Kabul e Joe Biden sotto attacco. Prima gli attentati all’aeroporto della capitale afgana, con un doppio attacco kamikaze che giovedì 26 agosto ha provocato la morte di almeno 90 persone, tra cui almeno 13 marines americani (bilancio aggiornato alle 8 italiane di venerdì 27 agosto), e di centinaia di feriti tra i civili. L’offensiva, a pochi giorni dalla scadenza dell’ultimatum per il ritiro delle truppe occidentali, è stata rivendicata dall’Isis K, la “divisione” afgana della nota organizzazione terroristica islamica, dalla quale però hanno subito preso le distanze i talebani: “Li prenderemo, con loro nessuna trattativa”, hanno fatto sapere gli attuali governanti di Kabul dopo la strage.
Più o meno le stesse parole ha usato il presidente americano Joe Biden, intervenuto in conferenza stampa diverse ore dopo gli attentati, dopo una lunga consultazione con l’intelligence Usa: “Non perdoneremo, non dimenticheremo, vi daremo la caccia”, ha detto Biden in lacrime, ribadendo però che le operazioni di ritiro proseguono, quindi non ci sarà una ritorsione immediata o un ripensamento sull’intervento militare. Per ora la priorità è abbandonare rapidamente l’Afghanistan e mettere in salvo i soldati americani, che sono ancora diverse migliaia, oltre che tutti i collaboratori e il più possibile i civili, come sta facendo anche l’Italia che ha quasi completato il rimpatrio dell’esercito e accolto quasi 4.000 cittadini afgani.
Per Biden però il momento è difficilissimo: “The darkest day of Joe Biden’s presidency”, titola ad esempio il sito Politico, il giornale appena rilevato da Alex Springer che non è certo vicino ai repubblicani. Oltre oceano il presidente è sempre più assediato dalle critiche per la disastrosa gestione di quella che assomiglia sempre di più a una fuga, nella quale stanno perdendo la vita anche molti americani, per non parlare delle tragiche conseguenze sulla popolazione locale. I repubblicani parlano addirittura di impeachment ma anche tra i dem ci sono malumori e imbarazzi. Intanto prosegue l’evacuazione con l’ultimatum confermato al 31 agosto. Parole importanti le ha pronunciate Angela Merkel: “Fine ponte aereo non significa fine protezione afghani”.