È iniziato, oggi pomeriggio alle 16 al Ministero dell’economia, il tavolo tecnico annunciato dal governo lunedì alle associazioni di categoria per proseguire il confronto sul decreto sulla cessioni dei crediti del superbonus.
Invitati al tavolo Abi, Cdp, Sace, Agenzia delle Entrate e le associazioni di categoria che hanno già partecipato all’incontro a Palazzo Chigi (Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative, Confartigianato, Cna, Confimi, Rete professioni tecniche, Casartigiani, Confassociazioni).
Rimane la necessità di trovare una soluzione per smaltire i crediti e assicurare nuovi aiuti.
Per riavviare il mercato delle cessioni dei vecchi crediti si punta alle compensazioni con F24 delle imprese. Pressioni del governo sulle banche per far ripartire prima il meccanismo.
Abi e Ance: banche sature, disponibili all’F24
In una nota congiunta Abi e Ance “ribadiscono che la proposta dell’F24, ha il vantaggio di essere applicabile in tempi molto rapidi, di facile realizzazione e non avrebbe alcun impatto aggiuntivo sulla finanza pubblica”. Una soluzione di più veloce e facile applicazione dato che la commissione di inchiesta sulle banche, a fine giugno 2022 ha indicato che “nel biennio 2020-2022, le banche hanno assunto impegni per crediti fiscali pari complessivamente a 76.989.096.317, saturando la loro capacità fiscale“.
In un intervista al “Messaggero” Giovanni Sabatini, direttore generale di ABI, l’Associazione bancaria italiana, ha ribadito la disponibilità delle banche all’uso degli f24: “L’adozione della misura sugli F24 dei contribuenti rappresenta un utile strumento per velocizzare la riapertura del canale dei crediti”. Opportuno, secondo il direttore generale è il chiarimento sul regime di responsabilità che può effettivamente aiutare la ripartenza delle ulteriori cessioni: “lo scudo penale – una delle opzioni proposte durante l’incontro di lunedì – può contribuire a riattivare le compravendite dei crediti di imposta che derivano dai bonus edilizi. Il decreto di questi giorni interviene proprio a favore dei compratori in buona fede. È una risposta alla domanda di certezza giunta da più parti. Questa tutela vale anche per i correntisti che acquistano crediti dalle banche che si fanno rilasciare la documentazione prevista dalla norma”.
Lettera al governo da 90 sigle di associazioni di categoria
Le associazioni di categoria hanno inviato una lettera aperta, firmata da oltre 90 sigle, al Governo e al Parlamento: al centro del tema vi è la possibilità per una Onlus di utilizzare una qualunque forma di bonus sia vincolata, per la natura stessa delle Onlus, alla cedibilità del credito fiscale eventualmente maturato. “Le Onlus – ha spiegato il portavoce del forum Sui Tetti, Domenico Menorello – sono state inserite con una normativa speciale tra i beneficiari del superbonus, proprio perché non svolgono alcuna attività commerciale, bensì servizi sociali ai più deboli, e ben sapendo che non hanno debiti fiscali da poter compensare con i crediti maturati. Lo stop generalizzato alla cessione del credito crea un paradosso per le Onlus rispetto a quello sguardo di particolare attenzione solo di qualche settimana fa, perché non potendo più cedere i crediti si vedono la strada sbarrata alla possibilità stessa di utilizzare i bonus, perché prive di capacità fiscale. Così, tutte quelle Onlus che si sono in queste settimane impegnate nella complessa e onerosa predisposizione della documentazione di progetto incoraggiate dall’intervento normativo del 13 gennaio, ma non hanno ancora potuto attivare la Cilas, si trovano gravemente danneggiate. Ma un grave pregiudizio ne deriva soprattutto all’interesse pubblico per il mancato ammodernamento e messa in sicurezza di migliaia di immobili sovente vetusti, in cui si svolgono importanti servizi con valenza sociale a vantaggio dei più fragili.
Le associazioni chiedono quindi di considerare questa grave situazione per modificare adeguatamente il decreto.
Federcepicostruzioni chiede un incontro urgente con il Premier
Per Federcepicostruzioni, la Federazione nazionale delle costruzioni, “il Superbonus ha impattato in maniera estremamente positiva sul PIL producendo crescita, sviluppo, ricchezza; maggiore ricchezza equivale anche a maggiori imposte riscosse dallo Stato. Ha generato maggiore occupazione”.
Secondo il centro studio della Federazione sono stati creati 986.632 nuovi posti di lavoro, direttamente legati al Superbonus. L’impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia nazionale, secondo il loro studio, è pari a 195,2 miliardi di euro (a fronte dei 65,2 di investimento al 31 gennaio scorso.
“Bloccare questo strumento – spiega il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – rappresenta una scelta totalmente insensata, controproducente e dannosa per il Paese: rivendichiamo un confronto con il Governo, rimanendo apertissimi anche ad eventuali correttivi. Ma l’utilizzo congiunto e diffuso di Superbonus e Sismabonus deve costituire una assoluta priorità per la transizione energetica, per la ecosostenibilità e per la sicurezza delle nostre abitazioni”.