Con un avviso sulla sua piattaforma online, Poste Italiane ha annunciato che “non è più possibile effettuare nuove richieste di cessione dei crediti di imposta”. La decisione, entrata in vigore il 30 maggio, poche ore dopo la pubblicazione della legge di conversione del decreto Superbonus, che ha imposto nuove restrizioni alla circolazione degli sconti fiscali, blocca di fatto il mercato della cessione dei crediti collegati alle ristrutturazioni edilizie.
Effetto del decreto Superbonus
Il provvedimento, appena convertito dal Parlamento, ha bloccato il mercato delle cessioni dei crediti, eliminando le possibilità residue di cessione e penalizzando le banche, che dal 2025 non potranno più compensare debiti previdenziali e contributivi. Da parte dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana), per effetto di questa misura, è già arrivato l’allarme sul possibile blocco degli acquisti che ancora erano possibili.
Poste: restano attive le pratiche in lavorazione
La decisione di Poste di bloccare le nuove richieste di cessione dei crediti riflette quindi le nuove condizioni sfavorevoli del mercato.
L’azienda precisa che sarà ancora possibile seguire le pratiche in lavorazione e caricare documenti richiesti. Le richieste pervenute prima della decisione saranno valutate secondo i processi ordinari, ma Poste si riserva il diritto di accettarle o meno a propria discrezione.
Il Dl superbonus e le nuove regole
Il 28 maggio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dl Superbonus approvato dal Parlamento, che introduce modifiche restrittive alla disciplina in materia di opzioni per la cessione dei crediti o per lo sconto in fattura. Questo nuovo quadro normativo ha quindi imposto un freno deciso alle pratiche di cessione dei crediti, obbligando operatori come Poste Italiane ad adeguarsi rapidamente alle nuove disposizioni.
Le importanti novità contenute nel decreto Superbonus sono:
- Le detrazioni per le spese sostenute nel 2024 saranno spalmate su 10 anni anziché in 4/5 come previsto, con un ammontare fruibile di quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025.
- Dal 2025, le banche non potranno più compensare i crediti del Superbonus con debiti previdenziali e assistenziali, per garantire una gestione corretta dei crediti e prevenire abusi.
- A partire dal 2025, i crediti acquistati a prezzi scontati dovranno essere ripartiti in 6 rate annuali e non potranno essere ulteriormente ceduti o ripartiti.
- Il bonus per le ristrutturazioni subirà una riduzione al 36% dal 2025 e al 30% dal 2028 al 2033.
- È stato istituito un fondo da 400 milioni per interventi da Superbonus nelle aree terremotate e un fondo da 35 milioni per interventi su immobili danneggiati da sismi in regioni diverse da Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
- Le comunicazioni di inizio lavori per il superbonus presentate entro il 16 febbraio 2023 saranno depotenziate.
- Istituito un fondo da 100 milioni di euro per il 2025 per sostenere interventi di riqualificazione energetica e strutturale su immobili utilizzati dal terzo settore.
Sindacati: Dpcm Poste sarà modificato, Stato mai sotto 51%
Il Dpcm per l’alienazione di una quota pubblica di Poste sarà modificato, inserendo l’obbligo per lo Stato di non scendere mai sotto il 51 per cento. Lo riferiscono i sindacati al termine dell’incontro al Mef sulla privatizzazione di Poste. L’attuale Dpcm che è all’esame del Parlamento – è stato spiegato ai sindacati – è considerato una bozza e sarà modificato nelle prossime settimane. Il provvedimento fissa al 35% il valore minimo a cui può scendere la partecipazione dello Stato.
Aggiornamento delle ore 16.45