Luis Suàrez Miramontes, meglio noto come “Luisito”, ha semplicemente scritto la storia del calcio. Quello spagnolo, che lo ha visto protagonista sia con il Barcellona (2 campionati, 2 Coppe delle Fiere e 2 Coppe del Rey) che con la Nazionale (Europeo 1964), e quello italiano, dove ha recitato il ruolo di primo attore nella grande Inter di Helenio Herrera (3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali). La scintilla con il nostro Paese è scoccata subito, tanto che, 50 anni dopo, Suàrez vive ancora a Milano. Giocatore di classe cristallina, unico spagnolo “puro” (Di Stefano era pur sempre un oriundo) ad aver vinto il Pallone d’oro (1960), ma soprattutto diviso quasi a metà tra i due Paesi, Luisito è senza dubbio il più qualificato per presentare Spagna – Italia, la finale di Euro 2012.
Suàrez dica la verità, si sarebbe mai aspettato la finale tra i “suoi” due Paesi?
“So che probabilmente non mi crederà, ma io l’avevo prevista…”.
E quando?
“Dopo la terza giornata del girone, quella in cui l’Italia ha battuto l’Irlanda. A quel punto, con le squadre qualificate in due parti opposte del tabellone, ho detto che si sarebbero ritrovate in finale”.
Beh, visto che è così bravo può dirci come andrà a finire?
“No, non esageriamo! In partite così non si possono fare pronostici, si rischia di fare brutta figura. Certo, proprio perché non vedo favoriti penso che chi vorrà vincere dovrà fare davvero cose straordinarie”.
Davvero pensa che l’Italia sia allo stesso livello della Spagna?
“La Spagna è una squadra consolidata, proprio per questo si trova in finale. La realtà è che le Furie rosse stanno facendo molta più fatica del previsto, ma hanno talmente tanta qualità che alla fine sono arrivate in fondo lo stesso. L’Italia invece è venuta fuori alla grande, la partita con la Germania è stata qualcosa di eccezionale. E pensare che gli Azzurri avevano iniziato piano, con tanti infortuni e problemi di vario tipo. Ora però è tutto risolto, anche l’attacco gira che è una meraviglia. Il Balotelli visto in semifinale sposta gli equilibri verso l’Italia…”.
Non ci dirà mica che domenica sarà dei nostri…
“Eh no, non esageriamo (ride, ndr). Amo l’Italia, ma sono spagnolo, dunque domenica tiferò per i miei. Certo, se non ci fosse stato di mezzo il mio Paese avrei sicuramente supportato gli Azzurri… Però sa cosa le dico? In situazioni così sono contento”.
In che senso scusi?
“Vada come vada sarò felice”.
Italia-Spagna è anche il confronto tra due grandissimi centrocampisti come Pirlo e Iniesta. Lei che se ne intende, ci dica: chi è il più forte?
“Non posso scegliere, sono giocatori meravigliosi. Senza dubbio Iniesta è il migliore della Spagna, così come Pirlo lo è dell’Italia. Andrea non è mai stato in discussione dal punto di vista tecnico, mentre mi sorprende la sua condizione fisica. Al Milan sembrava aver perso quel vigore atletico, evidentemente la Juve gli ha fatto bene. Lui e Iniesta sono i fari, ma anche chi gioca al loro fianco è di livello altissimo. Domenica si sfideranno i due centrocampi più forti del mondo”.
Dall’ex giocatore all’ex allenatore: chi è meglio tra Prandelli e Del Bosque?
“Io penso che in qualche modo siano simili. Entrambi sono piuttosto tranquilli, ma sanno preparare benissimo le partite. Certo, questo Europeo mette in luce più le qualità di Cesare. Ha fatto un lavoro eccezionale, dando fiducia a tutto il gruppo. Se ne sono accorti i tedeschi, ci metteranno parecchio tempo a dimenticarsi di questa batosta”.
Italia-Spagna è anche la sfida tra due paesi in difficoltà dal punto di vista economico…
“Entrambe cercano un riscatto per la gente, per distrarla, perché dopo l’euforia tutti dovranno tornare a pensare al resto. In questo senso l’eliminazione della Germania è una rivincita per tutti, e credo che l’Italia abbia giocato così bene anche per questo”.