Coronavirus, fermi tutti. Il ministero dell’Interno, d’accordo con il ministro della Salute, ha scelto la linea dura: da domenica 22 marzo, giorno in cui è stata firmata l’ordinanza della ministra Lamorgese, non è più possibile spostarsi da un Comune all’altro né in treno, né in auto né con altri mezzi. Uniche eccezioni: “Comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. E non si tratta di impedire gli spostamenti per il fine settimana, poiché il divieto resterà in vigore fino a nuovo decreto della Presidenza del Consiglio. A fronte di questa notizia, se ne aggiunge un’altra: per la prima volta dall’inizio dell’emergenza coronavirus l’escalation dei contagi e delle vittime rallenta. Ma andiamo con ordine.
La decisione di Lamorgese e Speranza va a sommarsi alle nuove misure decise sabato dal governo, con la chiusura di tutte le attività non essenziali ai servizi di utilità pubblica (imprese, fabbriche, professioni). L’elenco dettagliato di tutte le attività che invece potranno e dovranno continuare a svolgersi per garantire tutti quei servizi di cui non si può fare a meno e che devono quindi restare aperti interessa una settantina di tipologie: dalle farmacie ai supermercati, alle tabaccherie, ai servizi postali, bancari e assicurativi. Chiusure e apertura scatteranno da lunedì 23 marzo.
La nuova decisione dei ministri si aggiunge anche alle ordinanze dei sindaci e delle Regioni, come la Lombardia, e risponde alle crescenti preoccupazioni segnalate dalle Regioni meridionali per gli arrivi dal Nord Italia.
L’escalation dei contagi, tuttavia, sta dando numeri in rallentamento. La conferenza stampa della Protezione civile ha annunciato che il bilancio di domenica 22 marzo è di 651 deceduti, ancora in aumento (+13,5%) ma meno di quanto fosse accaduto il giorno precedente. In frenata anche i nuovi contagi, che sono aumentati di 3.957 unità nella giornata su un totale di 46.638 complessivamente positivi. Di questi, 23.683 persone si trovano in isolamento domiciliare con fenomeni lievi e 3.000 sono i ricoverati in terapia intensiva.
“Si tratta di numeri minori – è stato il commento di Borrelli, capo della Protezione civile – in controtendenza rispetto a sabato. Ci auguriamo che i prossimi giorni confermino questa tendenza”. In attesa delle conferme che si spera dunque possano arrivare nei giorni a venire, è più che mai necessario ora mantenere strette le maglie delle misure anti-coronavirus e restare a casa. Da qui l’ordinanza che blocca gli spostamenti tra Comuni fino a nuovo ordine.
Aggiornato alle 19:12 di domenica 22 marzo 2020