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Supercoppa italiana: l’Inter stende l’Atalanta e attende in finale la vincente di stasera tra Juve e Milan. Conceiçao, derby in famiglia

FIRSTonline

L’Inter vola in finale e attende la vincente di Juventus-Milan (ore 20). La prima semifinale della Supercoppa in terra araba, infatti, ha visto i nerazzurri di Inzaghi prevalere su quelli di Gasperini, anche per alcune scelte del tecnico bergamasco quantomeno discutibili, di cui parleremo tra poco. Simone si conferma così specialista assoluto del torneo e aspetta solo di conoscere l’avversaria di lunedì: la Juventus di Thiago Motta, chiamato a insaporire una stagione sin qui piuttosto insipida, o il Milan di Conceiçao, appena balzato in sella e già di fronte al primo dentro o fuori della sua esperienza rossonera?

Inter – Atalanta 2-0: Dumfries punisce il turnover di Gasperini, Inzaghi vola in finale 

L’Inter ribadisce la sua forza anche in Supercoppa, confermandosi la bestia nera per eccellenza dell’Atalanta. Per la settima volta di fila, infatti, il confronto tra le due ha preso la direzione di Milano, anche se il confine tra i meriti di Inzaghi e i demeriti di Gasperini è davvero sottile. Il tecnico bergamasco ha scelto di giocarsi la semifinale con una formazione molto lontana da quella “tipo”, lasciando fuori elementi del calibro di LookmanDe KetelaereEdersonPasalic e Bellanova, che sono andati ad aggiungersi all’infortunato Retegui. La spiegazione la vedremo tra poco, di certo la mossa ha giovato solo all’Inter, presentatasi invece col vestito delle grandi occasioni (classico 3-5-2 con tutti i titolari), come si confà a un appuntamento di gala. Sin dalle primissime battute s’è avuta la sensazione di un dominio interista, tanto che se il risultato è rimasto bloccato fino all’intervallo lo si deve soprattutto alle parate di Carnesecchi, oltre che agli sprechi di LautaroMkhitaryan e Dumfries, anche se va detto che pure Scalvini ha avuto un’occasionissima. A inizio ripresa, nonostante l’uscita di Thuram per un affaticamento muscolare (finale a rischio), la squadra di Inzaghi ha concretizzato la sua superiorità proprio con l’olandese (49’), bravissimo a colpire in mezza rovesciata sugli sviluppi di un corner (inesistente: quando verrà modificato il protocollo Var, impossibilitato a intervenire, sarà già troppo tardi). Gasperini s’è così deciso a inserire i big (dentro De Ketelaere, Ederson e Lookman al posto dei deludenti SamardzicRuggeri e Zaniolo), ma i buoi erano belli che usciti: l’Inter, anzi, ha raddoppiato negli spazi ancora con Dumfries (61’) e quando l’Atalanta sembrava poter riaprire la gara con Ederson, il golè stato annullato per fuorigioco di De Ketelaere (72’). Nel finale è salito in cattedra Sommer (doppia parata su Lookman e Djimsiti), mentre Lautaro ha confermato il suo momento no divorandosi a più riprese il 3-0, senza però impedire a Inzaghi di festeggiare l’ennesima finale raggiunta.

Inzaghi: “Non c’è stata partita, siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa”

“Siamo stati bravissimi, non c’è stata partita contro un avversario di assoluto valore – ha esultato Inzaghi -. Abbiamo approcciato i due tempi da grande squadra per andare a prenderci questa finale con una gara di grande concentrazione e tecnica, creando tantissimo contro l’Atalanta come mai prima d’ora: Carnesecchi ha fatto tantissimi interventi decisivi, solo per questo non siamo riusciti a fare il terzo gol. Dovevamo chiuderla prima, ma dopo una prestazione del genere è difficile fare appunti ai ragazzi. Sono molto soddisfatto perché non è mai semplice, con i viaggi e tutte queste partite, riuscire a mettere in campo determinazione e aggressività, siamo andati meglio di ogni più rosea aspettativa. La doppietta di Dumfries? È il nostro modo di giocare con i difensori che danno il pallone e proseguono, però Denzel non è una novità in zona gol, è bravo sia con noi che con l’Olanda. Lautaro? In un paio di occasioni ha trovato delle grandi risposte di Carnesecchi, però noi dipendiamo tanto dai nostri attaccanti e dal loro lavoro. Sono importantissimi per il nostro gioco al di là del gol, che sarà importante ma meno del risultato finale. Thuram? Non so ancora le sue condizioni, ma non si sentiva libero muscolarmente. Valuteremo…”.

Gasperini: “Dovevo testare tutti i giocatori, partita svoltata da un brutto Var”

“Ho parecchi giocatori a disposizione e siamo nel mezzo di un periodo impegnativo – ha spiegato Gasperini -. Per me era il momento giusto per valutare i giocatori che hanno giocato meno dall’inizio, non abbiamo snobbato niente: De Ketelaere e Lookman non possono fare 60 partite all’anno. Non ho schierato ragazzini, ma giocatori della prima squadra che hanno spesso giocato spezzoni di gara e poche volte dall’inizio. Mi auguravo di restare in partita nel secondo tempo per utilizzare anche dei cambi di qualità, pensando eventualmente anche alla seconda partita. Il modo migliore per dare fiducia ai calciatori è farli giocare anche nelle partite più difficile, perché sono esperienze che fanno crescere e da far fruttare in campionato. La partita ha avuto la svolta su quel gol assurdo, un calcio d’angolo inesistente con De Vrij in fuorigioco davanti al portiere e un fallo evidentissimo di Dumfries su Scalvini, lo spinge con due mani. Abbiamo esportato un brutto Var, che non ha visto queste tre situazioni chiare e ci ha messo sette minuti a trovare il fuorigioco giusto di De Ketelaere”.

Juventus – Milan (ore 20, Canale 5)

Passiamo ora all’altra sfida, che stabilirà l’avversaria dell’Inter nella finalissima di lunedìJuventus-Milanoffrirebbe spunti anche se si trattasse di un’amichevole estiva, figuriamoci in una semifinale di Supercoppa, oltretutto in un momento estremamente particolare per entrambe. I riflettori, per ovvi motivi, sono puntati in primis su Sergio Conceiçao e non certo (o non solo) per il duello con il figlio Francisco, funambolico esterno bianconero. L’arrivo di un nuovo allenatore suscita sempre interesse, ma solitamente avviene durante una sosta, o quantomeno in una settimana “vuota” di impegni. Questa volta, invece, il portoghese non ha fatto in tempo ad arrivare che è già tempo di scendere in campo, e non certo per una partita qualunque. Thiago Motta non ha problemi di ambientamento, ma certo non se la passa bene neanche lui: il pareggio con la Fiorentina, l’ennesimo di questa stagione all’insegna delle X, ha deluso parecchio il popolo bianconero, sempre più dubbioso sull’effettiva valenza del progetto. Questo Juventus-Milan, insomma, è davvero delicato, perché mette di fronte due club che non possono proprio permettersi brutte figure, anche se il licenziamento di Fonseca, paradossalmente, toglie un pizzico di pressione dalle spalle del Diavolo. L’ultimo precedente di campionato (0-0 brutto e noioso) farebbe pensare a una gara tattica e bloccata, ma l’arrivo di Conceiçao potrebbe cambiare l’inerzia del match: difficile attendersi rivoluzioni in così poco tempo, eppure qualcosa di nuovo succederà per forza. Raggiungere la finale è obbligatorio per entrambe, sia per questioni sportive che economiche: agli 1,6 milioni di partecipazione, infatti, se ne aggiungerebbero altri 5 solo per ripresentarsi all’Al-Awwal Park, che salirebbero a 8 alzando il trofeo. 

Thiago Motta: “Voglio vincere, ma non è un’ossessione. Il Milan? Pensiamo solo a noi”

“Voglio vincere come allenatore, per questo ho scelto questo mestiere, però non è un’ossessione – il pensiero di Thiago Motta -. Faccio tutto il possibile per migliorare la squadra e aiutare i giocatori, sono tranquillo e convinto della nostra forza. La parte emotiva deve essere sotto controllo, serviranno grande voglia e ambizione, ma anche la capacità di fare le scelte giuste durante la partita. Abbiamo la fortuna di avere tifosi che ci seguono in tutto il mondo, questo è uno stimolo e una responsabilità bellissima. Non ho mai promesso niente a nessuno perché credo prima di tutto nei fatti, nel lavoro e nell’impegno, non nelle parole. Tutti quelli che lavorano per questo club vogliono portare sempre più in alto la maglia bianconera. Troppi pareggi? Sono stati tutti molto diversi tra loro, contro la Fiorentina avevamo fatto molto bene e ci è mancato solo di chiudere la partita. Altri invece sono stati diversi, ma di sicuro non siamo soddisfatti e lo dice anche la classifica che dobbiamo migliorare. Ora però siamo concentrati su questa competizione. Non ho mai visto nessuno entrare in campo per perdere, tanto meno noi: sarà una sfida da dentro o fuori e questo ci dà uno stimolo in più per fare ciò che sappiamo, vincere e andare avanti. Il Milan? Noi siamo pronti, perché sappiamo cosa fare e sappiamo cosa siamo. Conta cosa siamo noi, non cosa saranno loro”.

Conceiçao: “Pochi giorni di lavoro e tante assenze, ma nessun alibi”

“Ho trovato una squadra umile, che vuole imparare e capire cosa vuole il nuovo allenatore – ha sottolineato Conceiçao -. Questo è fondamentale, è la base per un lavoro di qualità. Abbiamo avuto poco tempo per lavorare, chiaramente, ma ho voluto essere subito incisivo per essere competitivo già da domani e vincere subito. Avrei voluto avere più giorni per allenare e tutti i giocatori disponibili, ma sapevo quello che avrei trovato quando mi hanno chiamato, non può essere un alibi. Dobbiamo affrontare la sfida a testa alta, abbiamo ancora un paio di allenamenti per prepararla al meglio e cercare di vincerla. Il nostro lavoro è cercare di migliorare nei campi in cui penso sia possibile farlo. Il momento non è bello, dobbiamo cambiarlo e possiamo farlo solo lavorando. Le parole non contano, in questi grandi club valgono solo i risultati. Dove possiamo arrivare? Non voglio fare il visionario, penso solo a ottenere risultati. Facciamo un lavoro fantastico e difficile, siamo famosi e guadagniamo tanto, dobbiamo avere la fame per sfruttare il talento che Dio ci ha dato. Prima c’erano altri allenatori, ora sono qua io: cercheremo di fare bene ora per avere un futuro migliore. Se non avessi voluto rischi non avrei fatto questo mestiere, ma allenare il Milan è solo un onore e un orgoglio”.

Juventus – Milan, le probabili formazioni 

Juventus (4-2-3-1): Di Gregorio; Savona, Kalulu, Gatti, Cambiaso; Locatelli, Thuram; Conceiçao, Koopmeiners, Yildiz; Vlahovic

In panchina: Perin, Pinsoglio, Fagioli, McKennie, Douglas Luiz, Nico Gonzalez, Adzic, Mbangula

Allenatore: Thiago Motta 

Indisponibili: Milik, Bremer, Cabal, Danilo 

Squalificati: Nessuno

Milan (4-3-3): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Thiaw, Hernandez; Bennacer, Fofana, Reijnders; Pulisic, Morata, Jimenez

In panchina: Sportiello, Torriani, Tomori, Pavlovic, Calabria, Bartesaghi, Terracciano, Liberali, Jovic, Abraham, Camarda

Allenatore: Conceiçao

Indisponibili: Florenzi, Loftus-Cheek, Musah, Okafor, Chukwueze, Leao

Squalificati: Nessuno

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