“La manovra finanziaria sarà di circa 27 miliardi di euro e non provocherà alcuno sforamento dei conti. Anzi, diamo una notizia: dal 2016 il debito pubblico inizierà a scendere”. Lo ha detto ieri sera il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della trasmissione televisiva Otto e mezzo.
“La crescita del Pil era prevista a +0,7% – ha continuato il Premier -, ma nell’aggiornamento del Def che presenteremo venerdì in Consiglio dei ministri rivedremo questo dato a +0,9 percento. Per l’anno prossimo avevamo previsto un +1,4% e anche in questo caso arriverà un rialzo, ma per rispetto del ministro dell’Economia mi fermo qui”.
PIANO PER IL SUD
Quanto ai contenuti della nuova legge di Stabilità – che sarà presentata il prossimo 15 ottobre –, il governo sembra ormai deciso a inserire nel provvedimento un piano per il Sud. Ecco i punti principali:
– Investimenti.
Per rilanciare il Mezzogiorno, l’Esecutivo pensa di utilizzare circa 3 miliardi di euro che saranno sbloccati dalla clausola di flessibilità Ue per gli investimenti. In particolare, le risorse dovrebbero essere impiegate per realizzare opere immediatamente cantierabili nei Comuni e progetti interregionali già pronti.
– Ires.
“Nel 2016 si potrebbe cominciare riducendo l’Ires nel Mezzogiorno – aveva detto la settimana scorsa il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, intervenendo all’assemblea dell’Unione industriale di Torino – per poi decidere, ma da subito, che la riduzione generalizzata la faremo nel 2017, non so se al livello del 20% (rispetto all’attuale 27,5%, ndr), oppure se ci fermeremo un po’ sopra”.
Fin qui, il progetto era di tagliare la tassa sugli utili delle aziende per tutto il Paese dal 27,5 al 24% nel 2017. D’altra parte, anticipare la riduzione di un anno per le sole Pmi di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia non sarebbe particolarmente oneroso, dal momento che il gettito Ires delle aziende meridionali vale appena il 10% dei 35 miliardi che l’imposta garantisce ogni anno alle casse dello Stato.
– Lavoro.
Su questo fronte dovrebbe arrivare un pacchetto di misure: credito d’imposta per chi assume (sulla falsariga di quello già concesso nel 2008); riduzione dei contributi sociali; bonus per sostenere le operazioni di fusione e acquisizione; sgravio contributivo del 15% per gli imprenditori agricoli e incremento di quello già previsto per gli operai edili a tempo pieno (oggi all’11,5 percento).
Per il Sud “non servono tanto misure eccezionali – ha detto ieri il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ai microfoni di Sky Tg 24 –, quanto l’implementazione delle riforme generali e poi una razionalizzazione e un impulso agli investimenti pubblici soprattutto infrastrutturali”.
PARTITE IVA
Nella legge di Stabilità, inoltre, dovrebbero confluire alcune novità fiscali per i lavoratori autonomi di tutto il Paese. Secondo quanto anticipato durante il festival del Pd a Bologna dal professor Maurizio Del Conte, consulente di Renzi, le novità principali dovrebbero essere due.
1) Inps. Il contributo alla gestione separata Inps fu bloccato l’anno scorso al 27,72% ma dovrebbe salire gradualmente fino al 33%. Il governo, tuttavia, s’impegna a fare in modo che anche quest’anno non arrivi alcun aumento. Il contributo potrebbe addirittura essere ridotto al 25% durante il 2016, ma il taglio non sarà inserito nella manovra.
2) Irpef. Si punta a introdurre un regime forfettario dei minimi al 5% fino a 25mila euro per un periodo di 3 o 5 anni per tutte le nuove partite Iva. Dopo il primo periodo potrebbe prendere corpo una delle due seguenti possibilità: un’aliquota del 15% sempre per 3 o 5 anni prima del passaggio alla tassazione normale, oppure un 15% stabile per tutti gli autonomi con ricavi sotto i 25mila euro.