Il Mezzogiorno d’Italia rimane invischiato nel gorgo della crisi. A certificarlo è lo studio Check-up Mezzogiorno pubblicato da Confindustria e Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Secondo i dati dell’analisi, tutti i principali indicatori sull’economia del Mezzogiorno si trovano ancora ben al di sotto dei livelli pre-crisi.
Tra il 2007 e il 2011, infatti, il Pil del Mezzogiorno si è contratto, in termini reali, del 6,8%, pari a quasi 24 miliardi di euro e sarebbero oltre 16mila le imprese che hanno cessato di esistere, lo 0,9 % del totale delle imprese del Sud, nonostante l’aumento delle società di capitali (+7.400 solo nell’ultimo anno).
A ridursi considerevolmente è stato anche il numero degli occupati, ridottosi di circa 330mila unità (quasi la metà dei quali nella sola Campania). A testimonianza del problema il tasso medio di disoccupazione registrato nei primi due trimestri del 2012, in salita dal 13,6% dello stesso periodo dell’anno precedente al 17,4%.
L’unico sorriso, per l’economia del Mezzogiorno, arriva dall’export, unico indicatore al di sopra dei livelli pre-crisi: l’aumento delle esportazioni, infatti, dal primo semestre 2011 al secondo semestre 2012, è stato del 7%, una crescita doppia rispetto a quella del Centro-Nord.