LA FED: IL TAPERING E’ PIU’ VICINO
TIRA ARIA DI FRENATA PER LE BORSE
L’ombra del tapering, pur meno minacciosa dell’estate scorsa, si riaffaccia sui mercato. L’indice Asia Pacific stamane è in flessione di mezzo punto, al pari dei listini di Hong Kong e Shanghai frenati da dati della produzione industriale meno brillanti del previsto. Diverso il copione di Tokyo che si avvia alla chiusura con un rialzo di poco inferiore al 2 per cento. La Benk of Japan ha confermato le linee del QE giapponese, ma già si studano nuove misure per spingere all’insù l’inflazione: i fondi pensione (1.200 miliardi amministrati) potrebbero essere autorizzati ad investire in private equity e commodity. Ieri sera Wall Street ha lasciato sul terreno, dopo la pubblicazione delle minute della Fed, i guadagni della giornata : il Dow Jones chiude a – 0,41%, il Nasdaq cala dello 0,26% e lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,36%) sulla scia della Fed L’economia americana migliora al punto “nei prossimi mesi” potrebbe prendere il via il tapering, ovvero la riduzione degli acquisti mensili di bond. E’ quanto emerge dalle minute, cioè i verbali dell’ultima riunione del braccio di politica monetaria della Federal Reserve. Ma dal testo emerge una novità: diversi partecipanti hanno suggerito che la Fed, per compensare l’impatto restrittivo del tapering, potrebbe tagliare gli interessi sui depositi delle banche presso la banca centrale . E’ la conferma che la preoccupazione principale di Ben Bernanke e Janet Yellen è convincere i mercati che i tassi resteranno bassi per molto tempo. Perciò, si legge nei verbali , “potrebbe essere appropriato bilanciare la diminuzione di acquisti di bond attraverso azioni che forniscano misure accomodanti”. In Europa, intanto, ha preso corpo l’idea che la Bce, già nella riunione del 5 dicembre, potrebbe imporre tassi di deposito negativi di 0.1% per i depositi presso Francoforte. Una misura che, assieme al rinnovo del prestito Ltro, potrebbe far rientrare in circolo capitali che, per la verità, stentano a trovare forme di impiego nell’Europa dell’austerità. Debole ieri la seduta delle Borse europee: . Londra -0,2%, Parigi -0,1%. Positiva Francoforte +0,1%. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso in calo dello 0,2%.
STM , L’AUTO CINESE VALE PIU’ DELL’IPAD
Ad emergere dal torpore di una giornata “piatta” è stata StM +3,8% . Il gruppo italo-francese dei semiconduttori è in ripresa, dopo un trimestre difficile, caratterizzato tra l’altro da un calo delle vendite delle memorie mems, uno dei suoi punti di forza, componenti chiave per gli smartphone (come l’iPhone di Apple). Ma ad ottobre la domanda è in ripresa, ha detto nel corso della Morgan Stanley conference l’ad Carlo Bozotti, sottolineando che è in forte crescita la domanda di chips da parte deI settore automotive, a partire da Cina e Usa. In grande ripresa anche di Telecom Italia +1,8%: il Ceo Marco Patuano ha detto che prevede di chiudere entro il 2014 la vendita delle torri di trasmissione in Italia e in Brasile. Tra gli industriali è salita anche Cnh Industrial +2,1%, trascinata al rialzo dai buoni risultati della concorrente americana Deere. Fiat è scesa dello 0,9%. Pirelli ha chiuso in parità nonostante i Benetton abbiano avviato ieri la vendita di buona parte della quota in loro possesso. Contemporaneamente Ubs ha alzato il target price a 13 euro (confermato il giudizio “buy”). Brusco calo di Autogrill -3,4%, maglia nera del listino assieme a Saipem -3,1% . Soffre Finmeccanica -2,2% penalizzata dalla probabile disdetta dell’esercito indiano di un ordine da 12 elicotteri. Enel è scesa dello 0,4%. Lievemente positiva Eni +0,1% dopo l’annuncio della vendita della quota di Severenergia, società che opera in Siberia, alle russe Gazpromneft e Novatek per 2,9 miliardi di dollari.
BPM, UNA POLTRONA PER DUE EX MINISTRI
Dicembre, mese di primarie anche in banca. All’assemblea del 21 dicembre due ex ministr si contenderanno la successione di Andrea Bonomi ai vertici di Pop.Milano,ieri +1,88% Piero Giarda, spiega una fonte vicina all’ex ministro, “sta lavorando sulla composizione della lista che pensa di definire al più presto” già oggi probabilmente. Lamberto Dini conferma che la sua lista “sarà presentata rapidamente”. Per il resto, il settore ha vissuto una giornata negativa. Il Banco Popolare ha perso il 2,14%: Banca Imi che ha ridotto la raccomandazione sul titolo da add a hold (il target price da 1,21 euro a 1,44 euro). L’ad, Pier Francesco Saviotti, ha allontanato l’ipotesi di nozze con Bpm : “devo pensare al consolidamento, non alle aggregazioni”. L’Antitrust ungherese ha comminato multe per complessivi 9,5 miliardi di fiorini (32 milioni di euro) a 11 banche commerciali operanti nel Paese, tra cui le filiali ungheresi di Unicredit -0,58% e Intesa -1,57%, giudicate responsabili due anni fa di attività di cartello nell’ambito del programma di rimborso per i detentori di mutui in valuta estera. Tra gli altri titoli del comparto bancario del Ftse Mib, Bper-1,37%. Mediobanca – 0,89%. In rosso anche Mps -0,69%. Alessandro Profumo, ha risposto ad Antonella Mansi, nuova reggente della Fondazione , che ieri aveva spiegato come l’aumento di capitale da 2,5 miliardi già a gennaio sarebbe “fortemente penalizzante” per l’ente da lei guidato. Secca la risposta di Profumo: “ il cda deve operare prima di tutto nell’interesse dell’azienda e di tutti gli azionisti”. Assicurazioni poco mosse: Generali -0,1%, Fondiaria-Sai -0,2%. Forte rialzo di Cattolica+3,2% avviata all’acquisto di Fata.
GRANDI MANOVRE NEL LUSSO
Poltrona Frau +0,81%. Charme&soci avviano un private placement su una quota del capitale del gruppo per venire incontro alle esigenze degli investitori e incrementare il flottante. Il fondo della famiglia Montezemolo cederà solo lo 0,7%, il presidente Moschini venderà il 2% e Mubadala liquiderà la quota dell’1,9 Roberto Vedovotto, uscito (con una certa freddezza) da Safilo -0,29% a fine settembre, è il nuovo responsabile delle licenze per l’occhialeria di Kering, il gruppo del lusso francese che controlla marchi come Gucci, Bottega Veneta, Brioni, Sergio Rossi, Pomellato, Saint Laurent e Stella McCartney. E’ il segnale che il colosso francese guarda al settore occhiali con propositi ambiziosi: oggi le licenze del gruppo Kering rappresentano circa un terzo del fatturato del secondo gruppo di occhiali italiano.