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Superbonus e bonus edilizi nel mirino del governo: cosa cambia

FIRSTonline

La nuova stretta ai bonus edilizi cambia le regole del gioco, di nuovo. Nelle intenzioni dell’esecutivo, le nuove modifiche introdotte a sorpresa con il decreto Sostegni Ter sono finalizzate a ridurre drasticamente le possibili frodi. Ma i nuovi paletti relativi alla cessione del credito e allo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi, compreso il Superbonus (già modificato con la legge di bilancio 2022), hanno portato lo scompiglio tra gli addetti ai lavori. Il nuovo provvedimento d’urgenza entrerà in vigore lo stesso giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma ancora non è stata pubblicata la versione definitiva. Durante questi giorni perciò potrebbe subire delle modifiche, dato che le nuove misure non piacciono né ai contribuenti e alle imprese del settore, ma soprattutto a buona parte della maggioranza.

Se la bozza del testo venisse approvata ai contribuenti e le imprese che ottengono le agevolazioni sarà permesso di cedere il credito o di chiedere lo sconto al momento dell’acquisto una volta sola. In altre parole la cessione del credito potrebbe essere effettuata solo tra il beneficiario dell’agevolazione e l’intermediario finanziario. In questo modo si eviterebbe il ricorso – ormai diffuso – del meccanismo elusivo dello scambio fatture spesso tra imprese di lavori poi mai eseguiti, ceduti a loro volta a intermediari finanziari (a quel punto monetizzati). Una situazione più volte sventata dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza.

Ciò riguarderà il Superbonus, i bonus edilizi e fiscali in generale, ma anche quelli riconosciuti in ambito lavorativo per la sanificazione dei luoghi di lavoro o l’acquisto di Dpi, nonché la cosiddetta tax credit per il bonus affitti.

La nuova stretta però prevede un periodo transitorio. Stando alla bozza del testo di legge, i crediti che al 7 febbraio 2022 sono stati già ceduti, potranno essere oggetto esclusivamente di una ulteriore cessione. In caso di violazione delle nuove regole i contratti saranno dichiarati nulli.

Ma questo vuol dire che se le nuove regole saranno convertite in legge, prima della loro entrata in vigore tutti gli operatori che non vogliono utilizzare i crediti di imposta in compensazione saranno motivati a cederli al più presto.

Non è la prima volta che il Governo mostra la sua linea dura nei confronti delle evasioni. Già l’11 novembre 2021, con decreto anti-frodi erano state introdotte nuove misure per contrastare comportamenti fraudolenti ma anche per rafforzare le verifiche di fruizione di determinati crediti d’imposta e detrazioni.

E proprio in questo senso era stata potenziata l’attività di accertamento e valutazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Inoltre, la prima versione della legge di bilancio prevedeva il limite di 25mila euro di Isee per l’accesso al bonus da parte degli edifici unifamiliari. Il tetto poi fu tolto grazie alla forte opposizione dei pentastellati che alla fine sono riusciti ad ottenere una proroga per le unifamiliari (al 31 dicembre 2022) ma solo se al 30 giugno 2022 fossero stati completati il 30% dell’intervento.

L’impegno da parte del Governo è evidente. Ma perché? Il giro d’affari di bonus edilizi e fiscali vale miliardi di euro. Secondo i dati pubblicati dall’Enea solo nel 2021, si sono registrati numeri altissimi con il Superbonus: oltre 17 miliardi sono stati detratti a carico dello stato. Ovviamente la faccenda trova un muro istituito da imprese edilizie ma anche una buona parte della maggioranza: Cinque Stelle, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Fortemente contrario il presidente dell’Ance, Gabriele Buia: “Giusto l’obiettivo di contrastare le frodi, ma non si possono colpire continuamente migliaia di cittadini e di imprese corrette impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica, che ora dovranno rivedere le condizioni contrattuali con i proprietari, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato”.

Mentre i pentastellati, hanno già annunciato la presentazione di emendamenti al decreto legge, in sede di conversione.

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