Addio al maxi sconto del 110%, il Superbonus cambia volto. Tutti si aspettavano che la mini rivoluzione sarebbe arrivata a fine anno con la legge di Bilancio e invece il Governo Meloni ha scelto di anticipare i tempi di oltre un mese, varando modifiche sostanziali sull’agevolazione fiscale per chi ristruttura ed esegue lavori di efficientamento energetico all’interno del decreto Aiuti Quater approvato il 10 novembre. La più importante? La riduzione del bonus dal 110 al 90% a partire dal 1° gennaio 2023. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sulle novità approvate dall’esecutivo.
Il Superbonus scende dal 110% al 90%
Per i condomìni, gli edifici composti da 2 a 4 unità, il decreto Aiuti Quater anticipa anticipa dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2022 la scadenza del 110%. A partire dal 1° gennaio 2023 dunque l’aliquota della detrazione fiscale scenderà al 90%. Resta confermato l’abbassamento al 70% dal 1 gennaio fino al 31 dicembre 2024 e al 65% dal 1 gennaio fino 31 dicembre 2025. Unica eccezione secondo il decreto, l’aliquota rimarrà al 110% fino al 2025 per gli interventi realizzati dalle Onlus sulle strutture sociosanitarie.
Altra novità importante riguarda i proprietari di singole abitazioni che potranno accedere al bonus a due condizioni: i lavori ammessi al Superbonus possono essere effettuati solo sulla prima casa e i richiedenti devono avere un reddito inferiore a 15mila euro annui, cifra che viene innalzata in base al quoziente familiare.
“Abbiamo introdotto un principio sui redditi medio bassi che saranno calcolati non in base al tradizionale Isee ma in base alla composizione del nucleo familiare, in questa norma c’è un primo accenno di quoziente familiare”, ha spiegato la Premier Meloni in conferenza stampa.
Superbonus per le villette resta al 110% fino al 31 marzo 2023
Per le villette unifamiliari rimane valida la detrazione del 110% fino al 31 marzo 2023. Anche in questo caso c’è però una condizione: la regola vale solo per chi ha completato il 30 per cento dei lavori entro il 30 settembre 2022.
Superbonus: la data del 25 novembre
Cosa succede fino alla fine del 2022? Il Governo ha introdotto un regime transitorio: la detrazione rimarrà al 110% (nei limiti detti) per chi entro il prossimo 25 novembre riuscirà ad effettuare la comunicazione asseverata per il superbonus (Cilas). Prima però, vale a dire entro la data di entrata in vigore del nuovo decreto (la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è prevista per la fine di questa settimana), i condomìni dovranno aver già deliberato l’approvazione dell’esecuzione dei lavori.
Regole considerate impossibili da rispettare dagli addetti ai lavori. La modifica introdotta dal Governo “blocca tutto, ma non è solo per le imprese ma quello che genera nelle famiglie, nei condomini, e potenziali, direi quasi certi, contenziosi, perché quando si mette la data del 25 novembre per la presentazione della comunicazione di inizio lavori, la comunicazione di inizio lavoro è l’ultimo atto di un lungo percorso nel quale si è fatto uno studio di pre-fattibilità, un progetto, tutto questo chi lo paga? Quello che arriva al pubblico è la sfiducia nella misura, penalizzando i condomini più disagiati che sono quelli che sono partiti per ultimi”, ha detto Federica Brancaccio, presidente Ance – Associazione nazionale costruttori edili – a Radio 24 Mattino.
La cessione dei crediti
Le misure approvate la settimana scorsa dal Governo non toccano il nodo della cessione dei crediti, che dunque rimangono bloccati.
“Cercheremo di intervenire perché è un problema reale di molte imprese, rispetto allo stock esistente cercheremo e stiamo definendo una via di uscita rispetto alla situazione attuale”, ha promesso il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che però ha sottolineato: “La cessione del credito è una possibilità, non un diritto. Tutti coloro che da ora ne vogliono usufruire hanno la certezza di potere usufruire della detrazione dei crediti dai redditi ma non possono avere la certezza che si trovi una banca o istituzione che li accetti. È passata l’idea che il credito d’imposta sia sostanzialmente moneta ma non è così, quindi chi deve fare un investimento deve valutare se l’impresa costruttrice o la banca sia disponibile a riconoscere il credito perché se non è così bisogna calcolare il progetto d’investimento in diverso modo”.