Migliaia di italiani hanno avviato i lavori con il Superbonus, in buona fede. Per questo motivo è necessario trovare una soluzione per chiudere tutti i cantieri in corso. Attenzione: il 31 dicembre scadono i termini per la conclusione degli interventi sui condomini.
Alla buona fede associamo la solidarietà di interessi tra avversari. Non è frequente in Italia che costruttori, sindacati edili, artigiani, ingegneri si ritrovino uniti, tutti insieme, su una delle questioni più contestate degli ultimi anni.
La spesa per il Superbonus è stata un colossale spreco di denaro pubblico, dice il governo, e giù cifre tra 120 e 150 miliardi di euro. I ricchi hanno goduto e i poveri hanno pagato. Ma non è andata così ribattono associazioni, amministratori pubblici e migliaia di cittadini onesti (in buona fede ) che hanno reso migliore le abitazioni. La ragione sta nel mezzo ?
Il centrodestra al comando scarica sui predecessori le colpe di una misura che in realtà non ha mai ostacolato. Ah, la memoria corta. A maggio 2020 durante il secondo governo Conte il “Decreto Rilancio” con il Superbonus passò a stragrande maggioranza. Assistemmo a molte folgorazioni ambientaliste, trasversali, uno slancio modernista. Ma come Penelope insegnò, la tela (modifiche ed integrazioni) fu fatta e rifatta. A due mesi dal redde rationem 2023 di Giorgetti-Meloni c’è un “caos normativo e applicativo dello strumento” dice il documento unitario.
Unità per la proroga e rischi non calcolati
Tutte le sigle della filiera delle costruzioni ( Ance, Confartigianato, Cna Costruzioni, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, ecc.) firmano un testo molto allarmato. A dicembre i lavori non termineranno.
Va bene, facciamola finita con il 110% per aprire una riflessione seria sul futuro dell’efficientamento degli edifici in Italia, in particolare per le famiglie meno abbienti. Siete per la Nazione unita? Allora, ascoltateci.
Si faccia una proroga per una conclusione ordinata della misura, che eviti la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Sappia la premier Meloni che “l’interruzione di migliaia di cantieri potrebbe derivare dall’insorgere di un enorme contenzioso tra condomìni e imprese”. Con l’ansia di fare in fretta si rischia con la sicurezza nei cantieri?
A farla breve senza metti e togli, con Ignazio La Russa difensore degli emendamenti , l’occasione è la legge di Bilancio. Si faccia una deregulation per gli interventi che dimostrino un concreto avanzamento dei cantieri e stop. Consigli da amici ? Meglio una leggina oggi che meno voti domani.