Una nave a zero emissioni per il trasporto di treni, passeggeri e merci nello Stretto di Messina. La nuova imbarcazione di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs Italiane) si chiama “Iginia” e si appresta a solcare le acque salate tra la Sicilia e la Calabria. L’investimento economico è di 57 milioni di euro, 7 dei quali finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la tecnologia Green, la cui implementazione – come da programma – sarà avviata a partire dal prossimo mese di novembre. L’investimento si aggiunge “ad altre due gare per il rinnovo della flotta RFI: una, in corso, da 60 milioni di euro per la realizzazione di tre nuovi mezzi veloci con doppia alimentazione diesel/gas ed elettrica, destinati a potenziare la flotta di Blu Jet, e una seconda da 80 milioni per un’altra nave con tecnologie per la doppia alimentazione diesel/gas ed elettrica”, ha affermato l’Amministratrice Delegata di Rete Ferroviaria Italiana Vera Fiorani.
Iginia: la nuova nave di Rfi che assicura il trasporto dei treni nello Stretto di Messina
Costruita dall’Associazione Temporanea d’Imprese – composta dalla mandataria T. Mariotti Spa e dalla mandante Officine Meccaniche Navali e Fonderie San Giorgio del Porto Spa – Iginia entra a far parte della flotta di Rfi, attualmente costituita dalle due navi gemelle Scilla e Villa e dalla Messina. A queste si aggiungono le navi della controllata Bluferries adibite al trasporto passeggeri e gommato: Sikania, inaugurata lo scorso anno, la gemella Trinacria, in servizio dal 2018, Enotria, Fata Morgana e Riace.
Oggi entra a far parte della squadra anche Iginia, in sostituzione della precedente che ha solcato i mari per 44 anni. In ricordo di questa, nel salone è custodita una campana della vecchia nave, come segno di continuità.
Sono previsti altri interventi, con un piano che include la costruzione di una quinta nave traghetto-ferroviaria e la sostituzione di tre navi veloci con altrettante moderne e green. In itinere anche l’ammodernamento delle Stazioni di Messina, Reggio e Villa. Si tratta di attività “che riqualificheranno le stazioni di tutta l’area dello Stretto. A Messina Marittima si creerà un museo all’interno di una struttura bellissima che vanta mosaici di un grandissimo valore artistico. Gli interventi rinnoveranno i fabbricati, miglioreranno l’accessibilità delle stazioni ma soprattutto l’intermodalità ferro-nave che interessa l’area dello Stretto. Per potenziare infrastrutture e collegamenti in Sicilia sono previsti investimenti complessivamente per oltre 12 miliardi di euro, funzionali a rivoluzionare la mobilità nell’Isola”, ha dichiarato Vera Fiorani.
Caratteristiche tecniche e tecnologia green di Iginia
Il sistema di governo è garantito da tre motori principali e tre propulsori azimutali a passo variabile, mentre due eliche trasversali ne consentono la massima manovrabilità. Dalla celata di prora, attraverso il ponte mobile, sono effettuate tutte le operazioni di carico/scarico di carrozze e carri ferroviari; gli eventuali mezzi gommati, invece, accedono al ponte di carico dal portellone di poppa e da quello laterale, oltre che dalla celata di prora.
Lunga 147 metri e larga 19, ha una capacità massima pari a 27 carri ferroviari su 4 binari. Può ospitare 700 persone, compreso l’equipaggio. Composta da un salone principale con sala bar da 339 posti a sedere, di cui 29 postazioni dedicate alle persone a mobilità ridotta, 7 postazioni per carrozzelle, 101 i posti a sedere nel salone di poppa e 198 nel salone aperto all’esterno.
La nuova imbarcazione fa del rispetto ambientale la sua caratteristica principale, innanzitutto perché a zero emissioni di CO2 e gas serra. Iginia ha ottenuto la certificazione “Green Plus” – il massimo attestato nel campo della sostenibilità – dal Registro Italiano Navale.
Tra le particolarità che accompagnano la nave, il sistema di propulsione garantito da due pacchi di batterie ricaricate da pannelli solari già installati, o da prese di terra nelle invasature. A bordo sono inoltre presenti innovativi impianti di trattamento delle acque di sentina e delle acque nere, il tutto con l’impiego di tecnologie che azzerano le emissioni di anidride carbonica e gas serra sia in porto, che nelle manovre di entrata e di uscita.