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Superbonus e Ecobonus, Censis: 115 mld di investimenti generati e emissioni Co2 ridotte di 1,4 mld di tonnellate

Imagoeconomica

55 miliardi di euro di investimenti tra agosto 2020 e ottobre 2022 ne hanno attivati 115 nella filiera delle costruzioni e dei servizi collegati. Un giro d’affari che non si vedeva da anni e questo solo grazie a Ecobonus e Superbonus energetici. Il Censis ha messo a fuoco gli effetti dei provvedimenti per la transizione energetica calcolando e distinguendo effetti diretti ed indiretti dei provvedimenti adottati. Circa 80 miliardi sono in capo all’edilizia. A questi vanno aggiunti altri 36 miliardi di fatturato dai settori collegati. Gli interventi realizzati sono stati molto vantaggiosi per l’ambiente. Fino ad oggi, infatti, hanno contribuito al 40% di risparmio di gas. Nel periodo considerato hanno lavorato circa 900 mila persone nei comparti più disparati. Un boom, insomma, analizzato insieme alla Società Harley&Dikkinson ed alla filiera delle Costruzioni.

Superbonus: ripagato 70% della spesa a carico dello Stato

Il sistema, rimesso in salute, ha avuto effetti moltiplicativi sul gettito fiscale che secondo il Censis, ripaga di circa il 70% la spesa a carico dello Stato. Migliaia di abitazioni private e condomini hanno cambiato volto proiettando sul mercato immobiliare un valore aggiunto per il risparmio energetico di oggi e di domani. L’incremento medio del valore immobiliare delle unità abitative che hanno utilizzato i contributi è stimato tra il 3% e il 5%. Le agenzie immobiliari hanno progressivamente aggiornato tabelle e quotazioni degli appartamenti, tanto al Nord quanto al Sud. Secondo lo studio, la spesa a carico dello Stato ha comunque prodotto effetti sull’impiego del gas in molti settori. Il 40% di risparmio di cui dicevamo, corrisponde ad oltre 1 miliardo di metri cubi che “il Piano emergenziale di riduzione dei consumi del settore domestico si prefigge di realizzare nell’autunno-inverno 2022-2023”. Ovvero 2,7 miliardi di metri cubi in meno.

Ecobonus e Superbonus: emissioni di CO2 sono diminuite

Ora, con il decreto Aiuti quater c’è stata la riduzione della spesa dal 110% al 90% nel 2023, al 70% nel 2024, al 65% nel 2025, ad eccezione dei cantieri aperti prima del 18 novembre 2022. Tuttavia -sostiene la filiera dell’edilizia- in base ai dati raccolti, per rimodulare gli incentivi bisogna tenere conto dell’impatto economico e sociale delle misure nel senso più ampio. In pratica non tenere conto solo del disavanzo dello Stato lamentato dal governo di Giorgia Meloni.

La tesi è che gli ecobonus rispondono a due obiettivi strategici di medio-lungo periodo per il Paese: il risparmio energetico e il contrasto al riscaldamento globale. La politica deve prendere decisioni meditate rispetto alle risorse economiche attivate, all’occupazione aggiuntiva che potrebbe scomparire, al risparmio energetico assicurato che ha un evidente impatto sulle importazioni e al gettito fiscale generato. L’interpretazione degli incentivi energetici si discosta, dunque, dalle indicazioni del governo che pure ha detto di voler risparmiare sulla bolletta energetica e allo stesso tempo migliorare la quantità delle emissioni di CO2. Ma anche a questo ultimo proposito lo studio rilancia. Sostiene che il Superbonus ha ridotto di 1,4 miliardi di tonnellate le emissioni di anidride carbonica di casa nostra. Un dato su cui il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin dovrebbe riflettere, soprattutto dopo le conclusioni (non brillanti) della Cop27 di Sharm el-Sheikh.

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Categories: Economia e Imprese