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Sui mercati si aggira l’Orso e oggi tutti gli occhi sono sul Pil italiano. Oggi Milano inizia male

FIRSTonline

L’ORSO AVANZA ANCHE IN ASIA IN ATTESA DEL PIL ITALIANO
TELECOM E FIAT SOTTO TIRO. TENGONO UNICREDIT E PIRELLI

Borse in ritirata un po’ ovunque. Stamane in Asia i listini accusano ribassi nell’ordine dell’1 per cento a partire da Tokyo ed Hong Kong. Pesano i timori sugli sviluppi della crisi ucraina così come la sensazione, dopo la pubblicazione degli ultimi dati Ism, che i rialzi dei tassi Usa siano ormai vicini.

Seduta nervosa a Wall Street, dominata dai rumors di una possibile invasione russa dell’Ucraina. Il mercato ha recuperato qualche posizione nel finale ma il bilancio è comunque in rosso: Dow Jones -0,84%, S&P -0,97%, Nasdaq -0,71%. In evidenza Twenty-First Century Fox +8,6% di Rupert Murdoch che ha ritirato la sua offerta per Time Warner in calo dell’11%. Anche Sprint si è tirata indietro dalla corsa per T-Mobil. Crescono così le chance della francese Iliad.

Seduta dai due volti sui listini europei: bene il Nord Europa, galvanizzato dalla ripresa del pil britannico (+3% nel secondo trimestre), male i listini del Sud. Francoforte è salita dello 0,37%, Londra dello 0,05% e Parigi dello 0,35%. Al contrario Madrid ha perso l’1,41%.

Ha fatto peggio Milano che ha chiuso una seduta di netto ribasso con l’indice FtseMib in calo dell’1,6%, appena sopra la soglia dei 20mila punti (20.052). In tensione anche il mercato del debito sovrano. Il rendimento del Btp 10 anni è salito al 2,75%, dal 2,69% del giorno prima. Più significativa la marcia del dollaro. Stamane la valuta Usa vale 1,3367 sull’euro dopo aver toccato quota 1,3358, ai massimi da nove mesi.

GOLDMAN “PREOCCUPATA” PER IL BEL PAESE

Le tensioni geopolitiche ed il timore della svolta nei tassi Usa giustificano il ritorno della volatilità sui mercati che confidano in un’iniezione di fiducia da parte della Bce che si riunirà domani.

Intanto, però, riemerge un altro fattore di incertezza, destinato ad influenzare le scelte degli investitori: la mancata crescita italiana. “Siamo sempre più preoccupati per l’Italia dove nei mesi scorsi i dati sull’attività economica hanno continuato a sorprendere al ribasso e le riforme non sono ancora in atto”.

Questo si legge in un report di Goldman Sachs che ben illustra il cambio di sentiment nei confronti del Bal Paese a poche ore dalla pubblicazione dei dati del Pil del secondo trimestre che assume un valore psicologico rilevante, al di là del dato finale (si prevede un risultato tra -0,1/+0,1%).

Intanto, nonostante i dati confortanti delle trimestrali dei Big del credito, su Piazza Affari sono cadute alcune crisi inattese, a partire da Telecom e Fiat.

TELECOM TRAVOLTA DAL BLITZ BRASILIANO DI TELEFONICA

Giornata nera per Telecom Italia -5% dopo aver subito l’onta di più sospensioni al ribasso nel girono del cda dedicato ai conti. Ma la trimestrale non c’entra con il ribasso, causato dal blitz di Telefonica, sua azionista (ancora per poco). La francese Vivendi ha fatto sapere ieri matina di aver ricevuto una lusinghiera offerta (6,7 miliardi) per la controllata brasiliana Gvt, oggetto dei desideri di Telecom Italia in vista di una fusione con Tim Brasil, gradita alle autorità locali ma invisa a Telefonica, che, in avrebbe perso la leadership sul mercato. Di qui la contromessa di Cesar Alierta accompagnata da una seconda proposta: Telefonica ha offerto sempre a Vivendi l’8,3% di Telecom Italia. In sostanza, il gruppo spagnolo, dopo l’emissione di un bond legato all’8,1% del capitale Telecom, ha accelerato la sua uscita dall’Italia. Per la società guidata da Marco Patuano, che non ha i mezzi per rilanciare l’offerta su Gvt (alvo un problematico aumento di capitale) il danno è rilevante: viene meno infatti buona parte dell’appeal speculativo di Tim Brasil e si apre una fase d’incertezza sul fronte degli assetti interni. A meno che lo strappo spagnolo non inneschi un nuovo processo: “quello di Telefonica è un atto ostile” ha twettato il presidente della Cdp Fraco Bassanini. Chissà che non si profili un ritorno di interesse da parte di nuovi investitori. Malgrado la caduta di ierri, da inizio anno, il titolo Telecom continua a sovraperformare il mercato da inizio anno: +14,7% (+6,7% il FtseMib).

FIAT, IL RECESSO DIVENTA UN INCUBO

Il secondo focolaio di crisi di Piazza Affari è legato a Fiat -3,11% a 6,825 euroche ha subito i timori di una massiccia richiesta di esercizio del diritto di recesso (a 7,727 euro)da parte dei soci istituzionali che hanno detto no al progetto di fusione con Chrysler (circa l’8% del capitale) che potrebbe comportare un costo complessivo superiore al tetto massimo stabilito in 500 milioni di euro, circostanza che farebbe scattare l’annullamento della fusione con Chrysler. Per sapere come andrà a finire bisogna aspettare circa 15 giorni, L’esercizio del recesso terminerà due settimane dopo l’iscrizione della delibera nel registro delle imrese del tribunale di Torino. Exor è scesa del 2,4%.CNH Industrial ha invece chiuso in rialzo dello 0,5%.

UNICREDIT, NEI PRIMI SEI MESI UTILE OLTRE UN MILIARDO

L’ondata di vendite non ha risparmiato i titoli bancari, complice l’allargamento dello spread tra Btp e -403 milioni Bund e il nervosismo degli investitori internazionali. E così Unicredit -1,01% ha annullato con corso della giornata i guadagni registrato dopo l’annuncio dei conti trimestrali, sopra le attese: utile a 403 milioni nel periodo aprile-giugno e a 1,1 miliardi di euro nel primo semestre, con un obiettivo di 2 miliardi di euro di utile netto a fine anno. Il common equity tier 1 è salito al 10,4% superando il target del piano industriale fermo al 10%. Nel corso della conference call con gli analisti l’ad, Federico Ghizzoni, ha ribadito l’intenzione del management di non vendere Pioneer “che di per sé rimane un asset molto strategico del gruppo”. Nel frattempo, oggi l’istituto di Piazza Cordusio ha siglato con Bnp Paribas l’accordo definitivo per la vendita della quota di maggioranza della banca online tedesca Dab Bank. Intesa ha lasciato sul terreno il 2,4%., al pari di Mediobanca. Più massicce le perdite di Monte Paschi -4,5%, Banco Popolare -3,8%, Bpm -3,83% e Ubi – 3,74%.

PIRELLI OLTRE LE ATTESE NONOSTANTE I CAMBI

La nota positiva arriva da Pirelli che pure ha chiuso la seduta con un ribasso dell’1,35%. A Borsa chiusa, però, sono stati diffusi i dati eccellenti del primo semestre, periodo in cui la società ha centrato tutti gli obiettivi del piano. L’utile netto sale a doppia cifra a 192,1 milioni di euro (+ 28,5% rispetto ai 149,5 milioni dell’anno prima) mentre il risultato operativo è salito del 12,6% a 426,2 milioni di euro. I ricavi consolidati si sono attestati a 2,987 miliardi registrando una crescita organica del 6,7%, nonostante l’impatto negativo legato ai cambi (il10% circa) i ricavi hanno subito una flessione del 3,3% dai 3,090 miliardi del primo semestre 2013. A render possibile il rally l’ottima risposta del mercato ai prodotti del segmento Premium e le economie sui costi.

NEL RIBASSO GENERALE SVETTA CAIRO +3,10%

Giornata negativa per la maggior parte delle blue chip: Enel -2,5%, Atlantia -1,8%, Autogrill -3,9%. In netto calo Eni -1,1% e la controllata Saipem -1,6%. Perdite massicce anche per Mediaset -2,6%. Nel resto del listino da segnalare la buona performance di Cairo Communication +3,10% dopo i buoni risultati. Arretra invece Campari -0,86% nonostante che l’utile netto e i ricavi del primo semestre siano scesi meno del previsto . Fra i titoli del lusso ha perso ancora terreno Yoox -2,2%, Ferragamo è salita dello 0,4%, recupero per Tod’s +3%.

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