghi – peraltro inizialmente accolte positivamente -, i finanziari hanno continuato a perdere terreno: Intesa-1,52%, Unicredit -3,34%. Tra i titoli peggiori della settimana Bper e Banco Popolare, con perdite comprese tra il 7 e l’8%. Complessivamente meglio il risparmio gestito Azimut (-3,33%) e Mediolanum (+0,37%) e gli assicurativi: Generali -0,43% e Unipolsai -0,29%. Fuori dal paniere principale, restando al risparmio gestito, bene Fineco (+1,58%) dopo i risultati.

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