Grazie al balzo di oggi (+6,6%) Stm ha quasi azzerato i ribassi degli ultimi 12 mesi anche grazie alla spinta dell’indice americano Sox (Philadelphia Semiconductor Index), che ha chiuso in rialzo del 2%. Ora solo un 3% separa Stm dai prezzi di un anno fa, dopo brusca la caduta di agosto e di settembre, quando con una lunga intervista a The Wall Street Journal il 19 settembre Carlo Bozzotti ammetteva di non poter fissare una data per il break even della jv con Ericsson e confermava che la domanda di chip mostrava segnali di rallentamento.
Nonostante queste indicazioni negative, il titolo ha recuperato in maniera significativa dall’inizio di ottobre, al punto che solo un 3% separa il titolo dai prezzi di 12 mesi fa, dopo un anno difficile, in cui Stm ha dovuto fronteggiarebla crisi di alcuni grandi clienti, da Nokia alla stessa jv Sony-Ericsson. Il titolo conferma così la sua volatilità: fino a marzo, sull’onda delle prospettive di ripresa della domanda, il comparto ha messo a segno un lusinghiero rialzo, poi la caduta solo in parte compensata. Nonostante il rally di ieri, l’azione è ancora sotto di un 30% abbondante rispetto ai masimi di primavera. Ma nell’ultimo mese c’è stato un recupero, inatteso, del 28%. E adesso? I prezzi del titolo già scontano una decelerazione del business oppure no?
Gli operatori attendono con crescente interesse i dati del trimestre che l’azienda presenterà a Parigi il prossimo 24 ottobre: Gli esperti di Citigroup si attendono infatti che l’azione continuerà a sottoperformare il comparto alla luce dei “problemi sostanziali” della joint venture Stm-Ericsson. Gli analisti di Ing Gli analisti di Ing hanno abbassato solo il target price da 6,30 a 5,50 euro, confermando il rating hold sul titolo. Al contrario, Rbs, che ha confermato buy e un target a 6,30 euro, continua a puntare sulla jv guidata da Bozzotti. E’ scontato, è il ragionamento , che i risultati trimestrali si piazzeranno nella parte bassa delle aspettative visti anche i recenti warning dei competitor, ma osserva la domanda di smartphone/tablet appare ancora robusta e con l’azione che tratta a 0,38 volte l’Ev/Vendite 2012, sotto le 0,5 volte di marzo 2009, non può far altro che recuperare terreno in Borsa.
A conforto di questa tesi gioca il rapido rimbalzo da inizio ottobre del Philadelphia Semiconductor index, il paniere delle società del settore chips. Oltre alla considerazione che alcune aree di business in cui Stm è particolarmente attiva, sembrano godere di ottima salute, come dimostra la spinta di Apple o i conti di Google: è il caso dei tablets ma ancor di più dell’iPad cui la società fornisce i giroscopi e mems di altro tipo. Questo può spiegare perché Stm corre sia a Milano che a Parigi parecchio di più dell’indice Stoxx delle società europee dell’high tech, Asml (+2%) e la tedesca Infineon (+0,3%). Molto dipenderà, comunque, dalle sorti del dollaro: un recupero della moneta Usa sull’euro potrebbe dare una spinta sensibile ai conti dell’azienda che non esclude di far shopping, forte del miliardo di liquidità a disposizione, nelle Americhe ed in Asia.
A dimostrare, però, che far previsioni in questo momento è più rischioso che mai basti la vicenda paradossale di Fairchild Semiconductor, che ieri per prima ha dato i conti del trimestre: il titolo ha chiuso con un balzo del 10,2%, dopo aver registrato nei primi minuti dopo l’annuncio dei risultati, un brusco calo del 7% legato al ribasso delle vendite. Poi, il rimbalzo: Fairchild, spiega a Bloomberg l’analista Bobby Burleson, si è ormai attrezzata per abbassare il punto di pareggio, con prospettive interessanti per il 2012.