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Stipendi parlamentari, alla Camera una proposta di legge popolare per adeguarli alla media Ue

Arrivare in tempi brevi, se possibile entro questa legislatura ormai agli sgoccioli, a definire stipendi e emulumenti di onorevoli e senatori in linea con la media europea. E’ questo l’obiettivo della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Ma nonostante le buone intenzioni, arrivare a definire una media cui adeguarsi non sarà facilissimo.

In tempi di crisi, ristrettezze, sacrifici per tutti, mai come ora l’adeguamento alla media europea di stipendi, emolumenti e indennità di deputati, senatori, sindaci, consiglieri regionali e comunali e funzionari di aziende pubbliche viene visto dall’opinione pubblica come una necessità, un segnale, un giusto livellamento di retribuzioni ingiustificabili. E non è un caso se la commissione Affari Costituzionali di Montecitorio ha preso come punto di riferimento la proposta d’iniziativa popolare, facendovi confluire altri disegni di legge. Già questa settimana inizia la discussione generale.

Il disegno di legge è di un solo articolo e stabilisce che gli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale “non possano percepire, a titolo di stipendi, emolumenti, indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di acquisto nell’Unione europea, somme superiori alla media europea degli stipendi, emolumenti e indennità percepiti negli altri Paesi membri dell’Unione per incarichi equivalenti”.

La commissione ha deciso di concentrarsi prioritariamente sugli aspetti che riguardano la determinazione del trattamento economico spettante ai parlamentari nazionali, circoscrivendo a questa materia il perimetro dell’intervento legislativo da portare avanti in questa fase.

L’impegno ora è di procedere rapidamente “in modo compatibile con il tempo residuo della legislatura, così che non si possa dire che la Commissione affari costituzionali ha ‘insabbiato’ questa proposta”, come ha rilevato Roberto Zaccaria del pd nel corso dell’esame del provvedimento in commissione.

Del resto- ha aggiunto Pierluigi Mantini (UdC) – “come parametri di riferimento ci sono le indennità dei parlamentari europei e ora anche quelle dei consiglieri regionali della regione più virtuosa, come individuata dalla Conferenza delle regioni”.

Tuttavia c’è da rimarcare che non sarà proprio così semplice individuare una media europea cui fare riferimento. E’ il caso di ricordare, infatti, che la commissione presieduta da Enrico Giannini, presidente Istat, e composta da esperti istituita proprio per tracciare un confronto tra gli stipendi dei parlamentari italiani e quelli europei, è arrivata alla conclusione di non essere in grado di formulare una media sul costo complessivo del parlamentare in altri Paesi, un calcolo che risente anche del fatto che ogni Stato ha livelli di tassazione diversi.

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