Le spese per i lavori con il Superbonus potranno essere detratte su un periodo di 10 anni anziché quattro. Ma non solo: il nuovo obbligo sarà retroattivo, si applicherà a tutti i crediti ottenuti nel 2024. L’emendamento del Governo, promosso dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha ottenuto l’approvazione dalla commissione Finanze del Senato (grazie anche ai voti di Italia Viva e del presidente della commissione Massimo Garavaglia). L’obiettivo è sempre lo stesso: mitigare il più possibile l’impatto sui conti pubblici; la detrazione più lunga comporta per lo Stato una minore spesa annuale.
Invece è stato bocciato il subemendamento presentato da Forza Italia, che proponeva lo stop alla retroattività del Superbonus. Giorgetti ha sottolineato l’importanza di uscire da questa “droga economica” del Superbonus nonostante la “disintossicazione” possa risultare dolorosa.
Mancano soltanto un paio di settimane alla scadenza per la conversione in legge del decreto Legge 29 marzo 2024, n. 39, (atteso entro il 29 maggio). Ma è chiaro che saranno giorni intensi. Dopo le anticipazioni di Giorgetti e la presentazione degli emendamenti da parte del Governo, l’atmosfera tra le forze di maggioranza è carica di tensione.
Superbonus, le novità: stretta su compensazioni banche e assicurazioni
La retroattività del Superbonus, con una stretta che impone fin da inizio 2024 la detrazione in 10 anni, va a modificare situazioni già definite e avrà ripercussioni su imprese e banche, in particolare riguardo alla compensazione dei crediti derivanti dai bonus edilizi. Ma vediamo nel dettaglio le principali novità:
- L’obbligo di spalmare le detrazioni: Una delle principali modifiche riguarda l’obbligo di spalmare le detrazioni del Superbonus su un periodo di dieci anni anziché il tradizionale quadriennio. Questa disposizione si applica alle spese (anche al Sisma Bonus e al bonus barriere del 75%) sostenute a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, quindi negli anni 2024 e 2025.
- Divieto di compensazione: Dal primo gennaio 2025, sarà vietato alle banche compensare i crediti di imposta derivanti dai bonus edilizi con contributi previdenziali, assistenziali e premi assicurativi. Il Fisco recupererà i crediti compensati e comminerà una sanzione.
- Restrizioni per i contribuenti: Le nuove regole pongono restrizioni sui contribuenti che desiderano cedere i crediti non utilizzati. Tuttavia, sono previste eccezioni per le imprese che hanno operato tramite sconti in fattura e per coloro che detengono i crediti.
- Riduzione della detrazione ordinaria: A partire dal 2028, la detrazione ordinaria per i lavori di ristrutturazione scenderà dal 36% al 30%. I condomini che hanno già avviato i lavori potranno continuare a beneficiare di vantaggi fiscali, purché soddisfino determinati requisiti.
- Supporto per zone terremotate e Terzo settore: Sono previsti fondi dedicati per sostenere interventi edilizi nelle zone terremotate e per il Terzo settore. Questi stanziamenti a fondo perduto saranno distribuiti tramite decreti successivi e hanno l’obiettivo di promuovere la riqualificazione e lo sviluppo sociale in queste aree.
Superbonus: la cura di Giorgetti funziona?
I risultati del piano Giorgetti sul Superbonus sembrano promettenti, almeno secondo i dati pubblicati dall’Enea relativi all’agevolazione nel mese di aprile. Dopo mesi di frenetica attività, lo sconto fiscale torna a un ritmo più ordinario. Nonostante ciò, rimane significativo, per le finanze pubbliche. Nel mese appena trascorso, i cantieri che in Italia hanno beneficiato del Super ecobonus 110% erano 495.469 (asseverazioni depositate). Le detrazioni maturate per i lavori conclusi sono pari a 122,644 miliardi di euro. Il totale degli investimenti ammessi a detrazione è di 117,588 miliardi. Alla fine del mese scorso risultava realizzato il 95,3% dei lavori. L’onere a carico dello Stato è salito a 122,643 miliardi di euro al 30 aprile rispetto ai 122,245 miliardi di marzo.
Tra i dati più rilevanti, ci sono:
- 133.212 condomini coinvolti, con un totale di investimenti ammessi a detrazione di 78,362 miliardi di euro e lavori conclusi per 73,482 miliardi (93,8%).
- 244.924 edifici unifamiliari, con investimenti ammessi a detrazione di 27,924 miliardi di euro e lavori conclusi per 27,44 miliardi (98,3%).
- 117.325 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, con investimenti ammessi a detrazione di 11,30 miliardi e lavori conclusi per 11,09 miliardi (98,2%).
- 8 castelli, con investimenti ammessi a detrazione di 1,082 miliardi e lavori conclusi per 979.169 (90,4%).
L’Enea ha anche indicato che l’investimento medio è di 592,7 milioni per i condomini, 117,18 milioni per gli edifici unifamiliari, 98,28 milioni per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti e 242,21 milioni per i castelli.