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Superbonus: la cessione dei crediti fiscali sarà prorogata oltre il 31 marzo con una sanzione di 250 euro

Decreto in arrivo con nuovi correttivi alle norme sul Superbonus. La proroga per le villette monofamiliari sembra sempre più sicura.

Superbonus: la cessione dei crediti fiscali sarà prorogata oltre il 31 marzo con una sanzione di 250 euro

Ancora una proroga. Questa volta è per cercare di risolvere la spinosa questione della cessione dei crediti relativi ai lavori del 2022, messi a rischio dal blocco imposto dal dl Superbonus. La proposta sta per arrivare in commissione Finanze della Camera con la proroga del termine del 31 marzo (previsto dal decreto Rilancio del 2020) al 30 novembre per avere lo sconto fiscale del 110%, pagando in sede di dichiarazione dei redditi una sanzione. Invece per i lavori eseguiti su abitazioni unifamiliari e unità abitative indipendenti (le cosiddette villette) la proroga va al 30 giugno. L’emendamento è stato riformulato dal relatore Andrea De Bertoldi (FdI) insieme al combinato disposto di una remissione “in bonis” da parte dell’Agenzia delle entrate. Vediamo i dettagli.

Più tempo ai contribuenti per la cessione del credito a fronte di una sanzione di 250 euro

Sulla scadenza di venerdì 31 marzo è stata trasferita la cessione del credito e lo sconto in fatturaLe opzioni di cessione e sconto devono essere comunicate all’Agenzia delle Entrate prima di trasformare la detrazione in credito di imposta. Anche quest’anno il termine per comunicare le opzioni relative alle spese del 2022 (ma anche alle cosiddette rate residue degli anni precedenti) era fissato per il 16 marzo. La legge di conversione del decreto Milleproroghe ha, però, spostato in avanti questo termine, fino al 31 marzo. Ora il Parlamento nella conversione del decreto cessioni però vuole concedere più tempo ai contribuenti per la cessione. Il tutto pagando una sanzione di 250 euro.

Se si supera la scadenza del 31 marzo non si perde tutto

Chi va oltre il limite del 31 marzo, però, non perde tutto. Non rispettando la scadenza, infatti, viene meno solo la possibilità di cedere l’annualità 2022 (da utilizzare nel 2023). L’alternativa è portarla in detrazione nella dichiarazione dei redditi, laddove ovviamente ci sia capienza fiscale. Le rate residue, invece, potranno essere cedute il prossimo anno.

L’intreccio con il super ecobonus, scadenza 24 marzo

A questa scadenza se ne somma un’altra, legata agli interventi agevolati con il super ecobonus. Per questi è previsto che, almeno cinque giorni feriali prima del termine del 31 marzo, sia presentata l’asseverazione relativa ai lavori realizzati sul portale dell’Enea. In questo modo, l’Agenzia per le nuove tecnologie e l’energia avrà tempo di trasmettere i dettagli degli interventi alle Entrate.
Al momento della comunicazione delle opzioni di cessione e sconto, si potranno così fare verifiche incrociate tra i dati delle Entrate e quelli dell’Enea. Questa seconda scadenza cade su venerdì, il 24 marzo.

Potrebbe bastare anche solo l’istruttoria avviata invece di un contratto firmato

Il problema di queste prossime scadenze è che, a causa del prolungato blocco del mercato, molti committenti e fornitori non hanno trovato acquirenti ai quali cedere i loro crediti. Senza un contratto firmato di cessione, al momento, non è possibile comunicare l’opzione. Quindi, di fatto, il termine di fine mese è per molti cittadini impossibile da rispettare. Con il rischio di vedere sfumare un anno di sconto fiscale. Per risolvere questo problema la commissione Finanze della Camera e il ministero dell’Economia stanno lavorando su più fronti. Il primo è quello che dovrebbe consentire di comunicare l’opzione senza un contratto firmato, ma in presenza di una semplice istruttoria avviata.
La novità è attesa in un emendamento e, successivamente, in un comunicato che consentirà di bruciare i tempi, facendo diventare di fatto la modifica operativa da subito. t

Possibilità di allungare la scadenza

Il secondo fronte è amministrativo. A valle della modifica, infatti, sarà possibile cambiare anche le regole per la remissione in bonis, grazie a un’indicazione dell’agenzia dalle Entrate.
Se, infatti, attualmente serve un contratto firmato entro il 31 marzo per accedere alla remissione, la riapertura dei termini con sanzione potrà scattare anche in presenza di un semplice impegno. Chi non arriverà in tempo per fine mese potrà versare 250 euro e completare la procedura entro il prossimo 30 novembre.

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