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Successioni e donazioni, ecco cosa cambia: ok dal Cdm alle nuove regole. Per l’eredità arriva la dichiarazione precompilata

Nuove norme volte a snellire l’iter per eredi e professionisti. Tra le principali novità: la dichiarazione di successione precompilata, il principio di autoliquidazione dell’imposta e le regole di territorialità per i trust

Successioni e donazioni, ecco cosa cambia: ok dal Cdm alle nuove regole. Per l’eredità arriva la dichiarazione precompilata

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a un importante decreto legislativo sulle imposte indirette (ad eccezione dell’Iva) che porta significative novità in materia di imposte di successione e donazioni. Questo decreto, attuativo della delega, ha l’obiettivo di snellire i processi burocratici legati alle successioni e agli adempimenti attuali. Tra le principali novità, spiccano l’introduzione della dichiarazione di successione precompilata, la semplificazione della liquidazione dell’imposta e l’adeguamento della disciplina delle donazioni, dei trust e dei trasferimenti d’aziende in ambito familiare.

Le nuove regole per le successioni: ecco cosa cambia con la precompilata

Con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti sia per gli eredi che per i professionisti che li assistono, il decreto alleggerisce il contenuto della dichiarazione di successione. Tuttavia, la dichiarazione potrà essere presentata solo online, con l’opzione di invio tramite raccomandata per i residenti all’estero.

Tra le semplificazioni apportate, il decreto elimina la necessità di fornire una serie di documenti che prima erano richiesti. Ad esempio, non sarà più necessario allegare l’estratto catastale degli immobili o il certificato dei pubblici registri per identificare navi e aeromobili.

Il ruolo chiave dei trust e le imposte in Italia

Per quanto riguarda le successioni, il decreto definisce le regole di territorialità per i trasferimenti derivanti da trust e altri vincoli di destinazione. Il trust è un istituto giuridico di origini anglosassoni che consente di separare formalmente un individuo dai propri beni, affidando la gestione degli stessi a un terzo soggetto. Questa pratica è spesso adottata da famiglie facoltose per motivi di gestione patrimoniale e, talvolta, anche per ottimizzare la pianificazione fiscale. Se il promotore di un trust è residente in Italia al momento della separazione dei beni, l’imposta sarà calcolata su tutti i beni e diritti trasferiti ai beneficiari. Se invece il promotore è non residente in Italia, l’imposta si applicherà solo sui beni situati nel territorio italiano.

Per i trust testamentari, ora è possibile versare l’imposta in modo volontario e anticipato al momento del conferimento dei beni o dell’apertura della successione. Questo permette al contribuente di gestire direttamente l’imposta senza dover aspettare l’avviso del Fisco.

Principio di autoliquidazione e vantaggi per passaggi generazionali

Una delle novità più rilevanti è l’introduzione del principio di autoliquidazione dell’imposta di successione, come avviene già per le dichiarazioni dei redditi. Questo evita che il contribuente debba pagare l’imposta al momento della presentazione della dichiarazione. Il pagamento dell’imposta autoliquidata, secondo le modalità stabilite dall’Agenzia delle Entrate, dovrà avvenire entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione. L’obiettivo di questa misura è facilitare i passaggi generazionali e garantire una maggiore flessibilità nel trasferimento di beni e patrimoni. Ad esempio, se si effettuano trasferimenti di proprietà attraverso strumenti come i patti di famiglia, a favore dei discendenti, del coniuge, di aziende, quote sociali o azioni, non si dovrà pagare l’imposta di successione suppletiva. Questo, però, a condizione che coloro che ricevono tali beni mantengano il controllo su di essi per almeno cinque anni dalla data del trasferimento.

In pratica, significa che chi eredita o riceve in donazione questi beni dovrà gestirli per almeno cinque anni prima di poter disporne liberamente senza incorrere nell’imposta di successione. Questa disposizione mira a promuovere la continuità nella gestione dei patrimoni familiari e a sostenere la stabilità delle attività aziendali, garantendo un periodo di transizione senza oneri fiscali aggiuntivi.

Nuove norme per le donazioni

Per quanto riguarda le donazioni, il decreto mira a dare maggiore uniformità alle norme. È prevista la detrazione delle imposte pagate all’estero in relazione alla stessa donazione e ai beni esistenti. Questa detrazione opererà fino a concorrenza della parte dell’imposta sulle donazioni proporzionale al valore dei beni stessi, consentendo quindi una riduzione degli oneri fiscali legati alle donazioni internazionali.

Inoltre, il decreto mantiene sostanzialmente inalterata la disciplina delle “liberalità”, ovvero i trasferimenti di beni o somme di denaro a titolo gratuito. Si applicherà un’aliquota dell’8% per le liberalità indirette, le quali potranno essere accertate solo quando la loro esistenza è confermata dalle dichiarazioni dell’interessato durante i controlli fiscali.

Un’altra importante novità riguarda l’introduzione dell’esclusione dalla tassazione delle donazioni di tipo “liberalità d’uso”, che includono regali di Natale, mance e altri trasferimenti di beni di valore modesto. Questa esenzione rappresenta un beneficio per chi effettua e riceve donazioni di piccola entità, riducendo l’onere fiscale e semplificando le procedure legate a queste operazioni.

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